Cima Busa Alta 2513, sull sfondo Cima d'Asta, a dx Cardinal e dietro Cauriol
Ho preso colpevolmente questo giro sottogamba
. Non ho studiato bene il percorso, non ho letto relazioni di altri (che peraltro erano scarse e con percorsi diversi da quello che avevo in mente), infine mi sono fidato di generiche indicazioni di “fattibilità”.
Il tutto si è tradotto in una durissima ravanata su montagne selvagge, impervie e anche abbastanza pericolose. Fortunatamente è andato tutto bene ma è stato uno dei giri più impegnativi della mia “carriera” escursionistica. Alla fine però, un giro decisamente entusiasmante proprio perché estremamente esplorativo, zeppo di incognite e dove nulla era scontato. Scusate la prolissità, ma mi sono fatto prendere la mano, troppo bello)
Alta Val di Sadole
Dunque l’idea di base era di partire dalla Val Sadole e concatenare
Cauriol,
Cardinal,
Busa Alta,
Canzenagol e, se possibile,
Cadinon (povero illuso) e poi tornare giù al rif. Cauriol. Conoscevo abbastanza bene solo il Cauriol, fatto svariate volte dai diversi versanti. Tutto il resto mi era assolutamente ignoto, Ma avevo la stramba convinzione, maturata chissà come, che le creste fossero percorribili, sia pure con una certa attenzione.
Monte Cardinal visto dal Cauriol, dietro si intravede Busa Alta
Astro alpino
Verso le 8 parto, da solo, dal
Rif. Cauriol in direzione di
passo Sadole. Prima di arrivare al passo svolto a sx per la “
Via Austriaca”. Fin qui normale amministrazione, la salita è ripida per il vecchio camminamento militare, bellissimo e ancora intatto per larga parte, qua e là interrotto da frane. Senza problemi arrivo fino alla
Forcella Carteri e quindi alla vetta quasi senza accorgermene, grazie alla “gamba” abbastanza buona in questo periodo.
In vetta al Cauriol
Veduta su Cima d'Asta
Cerastium carinthiacum
Dopo breve sosta mi rimetto in marcia, convinto di
trovare una traccia che scenda dal crinale est. Invece non c’è niente, solo dirupi tremendi. Eppure ero convinto si potesse scendere da lì. Scendo prudentemente per 50 metri su pendii erbosi molto ripidi verso sud, cercando un passaggio tra paurosi salti di roccia, ma mi rendo subito conto che provare a scendere per il crinale sarebbe follia suicida. Abbandono quindi il crinale e mi sposto verso il “Sentiero degli Alpini” sul versante sud, che scende ripido per vecchi trinceramenti. Vorrei tentare verso est l’attraversamento ma intuisco altri pericolosi dirupi quindi mi rassegno a perdere ancora quota fino in fondo a un canalone con una specie di poggio dove posso valutare meglio la situazione. Non vedo la forcella ma ormai sono alla base del Cauriol e inizio quindi a traversare a intuito, seguendo le tracce delle trincee, verso la forcella tra Cauriol e Cardinal che raggiungo abbastanza facilmente. E adesso? Non ho la più pallida idea di dove si prosegua, quindi seguo una mulattiera tra evidentissime trincee e poderose massicciate di pietre a secco.
Monte Cauriol, a dx la salita per la via Austriaca, a sx il traversone alla forcella dopo aver disceso il versante sud
Eccomi alla forcella tra Cauriol e Cardinal, ovunque resti di trincee
Cauriol versante est, impossibile scendere di qui senza ammazzarsi che dite?
Cerastium alpinum
Vista sul Vanoi: Malga Fossernica e Cima Paradisi
Margherita alpina e silene
Eccomi mentre attacco il Cardinal versante sud
Sorpresa! La prima caverna degli alpini, qui c'era il Comando del Battaglione "M. Arvenis"
Quando la mulattiera pare perdersi tra gli sfasciumi, trovo un piccolo passaggio che mi porta sul versante sud dove incontro con stupore la prima caverna militare italiana della Grande Guerra, con tanto di iscrizione del
Battaglione “M. Arvenis”: bellissima! Proseguo per una specie di “cittadella” scavata dentro a un canalone tra camminamenti, trincee, resti di baracche ovunque. Risalgo il crinale indovinando il percorso qua e là, seguendo più o meno le trincee e i camminamenti dei soldati.
