Autore Topic: [LAGORAI] Biotopo Doss Le Grave: il Giardino dei Bonsai  (Letto 3984 volte)

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Offline AGH

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Un paesaggio "sudafricano": le Dolomiti di Brenta sullo sfondo

Altro giro a bassa quota esplorando i dintorni di casa: da Piné in circa 20 minuti di auto mi porto al Lago di S. Colomba, con l’obiettivo di tornare a visitare il biotopo del Doss Le Grave, che avevo visto parecchi anni fa ma mai nel periodo invernale.


Lago di S. Colomba

Il sentiero iniziale nel bosco di pini

Dal parcheggio nei pressi dell’albergo in riva al lago parte un facilissimo sentiero (cartelli), quasi pianeggiante, che si inoltra verso ovest nel bel bosco di pini. Dopo circa 1 km devio a sx compiendo per una traccia poco segnata, quindi incrocio un sentiero che sale in modo più deciso verso la cima. Il Doss Le Grave in realtà è un collinone ricoperto di vegetazione. Ma è una vegetazione molto particolare, sembra di essere in un giardino bonsai: gli alberi di pino silvestre sono per la maggior parte alti solo pochi metri, con forme contorte e chiome stentate.


Sul versante ovest del Doss Le Grave, verso la conca con la torbiera

Un pino bonsai

Pino dai tronchi contorti
 
E’ sorprendente: in certi tratti sembra di essere nella savana, con lo sfondo delle cime innevate del Kilimangiaro (in realtà è il Brenta. Un paesaggio davvero insolito e affascinante. Il biotopo comprende una zona umida e una zona arida sui versanti e ai piedi del Doss Le Grave. Il toponimo "grave" indica un ghiaione, un luogo dove si scaricano ghiaia e sassi, tipico appunto della zona dove l’attività mineraria è stata intensa: è durata infatti ben 500 anni alla ricerca dell’argento, dall’anno 1000 fino al 1500.


Pini bonsai

Vista verso il Lagorai, si distinguono da sx: Rujoch, Costalta, Gronlait, Fravort

La grande quantità di detriti di porfido e di materiale di scarto hanno modificato il paesaggio con un aspetto semidesertico. Cessata l’attività di estrazione, la vegetazione ha lentamente ricolonizzato il territorio. Il terreno arido ed estremamente povero di nutrimento hanno determinato delle condizioni molto difficili per la vegetazione che è cresciuta stentatamente, con fenomeni di nanismo evidenti (bonsai). I tronchi sono contorti, le chiome striminzite, molti alberi raggiungono uno sviluppo in altezza solo di pochi metri.


Un paesaggio straordinario in Trentino

La "savana" verso le Dolomiti di Brenta

I pini sulla piccola cima boscosa

Vista verso Gronlait e Fravort

Dell’antica attività mineraria restano oggi numerosi pozzi verticali detti "cadini", con gallerie orizzontali dette "canòpe", oltre agli ammassi detritici detti appunto "grave".


Vista verso la Paganella

La vetta del Doss Le Grave con grossi pini tra le depressioni dei "cadini"

Un "cadino" (pozzo) proprio sulla cima

Vista verso il Brenta

Veduta verso il Lagorai con Fregasoga, Rujoch, Costalta. In basso a sx lo specchio del Lago di S. Colomba

Vista verso le Cime di Vigo (Catena della Mendola)

A stretto contatto con la zona arida, una vasta depressione è occupata da una torbiera originatasi per colmamento di un bacino palustre preesistente. Dell'antico lago restano piccolo specchi d’acqua quasi interamente ricoperti di torba, con al centro delle pozze chiamate "occhi di torbiera".


Discesa verso la zona umida

La torbiera, a sx in alto la cima del Doss Le Grave

Il sentierello si inoltra nella boscaglia fitta fin sulla piccola cima pianeggiante del Doss Le Grave, anch’essa boscosa, dove c’è un grosso pozzo profondo di 6-8 metri, dentro il quale mi calo con prudenza. Il fondo però è ostruito. Risalgo e gironzolo nel boschetto della cima, dove ci sono grossi pini dalle forme contorte, con lo sfondo del Brenta a ovest e del Lagorai a est.


Discesa verso la depressione della tobiera

La torbiera

Altri pini bonsai nella torbiera

Scendo verso valle per proseguire l’escursione, il sentiero è quasi tutto ghiacciato e devo stare attento a non fare scivoloni. Ho i ramponcelli nello zaino ma non li metto per la pigrizia: scendo quindi fino alla piana della torbiera, un altro paesaggio molto interessante che  posso costeggiare grazie ad una comoda strada forestale.


L'abete monumentale "a candelabro"

Nella zona umida del biotopo esistono molte specie igrofile caratteristiche, anche molto rare, la cui sopravvivenza è strettamente legata alla conservazione del loro ambiente di crescita. La vegetazione è costituita in parte da cariceti e in parte da fitti popolamenti di falasco. Tra le rarità botaniche della palude, l'Utricularia minor L., una piccola pianta carnivora sommersa a rischio di estinzione, alcune orchidee di palude e delle ninfee (Nynphaea alba).


Molte le specie rare che vivono nella torbiera, tra cui una pianta carnivora

Anche gli aspetti faunistici sono assai interessanti perché, come tutte le zone umide, anche questa costituisce un'oasi di rifugio per animali che sono  molto esigenti dal punto di vista ambientale, come gli anfibi e gli uccelli acquatici.
 
Tornato sulla strada forestale, un’insegna mi indica la presenza di un abete monumentale poco distante dalla caratteristica forma a “candelabro”: un bel bestione che ho provveduto a mappare su OpenStreetmap. Proseguo verso nord, voglio dare un’occhiata verso i Prati della Mongalina, con ameni paesaggi punteggiati di baite e casette.


Verso i prati della Mongalina

Splendide baite

Faccio quindi un giro ad anello verso nord e torno sulla forestale dove, costeggiando il Doss Le Grave sul versante sud, compio infine un lungo traversone in leggera salita, rientrando infine al Lago di S. Colombra che, nel frattempo, si è animato della presenza di un gruppo di ragazzi che giocano allegramente a hockey.


Verso i prati della Mongalina

Hockeysti improvvisati

Nel biotopo è stato realizzato un percorso didattico, tempo di percorrenza ore 2,30, lungo il quale sono stati individuati 14 punti di osservazione con tabelle illustrative. Si consiglia di iniziare il sentiero all'entrata del biotopo posto nei pressi del Lago di Santa Colomba, e di proseguire nel senso di marcia suggerito dalle tabelle stesse.


Giro finale attorno al Lago di S. Colomba

Un bel giro facile in un ambiente molto particolare, che merita senz’altro una visita. Da ripetere certamente nel periodo estivo, quando si potranno ammirare meglio flora e fauna. Sviluppo 9 km, dislivello 300 metri.


Il percorso
« Ultima modifica: 13/02/2018 19:43 da AGH »
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Offline Matteo Nicolin

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Re:[LAGORAI] Biotopo Doss Le Grave: il Giardino dei Bonsai
« Risposta #1 il: 13/02/2018 20:47 »
Bello, insolito e stimolante! :) Grazie.
Matteo Nicolin

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Walter Bonatti


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Offline Man

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Re:[LAGORAI] Biotopo Doss Le Grave: il Giardino dei Bonsai
« Risposta #2 il: 14/02/2018 22:54 »
Belli questi tuoi giri a bassa quota,  aggiungono una prospettiva diversa sull'incanto dell'ambiente naturale in Trentino.
Aut tace aut loquere meliora silentio (taci o di' cose che siano migliori del silenzio)