Lo spettacolare panorama in vetta al Misone
Il
Monte Misone, che domina il
lago di Tenno poco a nord del
Lago di Garda, è una di quelle montagne secondarie un po’ appartate che si tende a trascurare. A torto. Nella mia ormai quarantennale attività escursionistica l’avevo adocchiato tante volte ma mai salito. Così ieri ho approfittato di una fuga infrasettimanale per colmare questa vergognosa lacuna. Devo dire che è valsa la pena
Lago di Tenno, sullo sfondo Cima Pari
Da
Tenno mi porto con l’auto, per strada secondaria tortuosa e con parecchi tornanti,
verso il Rif. San Pietro ovvero fino al
parcheggio poco sotto la Sella di Calino a quota 945. Di qui prendo il
sentiero 412 che sale abbastanza ripido nella boscaglia assolata verso la
Sella di Castiol 1350. Qui con un lungo traversone in bosco rado, sempre più panoramico man mano che ci si alza di quota, raggiungo la bellissima radura di
Malga Tenno o Misone a quota 1573.
Il traversone in bosco rado verso Malga Misone
L'idilliaca radura con Malga Misone
Ultimo strappo verso la cima, il panorama si fa grandioso: sullo sfondo il Brenta merdionale e la dorsale della Paganella - M. Ranzo
Sui ripidi costoni corrono i camosci: questa è l'unica foto decente fatta con lo scarso zoom della Lumix
Ora il sentiero sale ripido, ma senza alcuna difficoltà, per il versante settentrionale con qualche chiazza di neve, poi oltre il limite delle vegetazione fino alla panoramicissima cima del
Monte Misone a quota 1803.
Panoramica dalla cima nord
La vetta è ampia, quasi pianeggiante e pratosa con una conca che separa le due cimotte principali. Quella più a sud è un
formidabile balcone panoramico verso il Lago di Garda, quella a nord verso il
Brenta meridionale e i ghiacciai del
Carè Alto e della
Presanella. Indugio a lungo in vetta ammirando gli sterminati panorami, studiando altri nuovi itinerari verso il
Tofino e la lunga serie di cime che ancora non ho esplorato completamente. Una particolarità: dalla cima è possibile vedere contemporaneamente il Lago di Molveno, il Lago di Tenno e il Lago di Garda.
Vista verso nord, col Carè Alto a sx e Presanella a sx. im basso a dx Cima Sera
Vista sul Garda con la Catena del M. Baldo
Veduta verso il Tofino
Caré Alto sullo sfondo
Dopo essermi inebriato di tanto splendore, con un sole caldo tipicamente estivo (sembra luglio), nel tardo pomeriggio inizio a malincuore la discesa, dove ho in mente di compiere un lungo giro ad anello per rientrare. Raggiungo dunque la
Malga di Tenno, interessata da lavori di ristrutturazione (non del tutto convincenti) e col
sentiero 433 decido di andare a dare una occhiata all’
ex rifugio Misone.
Malga Misone; la fioritura a parte le eriche e i crocus è ancora scarsa, questo è tra i pochi fiori visti: Leucojum vernum - Campanellino d'inverno
che sorge in cima ad un pascolo incantevole a dir poco, con lo sfondo maestoso del Carè Alto, della Presanella e del Brenta meridionale. La struttura appare in stato di abbandono anche se non ancora in rovina: la falda della tettoia a nord è abbonantemente puntellata per evitare il crollo. Sulla carta il posto è segnato come
malga Fiavé (rovine) ed ex rifugio Misone: che peccato, un posto così idilliaco.
I pratoni verso l'ex rifugio Misone, il Brenta sullo sfondo
L'ex rifugio Misone
Torno quindi indietro per prendere il
sentiero 432 che mi porterà giù fino al
passo Ballino. Nei pressi del bivio alla sella dei Misone 1585, c’è un
maestoso e secolare esemplare di faggio: la particolarità è che non ha un fusto unico ma molti poderosi che si intrecciano verso il cielo
. Misuro la circonferenza con vari “abbracci”: 4 metri e sessanta centimetri! Niente male per un faggio a 1600 metri di quota!
Il maestoso faggio al Passo Misone, 4 metri e 60 i circonferenza!
Una delle rare fioriture, la neve è andata via da poco: esemplare di Draba aizoides (Crucifera)
La Valle Lomasona, sullo sfondo il Passo S. Giovanni
Ancora grossi faggi: enorme abete rosso
Inizio quindi la lunghissima
discesa col 432 per bella strada forestale ne bosco che mi porta fino al
Passo Ballino a quota 763 metri. Attraversando vasti prati a fianco della strada, raggiungo l’abitato di
Ballino che sono ormai le 18.30, dove faccio scorta d’acqua ad una fontana di fronte alla chiesa. All’imbocco del
sentiero 406 mi piglia quasi un colpo: il cartello indica 2 ore e 40 per il rifugio S. Pietro! Addirittura! Possibile abbia sottostimato così le distanze che avevo calcolato sulla carta? Poco male arriverò col buio, penso, tanto ho la pila.
Cala la sera quando, attraversando i campi, arrivo a Ballino
Mi metto in marcia di buona lena per l’
itinerario “Garda Brenta” per bella strada forestale (chiusa al traffico da sbarre) che sale discretamente di dislivello. Dopo una specie di passo, la strada scende decisamente quindi trovo finalmente
la deviazione col sentiero che sale ancora di quota. Controllando la posizione, deduco che i tempi indicati dal cartello sono sovrastimati. Con lungo traversone per stradella forestale raggiungo finalmente il
maso Bastiani. Quindi ancora salita, che inizia a farsi sentire nelle gambe, fino a raggiungere il parcheggio dove ho la macchina che sono
ormai le 8 di sera. Per fortuna il cartello a Ballino era dunque sbagliato: ci ho messo circa h 1.30 (di buona passo ma senza strafare) contro le 2,40 indicate. Meglio così
Giro facile e meraviglioso, anche se un po’ lungo, con panorami davvero eccezionali. Consigliato a tutti! Chi non volesse sciropparsi il lungo ritorno dal passo del Ballino può tornare dalla stessa via dell'andata, accorciando di parecchio il percorso.
Dislivello circa 1250, coi vari saliscendi, sviluppo 20 km.
Il percorso