Il fianco sud del Cardinal con le caverne degli Alpini, sullo sfondo il Cauriol
Caverna degli alpini, Cardinal fianco sud
Iscrizione nella roccia
Caverna del comando degli alpini sul versante sud del Cardinal tra sfasciumi di rocce
Arrivato in cima, il costone “spiana” in un dedalo di trincee tra enormi diedri di roccia in precario equilibrio. Sotto i roccioni, altre caverne, con varie iscrizioni degli alpini che suscitano una certa emozione. Arrivo a una forcelletta strettissima, con vista su Cauriol, dove mi affaccio sul
selvaggio e dirupato versante sudest del Cardinal.
Dal Cardinal verso il Cauriol e la via Austriaca
Galleria degli alpini, 1917
L'iscrizione del Battaglione Arvenis
Passaggio a filo delle rocce sul fianco SE del Cardinal
Veduta sul Vanoi da una galleria degli alpini
Bisogna passarci sotto: starà in pedi?
E ora da dove cristo si sale? Aguzzando la vista intravedo qua e là un ardito camminamento militare, in parte franato, che sale a zig zag l’ertissimo versante. Sotto, i soliti dirupi con salti di roccia poco simpatici. Un solo inciampo e ciao, si vola di sotto. Con molta calma affronto la salita stando bene attento a dove metto i piedi.
Cardinal fianco sudest, la via di salita lungo i camminamenti militari
Un elmo trovato in una trincea
L'ardita via di salita seguendo labili tracce di sentieri di guerra
Oltrepasso svariate postazioni militari, con resti di baracche, schegge di ogni tipo, palificazioni e reticolati. In alcuni punti il sentiero è franato e bisogna prestare molta attenzione traversando canalini di sfasciumi instabili. Sbuco finalmente in cima, la cresta è affilata con grandi strapiombi verso il Cauriol. Avvisto la croce del Cardinal, che sembra lontanissima.
Cresta del Cardinal col Cauriol sullo sfondo
Qualche
ometto provvidenziale mi aiuta nell’imbroccare i passaggi meno esposti. Dopo aver abbandonato la cresta svariate volte per evitare le esposizioni sui precipizi,
arrivo finalmente in vetta al Cardinal 2481, con croce, campanella e libro di vetta.
Ecco la cima del Cardinal verso nord
Postazione militare in vetta al Cardinal con vista sul Cauriol
Breve pausa e sono pronto per ripartire. Ma per dove? Proseguendo sulla cima verso nord vedo che il sentiero, segnato bianco/rosso e attrezzato con cordini, scende per il ripido fianco NO verso il rif. Cauriol. Ma io devo scendere alla forcella, allora torno indietro e
scendo dall’erto versante est, abbastanza agevole in cima ma in fondo termina su dei canalini rocciosi, per fortuna dei cordini aiutano a scendere fino alla fine della parete, quindi senza problemi fino alla forcella del Cardinal.
Discesa dal Cardinal fianco est, l'ultimo tratto nel canalino roccioso è attrezzato con cordini
E adesso? Potrei averne abbastanza e fare un tranquillo rientro al rifugio sul sentiero segnato
. Ma siccome son en zucòn (testardo ndr), decido di provare a
salire anche Busa Alta . Il roccioso e verticale fianco sud appare assolutamente inaccessibile. Noto un sentierino in costa che parte della forcella lungo una specie di cengia larga sì e no un metro, che lo attraversa in basso, con sotto il solito “volo” di oltre 100 metri.
Il traverso dalla forcella sul fianco sud della Busa Alta Italiana
A sx la cengia a strapiombo di Busa Alta sud che traversa il fianco sud, da fare con molta attenzione. A dx Cima d'Asta
Dopo un largo e aereo traversone che mi porta sul fianco est, sparisce praticamente ogni traccia decente. Proseguo attraversando a intuito il ripido fianco della montagna, e una serie di canalini franosi a imbuto con salto finale. Ogni tanto appare un ometto a indicare la probabile direzione. La traccia appare e scompare, arrivo comunque ad un selletta con trincee e caverne, dove però
sparisce in modo definitivo ogni traccia di salita.
Altro ravanamento per salire Busa Alta Italiana
Provo a cercare e seguire qualche camminamento, vagolando avanti e indietro per il costone tra resti di baracche e trincee ma è un casino. Mi trovo a ravanare su per erti canali franosi e malagevoli: incontro ancora caverne, postazioni, schegge di tutti i tipi ovunque, munizioni ancora integre, perfino un elmo arrugginito. Mi imbatto in
due sorprendenti iscrizioni nella roccia: una molto grande, sarà alta almeno un metro, è dedicata ai
caduti di Busa Alta 1916, l’altra la incontro presso una forcelletta ed è dedicata a
Giacomo Morpurgo, sottotenente del VIII Alpini, con la scritta: “Qui cadde combattendo per l’Italia” e la data “6 ottobre 1916” .
