Autore Topic: Il Maso abbandonato sul Rio Brusago  (Letto 3982 volte)

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Offline AGH

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Il Maso abbandonato sul Rio Brusago
« il: 11/04/2019 20:41 »

Il maso abbandonato da circa mezzo secolo

Mi era incredibilmente sfuggito finora, nei molti giri fatti nei dintorni qui vicino a casa, ben nascosto nella fitta boscaglia. Ho scovato questo maso rurale per caso, intravedendo qualcosa nelle foto aeree. Successivamente l'ho individuato a vista scendendo verso Valcava, a mezza costa sopra il Rio Brusago.


Masi semi-abbandonati ai Còleri

La Val Santa lungo il Rio Brusago, purtroppo sconciata da briglie, tagli e quindi gli schianti di fine ottobre

I masi sono quasi tutti in rovina

Altro maso tra Coleri e Moschi, dev'essere stato molto bello all'epoca

Non esistono praticamente notizie, io almeno non sono riuscito a trovarne. La zona, chiamata Còleri, era un tempo abitata assieme ad altre località nei dintorni come Moschi, Ferari, Bortolai e Caloneghi (quest'ultimo sulla sponda opposta), da diversi masi sparsi, in gran parte oggi in rovina, lungo il corso del Rio Brusago. Anche di questo maso che vado a visitare non si sa quasi nulla: il nome dovrebbe essere "Scòpoli",  abbandonato dagli ultimi due abitanti che si rifugiarono al Gabàrt durante l'alluvione del 1966.


Mappa di metà '800, nel cerchio il maso

Della presenza umana di un tempo sono rimasti per lo più ruderi, qualche capitello, le antiche mulattiere

La mulattiera che traversa verso i Sveseri

Il maso è a metà costa ma irraggiungibile dalla mulattiera d'un tempo, sepolta dagli schianti della recente ondata di maltempo. Quindi dai masi di fondovalle a valle di Brusago, sull'Altopiano di Piné, cerco una traccia: ne trovo una molto vaga, salgo tra i terrazzamenti abbastanza disagevoli tra tagli e schianti che hanno miracolosamente sfiorato il maso.


Schianti di alberi hanno miracolosamente risparmiato il maso

Il maso è piuttosto grande, disposto su due piani, c'è una scala un legno esterna molto pericolante. A piano terra ci sono diversi locali, le stalle coi volti di sassi ancora integri, piene di rottami e attrezzi vari. Entro nel fienile, ci sono ancora le balle i fieno, per terra trovo vecchi giornali degli anni '70, e diverse scarpe da donna. 


Il fienile

Una pagina del giornale L'Adige con la data: 6 luglio 1973

Un vecchio giornalino, con un'immagine di Dario Fo giovanissimo

Scarpe da donna nel fienile

Le stalle a pianterreno

Le cantine sono ingombre di masserizie

Un locale coi volti ancora integri, fatti di sassi

La scala esterna in legno, decisamente pericolante...

Un'altra scala esterna di pietra mi permette di entrare al piano superiore. Dentro c'è uno sfascio quasi totale: reti, materassi sparsi, rottami di ogni tipo, e pure i soffitti cadenti. Entro con circospezione, i pavimenti in legno non mi danno molto affidamento. In fondo a un lungo corridoio c'è la cucina devastata ingombra di suppellettili varie e rottami, una piccola frana è addirittura entrata dalla finestra.
 

L'ingresso al piano superiore

Stanza da letto


Il corridoio che conduce alla cucina e ad altre stanze

La cucina

La stufa, riscaldava l'ambiente e la stanza attigua con delle piastrelle a olle

Il soggiorno

Giornalini dell'epoca: un articolo sul saltatore d'asta Renato Dionisi e il fumetto "Piccola Eva"

Interruttori e ragnatele

Riesco ad arrivare agli altri locali, sempre con prudenza perché tutto appare abbastanza percolante. C'è una camera da letto, una specie di soggiorno. Nel piccolo atrio di ingresso un paio di calzoni di fustagno sono rimasti appesi all'attaccapanni. Su una mensola una rivista in bianco e nero, una moka, un ombrellino da donna.


Angolo dell'ingresso

Verso la cucina

Stanza da letto

Verso l'ingresso

Si prova sempre un vago spaesamento ma anche un irresistibile fascino quando si entra in queste case abbandonate da decenni. E' come tornare indietro nel tempo. Si prova ad immaginare chi fossero gli abitanti, cosa facessero e come vivessero. Di chi era l'ombrellino? E le leziose scarpe da donna? C'erano bambini? Sembrerebbe di sì, a giudicare dai giornalini a fumetti. Saranno ancora vivi? Forse abitano ancora in Piné... Chissà se la casa è stata abbandonata un po' alla volta, oppure in un giorno preciso, quando la famiglia ha dato l'ultima mandata alla chiave della porta, per non tornare mai più.


Un paio di pantaloni sono rimasti appesi

Il percorso
« Ultima modifica: 24/07/2020 09:50 da AGH »
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