Autore Topic: [CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore  (Letto 9615 volte)

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In marcia verso la foce dell'Avisio

8° giorno di esplorazione fluviale. Siamo quasi alla fine. C’è una certa mestizia, come quando quando il bel giocattolo si rompe o il prete ti porta via il pallone.  Ravanare in territori inesplorati è un gioco bellissimo. Riporta in qualche modo all’infanzia, quando si esplorava gattoni la stanza, poi l’orto o il giardino. Crescendo, il gioco spontaneo della scoperta poi molti lo perdono per strada, presi da altre occupazioni. Altri, come noi, lo conservano fin nell’età adulta, e perfino da anziani :) .


Scendendo verso il fiume

Oggi dovremmo arrivare alla foce dell’Avisio, alla confluenza del fiume Adige. Prima però ci resta da esplorare ancora il tratto tra Mosana e il Ponte di S. Lazzaro a Lavis, con il notevole ostacolo dello sbarramento di S. Giorgio.


Non c'è rosa senza spine: queste però, lunghe ben 4 cm e pericolosissime, sono della robinia pseudoacacia. Se non si sta attenti si rischiano dolorose ferite e paurosi "sette" nei vestiti

Camilo Nardelli ci guida verso il fiume

Il ghiaccio avvolge ogni cosa nella golena senza sole: i sassi sono scivolosissimi

Mi si nota di più se passo sopra o sotto l'albero caduto? Meglio sotto, sopra tra spine micidiali e ghiaccio si rischiano gli zebedei...

Ansa del fiume, anche di qui non si passa

Stavolta ci dà man forte Camillo Nardelli di Lavis, profondo conoscitore dell’Avisio, ex disgaggiatore, amante della natura. Di questo tratto di fiume conosce ogni angolo. Negli anni ha addirittura creato un suo rifugio segreto in una golena sabbiosa.


Si scende verso il greto dell'Avisio per un antico sentiero abbandonato

Camillo Nardelli ci guida per una ripida e disagevole discesa

L'oasi di Camillo

Camillo Nardelli e Gigi Zoppello nell'oasi: data la stagione la golena è un po' disadorna ma in estate è uno spettacolo di piante e fiori

Ha lavorato duramente ogni volta che poteva nel tempo libero: ha sfoltito la vegetazione, spostato pietre, picconato, sbadilato, rastrellato, messo a posto, coltivato piante e fiori, creato un orto, piantato una piccola vigna. Il risultato è una bellissima oasi di pace lungo il fiume, dove trascorrere ore di serenità a contatto con la natura. L’Avisio è anche questo: esplorando il suo territorio emergono storie e personaggi di grande fascino.


Camillo Nardelli, grande conoscitore dell'Avisio

L'ingresso del rifugio segreto di Camillo

Per arrivare al rifugio di Camillo bisogna scendere per una traccia di un antico sentiero quasi scomparso, che solo lui e pochissimi altri conoscono, e che certamente non avremmo mai trovato da soli. Con una impegnativa discesa tra la boscaglia caliamo fino alla riva dell’Avisio. Da lì proseguiamo con fatica nella solita vegetazione lussureggiante verso Mosana, fino ad una parete verticale che ci sbarra il passo, proprio di fronte alla zona sotto le cave, che abbiamo esplorato precedentemente. Un capriolo fugge al nostro arrivo. Anche su questa sponda ci sono i resti di una vecchia cava dismessa, coi soliti rottami sparsi, pezzi di rimorchio, una baracca di sassi.


La baracca che serviva ai lavoranti della cava

Nella boscaglia della golena

Uno dei tanti copertoni buttati nel bosco, ne abbiamo visti sicuramente oltre cento durante le nostre esplorazioni

Verso la Serra di S. Giorgio, la solita vegetazione "amazzonica"

Si ravana sempre, tanto per cambiare, sia in salita che in discesa, come in questo caso...

Gli immancabili copertoni, fanno parte del paesaggio fluviale ormai...

Torniamo quindi indietro verso la diga di S. Giorgio per vaghe tracce, passando sotto a delle scarpate purtroppo usate come discariche. Si trova di tutto: copertoni, bidoni, plastiche, spazzatura varia, rottami, pezzi di lavatrice, perfino un’automobile.


