In vetta al Corno Bianco - Weisshorn
Iniziato l’anno come meglio non si può, ovvero con una bellissima escursione in montagna
. Sembrava una escursione di tutto riposo ma poi, come vedremo, le cose si complicheranno abbastanza concludendo col solito rientro a notte fonda
Partiamo poco a monte da
Redagno di Sopra (BZ) a circa quota 1500. La zona è un intrico di stradelle e sentieri in cui non è sempre facile orientarsi. Prendiamo la
direzione per il ristorante Nigglhof (senza raggiungerlo) quindi per strada forestale nel bosco, tra belle radure di pascolo nei grandi lariceti, col
sentiero 7b raggiungiamo il
sentiero W che percorre un magnifico crinale boscoso.
Le belle radure tra i boschi di larici
Verso quota 1800 il sentiero si affaccia sulla
voragine impressionante del Canyon del Bletterbach, una colossale erosione che più a valle diventa una
profonda forra dove sono state rinvenute le
impronte dei dinosauri.
Il primo affaccio sulla forra del Bletterbach salendo alla cima del Corno Bianco
L'ultimo tratto di salita alla cima costeggiando una mugara
Tra i pinnacoli rocciosi poco sotto la cima
Stratificazioni sotto la cima
La voragine sotto il Corno Bianco, col crinale percorso in salita
Per gli studiosi, la montagna erosa così profondamente è un caso raro nella catena alpina e un eccezionale “libro aperto” per osservare le
stratificazioni delle varie ere geologiche. Il sentiero corre sul crinale, a tratti leggermente esposto sui ripidi costoni franosi, attraversando una
vasta distesa di mughi. Con alcuni zig zag raggiungiamo infine le bianche rocce calcaree della cima, fino in vetta al
Corno Bianco o Weisshorn m 2313, dove si gode di un panorama quasi sterminato sui principali gruppi Dolomitici, e una visuale eccezionalmente vasta verso nord fin sul confine con l’Austria. Proprio di fronte verso sud vediamo la cima del
Corno Nero - Schwarzhorn 2439 salito di recente.
In vetta al Corno Bianco
Il Corno Bianco visto dalla vetta del Corno Nero
Vista verso Catinaccio e Latemar
Veduta verso nord
Per noi “orsi” la cima è anche troppo frequentata: arriva continuamente gente dal vicino
Passo Oclini 1989 (perfino un tizio coi Moon Boot!), dal quale si arriva in vetta in meno di un’ora e così c’è un via vai di escursionisti più o meno fasulli. Dopo la sosta panini al sole e le foto di rito, decidiamo di provare a scendere, anziché dalla facile discesa sud verso Malga Gurndinalm o Coradin, dal
roccioso versante nord e percorrere
l’ignoto crinale del canyon settentrionale per il sentiero n. 5. A parte tre giovani tedeschi dall’abbigliamento improvvisato e quindi allo sbaraglio, non abbiamo visto salire o scendere nessuno. Poi capiamo il perché:
il primo tratto su rocce sdrucciolevoli è abbastanza esposto e non troppo adatto ai merenderos che affollano la cima.
La bolgia giù a Passo Oclini, desolatamente senza neve
Dalla cima del Corno Bianco vista verso sud col Corno Nero
Anche la vista verso ovest è notevole
Ci prepariamo per la discesa dal roccioso crinale nord
Comunque è attrezzato con cordino che è sempre un bell’aiuto. Per canalini e piccole cenge scendiamo con circospezione fino alla base del Corno Bianco versante nord, da dove si diparte un bellissimo crinale proprio sul bordo dove si origina la voragine del canyon.
La prima parte della discesa è impegnativa ed esposta, attrezzata con cordino: nulla di terribile ma è meglio stare attenti (foto LS)
Tratto di cengia attrezzata
Il tratto più rognoso è fatto
L'inizio della grande frana verso la forra del Bletterbach
L'aereo crinale nord
Un ultimo tratto esposto, attrezzato con cordino
Vista verso Sciliar e Catinaccio
Il crinale nord con la cima del Corno Bianco, nell'ultimo tratto attrezzato per scendere di quota
Scendiamo di quota con bellissimi panorami alla luce del tramonto col
sentiero n 5 fino al bivio con il
sentiero Europeo E5 che scende in fondo alla forra. Ogni tanto lungo il sentiero dobbiamo aggirare dei fontanili che si sono trasformati in
torrenti di ghiaccio.
Il crinale finale
Affacciati sul canyon
Calano le luci del tramonto
La spettacolare radura calando verso il sentiero E5
La voragine sotto al Corno Bianco
Ultima sosta prima di infilarci nel canyon del Bletterbach
Ci illudiamo di poter attraversare il canyon e risalire col sentiero 4[/b] ma, arrivati sul fondo del canyon presso la
Wasserfall, una grande cascata ghiacciata, il sentiero scompare, come qualunque indicazione. Ci sono sì dei segni sbiaditi a terra ma l'esile traccia appare malmessa e in evidente stato di abbandono, sbarrata per giunta da alcuni pali.
La Wasserfall in fondo al Canyon del Bletterbach, un salto invalicabile dove i vecchi sentieri scompaiono
Grazie al gps del cello rintracciamo la giusta direzione ma ci appare subito chiaro che il sentiero è impraticabile: sta calando il buio e la situazione non ci piace per nulla. Percorro in avanscoperta le tracce del vecchio sentiero che attraversa un canalone ripido, in parte franato e quasi a picco sulla Waserfall. Uno scivolone e si finisce male. Provo a insistere un po' ma è chiaro continuare non è proprio il caso: probabilmente il sentiero, che pure esiste sulle mappe online e sulle carte, è franato e comunque non praticabile.
Risaliamo il fondo del canyon per cercare il sentiero G
Con le pive nel sacco torniamo indietro, giù sul fondo del canyon[/b]. E ora? La cosa più ragionevole ci sembra risalire la forra lungo il torrente, che per fortuna è quasi in secca anche se con parecchi tratti ghiacciati,
fino al bivio col sentiero G che risale (dovrebbe) fino al crinale per
ricongiungersi col sentiero W fatto all’andata. Con l’ultimo chiarore prima della notte risaliamo un po’ preoccupati il fondo del canyon lungo il torrente: il gps è sempre un grande aiuto, anche psicologico per capire bene dove si è. Dopo una ventina di minuti camminando sulle ghiaie gelate del torrente in fondo al canyon, troviamo il
bivio col sentiero G e delle rassicuranti tabelle. Piccola sosta per tirare un sospiro di sollievo, mangiare qualcosa e tirare fuori le luci frontali, quindi affrontiamo l’
ultima salita verso il crinale, che raggiungiamo senza difficoltà. Quindi per il tratto dell’andata fino alla macchina col buio ma sani e salvi ancora una volta.
Il percorso
Resta una domanda di fondo: ma
perché non mettere della tabelle che avvisino dei sentieri chiusi e pericolosi? E’ chiaro che il canyon, essendo in continuo “movimento” per le frequenti frane, ha una sentieristica assai precaria.
Le cartine sono piuttosto inaffidabili al riguardo perché riportano vecchi sentieri non più agibili. Proprio per questo sarebbero utili degli avvisi anche per chi, ad esempio, scende dal Corno Bianco, ovvero
da tutte le vie di accesso. Giro comunque bellissimo con finale “avventuroso”. Per chi non vuole problemi consiglio di scendere dalla cima del Corno Bianco per le
comoda discesa verso Passo Oclini, a S e SO verso Malga Corandin - Gurndinalm. Dislivello circa m 1000, sviluppo km 13,2