Veduta sul Garda dal Monte Carone
Sfrutto l’ultimo giornata di tempo mite per salire una montagna ignota: il
Monte Carone m 1621 nelle Alpi di Ledro. Dall’abitato di
Pre m 501 mi infilo con la macchina su per la tretta e ripida carrareccia che conduce a
Leano, fermadomi però a quota
615 alla Madonna del Cinale (piccola cappella).
L'abitato di Pre; il sentiero selciato
Da qui si stacca un sentiero senza numerazione che ricalca
un’antica strada selciata che sale ripida nel bosco. Dopo un tornante il sentiero è
scavato soprendentemete nella roccia di un parete verticale, superata la quale il percorso spiana per raggiungere il fondo di una bella e lunga valletta pianeggiante con alcune casette.
Il sentiero selciato scavato nella roccia
Dopo il tratto di ripida salita il sentiero percorre una bella valletta pianeggiante
Con un ultimo strappetto ci si raccorda alla strada forestale che conduce alla
Bocca dei Fortini 1245. E fin qui sono circa 700 metri di dislivello. Ora prendo il sentiero il
sentiero 105 che risale facilmente il boscoso fianco ovest del Monte Carone, fino ad arrivare sotto a delle alte bastionate rocciose verticali che richiamano un ambiente tipicamente dolomitico.
I primi ruderi di guerra salendo alla cima per il sentiero 105
Le bastionate rocciose del Monte Carone versante SO
Il sentiero 105 conduce al "camino"
Pareti apparentemente inaccessibili all'escursionista
Si costeggia per un tratto la base delle pareti, dove si incontrano parecchie
baracche della Grande Guerra. Quindi il sentiero si infila nel famoso “
camino”, ovvero un ripido canalone quasi verticale, dove i soldati italiani hanno scavato nella roccia una
lunga serie di scalinate. Il percorso è
attrezzato con cordino e quindi si sale senza problemi.
Le scalinate scalpellate nella roccia
Il canalone incute un certo timore a prima vista ma non ci sono problemi grazie alle scalinate e ai tratti attrezzati con cordino
Dall'interno del camino la visuale verso sud
Le scalinate scavate nella roccia dagli alpini
Vista verso SO
Ecco l'anticima del Carone
Breve passaggio "aereo"
Raggiunto il crinale, il sentiero prosegue in costa verso l’anticima dove ci sono numerose rovine di
baracche della Grande Guerra. Il panorama è grandioso, il Garda si perde all’orizzone verso sud, oggi sotto una coltre sconfinata di nuvole. Emerge a est la lunga
Catena del Baldo, a ovest l’orizzonte si chiude con le alte cime del gruppo dell’
Adamello coi suoi ghiacciai eterni. A nord la vista incontra la catena che va da
Cima Rocca alla
Rocchetta di Giochello, fino a
Cima d’Oro e
Cima Pari.
I ghiacciai del gruppo dell'Adamello all'orizzonte, in primo piano il sentiero verso la cima sul fianco sud
Vista sul Garda e sul Baldo dalla cima
Nei pressi della vetta c’è un caratteristico monumento realizzato con residuati bellici, sormontati da due elemetti dei due eserciti italiano e austriaco. Il clima è meraviglioso, pare addirittura maggio, dopo i panini approfitto per fare una fantastica pennica al sole. Verso le 15 vado ad esplorare le trincee e i numerosi ruderi verso la cima nord.
Resti di baraccamenti; ruderi sulla vetta
Sentiero con massicciata di sassi a secco; la croce di vetta
Ultimo sguardo sul Garda coperto da una mare di nuvole: non ci si stanca mai di guardare simili spettacoli
E’ ora di scendere: proseguo col bellissimo
sentiero 113, di evidente origine militare, che cala di quota con larghi e comodi zig zag sul versante est del M. Carone fin sotto passo Guil. Qui mi congiungo con la forestale che porta a Malga Vil; la strada diventa in parte cementata con discrete pendenze fino ad una stretta gola rocciosa larga pochi metri.
Il bellissimo sentiero militare con segnavia sat 113
Dopo un paio di tornanti la valle si apre nuovamente nella incantevole radura pianeggiante con la microscopica frazione di Leano, in questa stagione totalmente disabitata. Sta facendo buio e affretto il passo. Percorro ancora un tratto di ripida strada con tratti selciati e cementati perdendo altri 200 metri di dislivello fino ad arrivare alla macchina dove chiudo l’anello.
La strada a tratti cementata che scendo verso Laeno
La minuscola frazione di Laeno, con tanto di chiesetta
Giro facile, molto bello, panoramico; il tratto di salita roccioso alla cima aggiunge un tocco ”dolomitico” molto interessante; abbastanza impressionanti le rovine di numerose opere belliche della Grande Guerra che si incontrano durante la salita. Zero neve, incontrato nessuno in tutto il giorno
. Disl. 1000, sviluppo 15 km.
Il percorso