Bidoni di olio

Una lavatrice, plastiche varie, copertoni assortiti, in fondo un pezzo di automobile


Dobbiamo quindi risalire per rocce un po' esposte sull'acqua. Meglio non scivolare perché un bagno in questa stagione sarebbe tutt'altro che piacevole

Le micidiali spine della robinia sono sempre in agguato

Nella golena non è ancora arrivato il sole, tutto è cristallizzato nel ghiaccio

Arriviamo alla Serra di S. Giorgio, l’antico sbarramento costruito dagli austriaci per contenere i detriti trasportati dal fiume. Ci sono dei lavori in corso con ruspe: con sorpresa troviamo il tunnel aperto, dove ci infiliamo senza indugio visto che non c’è nessuno a impedirci l’ingresso.


Il tunnel che passa sotto la Serra di S. Giorgio

La galleria sotto lo sbarramento, dentro c'è il frastuono dell'acqua che filtra dalla centralina

Speriamo di trovare aperto dall'altra parte... sarebbe una fortuna insperata

Sguardo indietro, anche la Serra di S. Giorgio è superata grazia alla provvidenziale, ma occasionale, apertura della galleria

Percorriamo quindi la lunga galleria che passa sotto lo sbarramento per sbucare più a valle, lungo la stradella di servizio che costeggia l’Avisio. Qui Camillo si congeda perché deve rientrare, lo ringraziamo e proseguiamo la nostra marcia. Arriviamo finalmente sotto al Ponte di ferro di S. Lazzaro: è fatta! Facciamo qualche foto, l’avventura è quasi finita dopo 8 giorni di dure esplorazioni.


Ecco il Ponte di Ferro di S. Lazzaro, è fatta!

La strada lungo l'argine a Lavis

Sguardo indietro dopo aver superato l'ultima forra dell'Avisio

Ci avviamo un po’ mestamente verso la foce, camminando per lo stradello sotto l’argine nord. C’è gente che passeggia col cane, chi fa footing, chi passa velocemente in bici. Qualcuno ci guarda distrattamente, forse chiedendosi da dove veniamo: siamo gli unici in giaccavento, con gli zaini e i bastoni da trekking. Se sapessero…


Cerchiamo nella golena un passaggio verso la foce

Ciottoli nella sabbia a Lavis, dopo un lungo viaggio portati alla corrente dell'Avisio

C’è un bel sole e una temperatura mite, i gatti tendono agguati alla lucertole lungo la massicciata dell’argine. Potremmo scendere lungo la stradella verso la foce, ma amiamo noi la vita comoda? Ovviamente no: ci inoltriamo quindi nella golena seguendo l’Avisio, il nostro “amico di ravanate”, per accompagnarlo fino alla fine. Il fiume si biforca, dobbiamo costeggiare un ramo che si inoltra in una golena sabbiosa, poi in un bosco scuro. Si alzano in volo eleganti gli aironi cinerini: i germani reali invece sono più confidenti e sguazzano nelle anse incuranti del nostro passaggio.


L'Avisio si divide in rami secondari

La zona golenale verso la foce

Il bosco si fa cupo, entriamo nel cono d'ombra della montagna

Guado difficile, meglio di no...

Entriamo nel cono d’ombra della montagna, il bosco si fa tetro, da lontano proviene un rombo cupo: ancora non lo sappiamo ma ci avviciniamo all’orrore. L’acqua rallenta, diventa grigia e melmosa, sopravviene un puzzo di marcio e di mer*a, intravediamo tra la boscaglia gli orrendi cavalcavia nel bel mezzo della foce, la ferrovia, la tangenziale, l’autostrada. Il rumore è molesto, a tratti assordante: dopo 8 giorni di silenzio è insopportabile.


Ecco l'orrore

Un ramo melmoso dell'Avisio si insinua tra i pilastri del viadotto verso l'Adige

Camminiamo nello squallore, sotto ai giganteschi viadotti con le fondazioni nell’acqua stagnante. Questo dovrebbe essere un biotopo! Sotto la campata di un ponte troviamo i resti di qualche accampamento di balordi, un brutto graffito, rifiuti sparsi. Appesa ad un pilastro di cemento, quasi inchiodata come fosse un cristo, una bambolina “Barbie” senza una gamba. Mi sembra il simbolo perfetto della natura violentata.