Fa impressione pensare che qui in questi luoghi quasi inaccessibili i soldati combattevano e morivano, a centinaia, anzi migliaia, per difendere quattro sassi.
Una grande iscrizione dedicata ai caduti di Busa Alta
Presso una forcelletta su uno strapiombo l'iscrizione dedicata all'alpino Giacomo Morpurgo
Sbuco in un canale più largo e più comodo, e dopo una faticosa salita per sfasciumi esco finalmente sulla cima
Busa Alta Italiana 2456. Mi rallegro, ma i patimenti però non sono finiti. La cresta alla
Busa Alta, la cima principale di 2513, appare rognosa assai, accidentata e piena di salti di roccia esposti. Riprendo subito la marcia, non vedo l’ora di levarmi da quel casino di precipizi, dirupi, roccioni e canaloni. Cerco di studiare i passaggi meno pericolosi ma la cresta è un bel rebus.
La rognosa cresta di Busa Alta
Ogni tanto dei fiori, in questo caso di Saxifraga, ingentiliscono il paesaggio allucinante di rocce e burroni
Guardando indietro verso Busa Alta Italiana, a dx la discesa dal Cardinal
Per la fretta, qui
sbaglio probabilmente il passaggio più facile che era sul fianco est. Mi trovo invece per cengette e canalini sul versante ovest, ormai non posso e non ho voglia di tornare indietro, insisto e mi infogno su cenge e camminamenti minuscoli ed esposti che traversano il versante decisamente esposto. Arrampico, scendo, salgo di nuovo, torno indietro, sudo come un bue, i bastoncini sempre tra le balle, poi decido di calare di quota per canalini dove si passa a stento. Arrivo fino in fondo sui ghiaioni, per fortuna, quindi risalgo di nuovo verso la
cresta sbarrata però da enormi diedri rocciosi. Non so come, ma riesco a trovare per un pelo in un crinalino un passaggio strettissimo verso la cima. Sono salvo!
Il tratto di cresta finale a Busa Alta: in verde il percorso che avrei dovuto fare, in rosso quello che ho fatto per errore incasinandomi
Marmotta poco sotto cima Busa Alta
Degli strani tubi su Cima Busa Alta italiana: scoprirò poi trattarsi di "
lanciatorpedini Bettica", una bombarda che lanciava bombe per aprire varchi nei reticolati
Arrampico ancora con attenzione e quando vedo la croce tiro un mega sospirone di sollievo. Se non fossi riuscito a passare ero quasi rassegnato all’idea di bivaccare e riprendere con calma al mattino dopo
. Sono finalmente su
Cima Busa Alta 2513. Panorama enorme e bellissimo, guardo indietro le cime fatte, mi pare quasi impossibile
Cima Busa Alta 2513
E’ però tardino, questo procedere “a tentoni” ha moltiplicato i tempi di percorrenza. Come forze sto ancora benino ma ho finito l’acqua e il crinale verso cima Canzenagol è il solito delirio di rocce e dirupi. Ok ora basta, per oggi ne ho abbastanza. Si torna a valle! Prendo l’interminabile sentiero, stavolta segnato coi soliti segni bianco-rossi, che scende verso il rifugio, con bellissimi camminamenti militari e scalinate ancora perfette dopo quasi 100 anni.
Le incredibili scalinate di guerra, ancora perfettamente agibili dopo 100 anni
Sguardo verso Cima Canzenagol, sarà per un'altra volta
Rotolo di reticolato sotto cima Busa Alta
L’ultima parte del sentiero è un faticoso incedere tra la vegetazione fitta ed erba alta oltre 1 metro, il fondo nascosto dall’erba con sassi viscidi. Prendo anche una storta, la prima della giornata, per fortuna nulla di grave.
Rododendro e genziana maggiore
L'eterna discesa nella boscaglia da Busa Alta
Arrivo al rifugio Cauriol
Dal fondovalle, ultimo sguardo verso le selvagge vette percorse
Alle 19 arrivo al rifugio, sano e salvo anche stavolta. Giro grandioso e bellissimo e, col senno di poi e col fatto che tutto è filato liscio, anche entusiasmante. Sinceramente, se avessi saputo delle difficoltà non so se l’avrei fatto, anche se ora sarebbe tutto enormemente più semplice conoscendo il percorso. Lo consiglierei solo a masochisti e/o ravanatori esperti. Da evitare assolutamente con nebbia, pioggia o pendii bagnati dalla brina. Raccomando eventualmente di fare il percorso sud-nord, assai sconsigliabile nel senso inverso da Busa Alta al Cauriol per via dei pendii troppo ripidi e insidiosi.
Disl. 1400, sviluppo 19 km.
Il percorso