Autore Topic: [CATINACCIO] Angoli di paradiso ancora integri in Fassa: Do Ciuril e Val de Dona  (Letto 7986 volte)

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La lunga dorsale erbosa del Do Ciuril tocca i 2355 metri

Sembra incredibile ma anche nella iper turisticizzata Val di Fassa si possono trovare angoli di paradiso nascosti, dove non si trova quasi nessuno: è il caso di due piccole vallette glaciali laterali, la val de Dona e la Val Grepa (c'era anche la val Jumela, poi massacrata dagli impianti). Ieri sono quindi tornato in Val de Dona, salendo però per le spettacolari balze del Do Ciuril, quindi per lunghe creste erbose in alta quota fino a "planare" nella meravigliosa Val de Dona. Complice anche il meteo un po' nuvoloso, i paesaggi erano quasi "islandesi".


Partenza da Mazzin dal comodo parcheggio in fondo al paese

Attraversato l'abitato imbocchiamo la ripida Val Udai

Guardiamo in alto verso le balze del Do Ciuril e vediamo il disastro di Vaia: il sentiero passa più in alto ma ce la faremo?

Risaliamo la ripida Val Udai per la strada forestale con discrete "pontare" (salite) selciate che accorciano subito il fiato. Vediamo interi costoni di bosco schiantato dalla tempesta Vaia di fine ottobre 2018, ci chiediamo se riusciremo mai a passare,  cominciamo a farci venire qualche dubbio, ovunque è uno sfacelo. Raggiunta la fine della forestale, dopo un ponticello si imbocca il sentiero 580. Dopo pochi minuti ecco il bivio con dei cartelli: Do Ciuril non è menzionato ma noi imbocchiamo il sentiero di dx ben evidente. Salendo, ecco i primi schianti ma ci rendiamo conto che qualcuno è passato con la motosega ad aprire i varchi. Abbiamo saputo poi che probabilmente è per aprire l'accesso ad una falesia più in alto, posto che al Do Ciuril per il sentiero, senza alcun indicazione, non ci sale nessuno a parte qualche indigeno che conosce i posti.


La cima del Mantel 2567, a dx il versante raso al suolo da Vaia

Qualcuno ha aperto il sentiero per il Do Ciuril, altrimenti sarebbe stato impossibile passare

La cosa comunque ci rallegra e saliamo per il bel sentiero che traversa il versante fino ad uno spettacolare canyon roccioso con le pareti a precipizio. Poco dopo in una raduna ecco una vecchia e magnifica baita, purtroppo un po' malandata. 


I precipizi di Calvidoi

La grandiosa Val Udai

Antica baita nella zona di Calvidoi

Un enorme pino silvestre con un numero impressionante di fusti

Decine di parapendii sulle nostre teste, decollati dal Col Rodella

Il sentiero è magnifico, e si inerpica per gli antichi pascoli verso Socresta con spettacolari traversi, fino a impennarsi lungo il versante orientale del Do Ciuril, con brevi tratti leggermente esposti, ma nulla di che: basta un po' di attenzione. Superiamo la fascia del limite boschivo, ormai dominano il paesaggio soprattutto bellissimi esemplari di cirmolo e qualche larice.


Piange il cuore nel vedere queste antiche baite crollate miseramente

Ci alziamo di quota sopra il limite boschivo

Nella parte finale della salita il sentiero ha dei brevi tratti leggermente esposti

Vista verso la Val di Fassa, a sx spunta la vetta del Ponsin in Val de Dona 

Sbuchiamo nel grande impluvio erboso sotto la cima di Do Ciuril, dove è sopravvissuta una sola delle diverse baite che c'erano un tempo. Qui il sentiero si perde verso Socresta, quindi lo abbandoniamo per salire per ripidi prati, facilmente fino alla cima del Do Ciuril, un balcone ultrapanoramico sulla Val di Fassa, coi fianchi a precipizio. Se non fosse per le decine di deltaplani che volano sulle nostre teste, il senso di solitudine sarebbe quasi assoluto. 