La Barbie senza una gamba, simbolo perfetto della natura violentata

Girovaghiamo quasi sgomenti sotto le campate di cemento, mentre da sopra arriva un suono continuo, martellante e ossessivo della auto che passano: “tu tun, tu tun, tu tun”. Dobbiamo faticare per trovare un passaggio per vedere almeno il fiume Adige, tra melma maleodorante, boscaglia e cemento, rifiuti, spazzatura. Attraversiamo lande spettrali di boscaglia e discariche abusive: questa sarebbe un biotopo? Meglio che non lo sappia nessuno!


Sotti ai viadotti

Brutto murale...

Qua e là la natura riesce ancora a sopravvivere nello squallore delle tangenziali

Le fondazioni del viadotto nell'acqua stagnante

Nella boscaglia e nella spazzatura cerchiamo un passaggio verso la riva dell'Adige

Arriviamo finalmente, senza gioia, sulla riva dell’Adige: una riva rettilinea brutta, anonima, buia e piena di rovi, di fronte una parete rocciosa verticale. Anche qui si vede la mano nefasta dell’uomo: il fiume infatti è stato “raddrizzato” dagli austriaci e ridotto ad un canale per far posto alla ferrovia.


Ecco il fiume Adige, ridotto ad un triste canale: la macchia marrone scura sotto al cespuglio in corrispondenza di una roggia, emana un odore inequivocabile

Non possiamo finire il trekking fluviale in questo schifo, pensiamo. Torniamo verso Lavis, camminando in mezzo alle cave di ghiaia e sassi, con gli esilaranti cartelli della Provincia “Riserva naturale provinciale”. Una presa in giro a dir poco: di naturale non è rimasto quasi nulla, tutto è stato stravolto, deturpato, violentato. C'è perfino una pista da motocross!


La "Riserva naturale Provinciale" tra lo squallore delle cave

"Biotopo alla trentina"

Risalendo l’argine verso Lavis, sentiamo un tremendo frastuono alle spalle: ci giriamo e vediamo un lunghissimo treno carico di automobili che sferraglia verso sud. Scappiamo da quell’orrore.


L'ultima orrenda immagine: un lungo e sferragliante treno carico di macchine

La foce dell'Avisio assediata dai capannoni e dalle cave, in rosso la nostra traccia GPS

Torniamo verso Lavis, fuggendo dall'orrore della foce

Dopo aver visto tanta bellezza per giorni e giorni, l’arrivo alla foce è stato un trauma. L’esplorazione dell’Avisio è quasi conclusa, ma non del tutto... Stay tuned :)


Il sorprendente giardino dei "Ciucioi" a Lavis

Salendo al Pristol a Lavis

Serratura in un vicolo di Lavis

Ci fermiamo per una birra al bar presso il Ponte di S. Lazzaro

Dal Ponte di S. Lazzaro il fiume Aviso, dopo un viaggio di 90 km iniziato dalla Marmolada, scorre pigramente verso la foce con l'Adige

Esplorazioni precedenti

7 Esplorazione: dalla Diga di S. Giorgio a Camparta
http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura-della-montagna/(cembra)-avisio-7a-esplorazione-dalla-diga-di-s-giorgio-a-camparta/

6 Esplorazione: da Camparta a Barco
http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura-della-montagna/(cembra)-avisio-6a-esplorazione-da-camparta-a-barco/msg110496/#msg110496

5a Esplorazione: da Mosana a Lisignago
http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura-della-montagna/(cembra)-avisio-5a-esplorazione-gente-cembrana/msg110473/#msg110473

4 Esplorazione: Albiano, Sottolona, Centrale di Pozzolago
http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura-della-montagna/avisio-4a-esplorazione-quando-il-gioco-si-fa-duro/msg110370/#msg110370

3a Esplorazione: dal Ponte dell'Amicizia verso Cantilaga
http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura-della-montagna/(cembra)-avisio-3a-esplorazione/msg110219/#msg110219

2a Esplorazione: da Pont dela Rio a Valda
http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura-della-montagna/(cembra)-avisio-2a-esplorazione-fluviale-dal-pont-dela-rio-a-valda/

1a Esplorazione: il paese fantasma di Ischiazza
http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura-della-montagna/il-paese-fantasma-di-ischiazza-sull'avisio/msg109738/#msg109738
« Ultima modifica: 09/12/2016 23:08 da AGH »
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Offline radetzky

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Re:[CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore
« Risposta #1 il: 11/12/2016 20:48 »
Devo dire che l'idea inizialmente non mi entusiasmava, un pò perchè conosco poco l'Avisio un pò perchè, quasi ovunque, i fiumi che nascono a carattere torrentizio arrivati a livello collinare si trasformano, purtroppo, in cloache a cielo aperto...
Invece ne è venuto fuori qualcosa di veramente bello ed interessante anche a livello di storia locale, scontati anche, ovviamente, gli orrori finali
Diciamo che in un paese civile una regione dovrebbe essere quasi in dovere di acquistare o quantomeno pubblicizzare un reportage di questo livello... :(
Complimenti alla lungimiranza e perseveranza del bocia AGH!  ;)
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline Alan

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Re:[CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore
« Risposta #2 il: 13/12/2016 12:57 »
Complimenti Agh!!!
Report bellissimo, fatto con dedizione, si vede che ci sai fare!!

Orribile vedere il menefreghismo dell'essere umano nei confronti della Natura, ho provato una sensazione di angoscia durante la visione delle fotografie...
Squallido è dir poco!

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Re:[CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore
« Risposta #3 il: 13/12/2016 13:54 »
Devo dire che l'idea inizialmente non mi entusiasmava, un pò perchè conosco poco l'Avisio un pò perchè, quasi ovunque, i fiumi che nascono a carattere torrentizio arrivati a livello collinare si trasformano, purtroppo, in cloache a cielo aperto...
Invece ne è venuto fuori qualcosa di veramente bello ed interessante anche a livello di storia locale, scontati anche, ovviamente, gli orrori finali
Diciamo che in un paese civile una regione dovrebbe essere quasi in dovere di acquistare o quantomeno pubblicizzare un reportage di questo livello... :(
Complimenti alla lungimiranza e perseveranza del bocia AGH!  ;)

grazie, in realtà l'Avisio lo conoscono in pochissimi, persino gli stessi trentini! L'accesso è spesso complicato, i versanti scoscesi, nel dopoguerra è stata abbandonata praticamente ogni attività umana che anticamente era notevole lungo il fiume. Questo abbandono è stato in qualche modo la "fortuna" dell'Avisio che, sfruttamento idroelettrico a parte, è rimasto sostanzialmente integro. Posso assicurare che, avendolo ora percorso tutto negli ultimi 40 km da Molina di Fiemme a Lavis, è un paradiso terrestre. Ora si tratta di capire come preservare questa meraviglia naturalistica...
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Re:[CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore
« Risposta #4 il: 13/12/2016 13:58 »
Orribile vedere il menefreghismo dell'essere umano nei confronti della Natura, ho provato una sensazione di angoscia durante la visione delle fotografie...
Squallido è dir poco!

grazie Alan, per fortuna credo che la coscienza ambientale sia cresciuta negli anni recenti, rispetto a quando il fiume era usato come discarica a cielo aperto. Anche se purtroppo rimangono grossi problemi di incuria e vari progetti di sfruttamento ulteriore che rischiano di depauperare un ambiente naturalistico meraviglioso
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Offline Alex Bear

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Re:[CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore
« Risposta #5 il: 13/12/2016 14:18 »
@ Agh: sai, per caso, dirmi qualcosa di più del  giardino dei "Ciucioi" ed edificio attiguo? Grazie.  :)

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Re:[CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore
« Risposta #6 il: 13/12/2016 14:50 »
@ Agh: sai, per caso, dirmi qualcosa di più del  giardino dei "Ciucioi" ed edificio attiguo? Grazie.  :)

fu edificato da Bortolotti, un personaggio piuttosto eccentrico, dopo la metà del 1800
http://www.comune.lavis.tn.it/Vivere-a-Lavis/La-cittadina-di-Lavis/Cosa-puoi-visitare/Il-giardino-romantico-dei-CIUCIOI

Attualmente credo che sia chiuso per lavori, non so se lo aprono nei fine settimana, dovresti chiedere in Comune

http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2013/12/03/news/ciucioi-il-giardino-massonico-di-lavis-1.8233768
« Ultima modifica: 13/12/2016 14:55 da AGH »
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Offline Alex Bear

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Re:[CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore
« Risposta #7 il: 13/12/2016 15:05 »
Grazie mille!  :)