L'ultima baita sopravvissuta verso Socresta

Vista sulla Val di Fassa, verso Campitello

La baita solitaria domina la vallata

Saliamo rapidamente verso la cima, un piccolo balcone panoramico sul ciglio di un precipizio. Facciamo sosta panini in attesa di capire come evolverà il meteo, pare che tenga quindi dopo un po' ci rimettiamo in marcia. Risaliamo i pochi metri di dislivello dall'altura soprastante, e ci affacciamo sulla gigantesca faglia tra il roccioso M. Mantèl e l'alta Val de Dona dalle rocce scure. Un'aquila volteggia sulle nostre teste.


Affacciati sulla Val Udai: l'enorme faglia tra il Mantel e Val de Dona a dx

Vista verso Aut de Muncion e Torre Rizzi avvolta nelle nebbie: lì sotto passa il "mitico" sentiero Paola, quasi in disuso, fatto tempo fa

Riprendiamo la salita, al centro il cocuzzoletto a sbalzo sulla valle dove abbiamo fatto sosta pranzo

La grandiosa faglia, al centro Cima de Dona

Guadagnata l'ampia e lunga dorsale e raggiunta la massima elevazione del nostro giro di m 2355, il panorama diventa grandioso: avvistiamo la Val de Dona. Avvistiamo un gruppo di camosci che trotterella sotto di noi per il costone: sempre emozionante vedere questi splendidi animali selvatici. Ora resta da capire come scendere, inizialmente pensavamo di scendere dal crinale ovest, ma vediamo che anche la discesa diretta non presenta grossi problemi tra morbide macchie cespugliose di rodendro e mirtillo. Non sappiamo se si può scendere dalla strada della Val de Dona per gli schianti (la mappa Sat dà la strada come chiusa), ma vediamo da lontano una macchina vicino ad una baita quindi deduciamo che la strada è fattibile. Quindi abbandoniamo l'idea di scollinare in Val Duron per il Pass de Ciampai per l'ora tarda, ma soprattutto perché non sappiamo se i sentieri di rientro a valle del Rif. Micheluzzi sono agibili (non lo sono, scopriremo poi).


Ecco la Val de Dona dall'alto

Mirtilli, aquila, genziana sfrangiata, rododendri e mirtilli

Vista verso i Denti di Terrarossa

Discesa in Val de Dona per la facile dorsale ricoperta di mirtilli e rododendri

Chiediamo conferma all'indigeno se la strada è aperta, dice di sì. Ottima notizia. L'alternativa era scendere per la Val Udai, che però ho fatto un sacco di volte e non avevo proprio voglia di rifarla. Decidiamo quindi di scendere per la strada che costeggia altre bellissime baite. Anche se so che la parte in basso è lunga eterna, ripida con vari strati cementati spaccagambe.


Sguardo indietro in Val de Dona

Il minuto ma bellissimo Rif. de Dona

Il bivacco è stato rimesso a nuovo, splendido!

La casupola adibita a bivacco

Ci dirigiamo verso valle

Caliamo di quota abbastanza rapidamente

Baite caratteristiche

Quasi tutti i sentieri di collegamento con l'adiacente Val Duron sono inagibili per schianti, segnalati con numerosi cartelli come questo

Dopo estenuante discesa, eccoci in vista di Mazzin all'imbrunire, per fortuna le strade forestali sono agibili

Giro bellissimo, ultrapanoramico, frequentato da quasi nessuno. Avendo tempo, si può salire anche il crinale in Val de Dona fino alla bella e panoramica cima del Ponsin m 2382. Il nostro giro è stato di circa 16 km, per 1000 metri di dislivello


Il percorso fatto
« Ultima modifica: 29/09/2019 23:42 da AGH »
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Bellissimo! Comunque la stagione migliore della Val di Fassa per chi non vuole la folla è proprio questa, ancora luce e nessuno in giro, appena chiudono i rifugi le valli turistiche si spopolano

Offline AGH

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Bellissimo! Comunque la stagione migliore della Val di Fassa per chi non vuole la folla è proprio questa, ancora luce e nessuno in giro, appena chiudono i rifugi le valli turistiche si spopolano

senza dubbio, in ogni caso Val de Dona o Val Grepa sono quasi deserte anche in luglio e agosto, provare per credere! ;) Il dislivello di 1000 metri, pur non essendo severo, fa una sana selezione naturale  :D
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