Autore Topic: [LAGORAI] Monte Costalta m 1955 dalla dorsale sud (giro ad anello)  (Letto 3720 volte)

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Offline AGH

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Vista sull'Altopiano di Piné da Cima Costalta, col Lago di Serraia. Sullo sfondo le Dolomiti di Brenta

Il M. Costalta m 1955 è una magnifica montagna che domina l’Altopiano di Piné, nel Lagorai occidentale. La sua ampia cima pianeggiante, che si raggiunge facilmente, è uno dei punti panoramici più strepitosi del Trentino. Pur essendoci salito molte volte, ci torno sempre volentieri almeno 2/3 volte l’anno, in ogni stagione. Stavolta ho deciso di salire per per la lunga dorsale sud che parte all'incirca da il M. Calvo.


La prima parte della salita per strade forestali

Posteggio poco sotto del Maso Calvo e parto da 1170 m di quota circa. Costalta è una selva quasi inestricabile di strade forestali, sentieri, stradine, tracce, spesso senza alcuna indicazione se non si seguono i sentieri ufficiali, per cui l’orientamento è abbastanza impegnativo.


Tantissimi gli schianti nel bosco:(

Ma basta il gps del cellulare e la cartografia di OpenStreetMap (ottima in questa zona) scaricata tramite Mytrails per destreggiarsi con discreta disinvoltura. Per strada forestale e poi per vago sentiero guadagno quota, intercettando varie forestali dove, tra parecchi schianti di alberi dove si passa a fatica, raggiungo, passando per il Sass Sfendù, alla prima mèta, la Cros de Mala 1583, con superbo panorama sulla Val dei Mocheni. Poco sotto rivedo il “Pin del Pero”, un bellissimo pino silvestre monumentale di 125 anni.


Il Pin del Pero, 125 anni

Riprendo la marcia rimontando in breve il culmine della dorsale boscosa de La Brada 1560, quindi discendendo fino alla sella “Bassa di Costalta” 1448. Arrivo quindi alla bellissima radura dei Masi Stefani m 1446 dove scatto qualche foto e faccio una piccola sosta.


Eccomi alla Cros de Mala

La superba vista sulla Val dei Mocheni - Bersntol

La cima di Costalta, a sx, è ancora lontanissima. A dx svetta il Rujoch

Masi Stefani

Barometro artigianale

Bellissimi i vecchi masi Stefani in una splendida e soleggiata radura

Riprendo per strada forestale per qualche km poi per il Sentiero del Bech fino al poggio panoramico del Cadinel Bas m 1807, con vista spettacolare, non c'è una nuvola in cielo. Quindi raggiunta la sella affronto l’ultima rampa verso il Cadinel Alt 1922. Neve praticamente non ce n’è, solo qualche chiazza. Mancano pochi metri alla cima ma decido di fare la sosta pranzo verso il poggio panoramico a est, dove c’è un capitello dei cacciatori, che è senza neve e riparato dall’aria. La temperatura peraltro è assai mite, sono salito in camicia, sembrava di essere in primavera.


Vista verso Cima Sette Selle

Eccomi al Cadinel Bas, ultimo strappo facile verso la cima

Dal Cadinel Alto verso il Cadinel Bas

Lago di Serraia

Dal Cadinel Alt verso il Gronlait, in basso il basamento della vecchia teleferica della cava di porfido

Vista verso l'alta Val dei Mocheni - Bersntol

Sosta panini qui, non male no? Sullo sfondo Gronlait e Fravort

Dopo essermi rifocillato, poltrito e fatto qualche foto riparto per la cima di Costalta m 1955, dove non c’è praticamente nessuno, solo un tizio che armeggia coi ramponcini. L’ora inizia a essere tarda, meglio iniziare a scendere perché il rientro è molto lungo e tutto da decidere: l’idea infatti è di fare un anello e rientrare più in basso sfruttando una delle tante forestali o sentieri.


Vista verso Sette Selle al centro

Eccomi in vetta, non c'è nessuno!

Veduta verso il Rujoch a sx, al centro Monte Conca e Sette Selle

Bon, inizio a scendere: calo di pochi metri sul versante nord per andare a prendere il sentiero 404. Sullo sfondo Fregasoga e Rujoch

Vista verso Bedollo

Ultimo sguardo a M. Cogne, Fregasoga e Rujoch prima di scendere dal versante ovest

Dalla cima scendo brevemente verso nord, dove il paesaggio cambia di botto: cammino su un lastrone di ghiaccio che poggia sulla neve alta una 30 di cm, quindi prendo il sentiero che con larghi zig zag, con tratti ghiacciati dove bisogna prestare attenzione per evitare scivoloni, mi porta giù alla Casara m 1647, dove c’è un bivacco sempre aperto (senza letti).


Capitello scendendo per il bel sentiero 404

Eccomi alla Casara

Cimelio risalente all'epoca delle cave di porfido in quota

La magnifica vista sul Brenta dalla Casara

L’idea originaria era scendere ancora e rientrare con un sentiero militare ma l’ora tarda e l’enorme numero di schianti di alberi osservati lungo la salita mi ha fatto decidere di rinunciare all’idea  per rientrare per una più sicura strada forestale che parte al tornante subito sotto il bivacco. Così faccio, e con un traversone in leggera salita ritorno sulla dorsale sud, percorrendo un tratto della stessa via dell’andata fino alla Bassa di Costalta.


Rientro per forestale dal versante ovest

Qui causa il buio incombente ho qualche difficoltà a trovare il sentiero che rientra sul versante ovest della Brada, per fortuna il gps del telefono mi viene in aiuto e trovo la stradella militare che mi porta in direzione del Monte Calvo.


Vista verso Cima Sette al tramonto

I numerosi schianti sul sentiero obbligano a noiosi scavalchi o laboriosi aggiramenti

Ultime luci su Gronalit e Fravort

Arriva il buio

Numerosi schianti mi obbligano a scavalchi noiosi e laboriosi, ho fatto bene a tornare da questa parte, probabilmente in basso la situazione è ancora più problematica. Devo ancora scendere di quota, interseco due forestali e poi nel buio ormai pesto scendo quasi alla cieca confidando solo nel gps che mi fa tenere egregiamente la rotta, col solo aiuto della pila frontale.


Ormai è buio pesto, per fortuna il gps sul cellulare e l'app Mytral sono una bella sicurezza :)

Dopo un tratto di ravanage notturno senza traccia nella boscaglia, arrivo sulla forestale sottostante che mi riporta alla macchina sano e salvo :). Giro bellissimo e ultrapanoramico, senza difficoltà tecniche a parte l’orientamento assai laborioso. Sviluppo 18 km, dislivello 950 m. 


Il percorso
« Ultima modifica: 27/12/2017 13:34 da AGH »
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Offline pianmasan

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Nel regno di Spidi hai camminato. Sono luoghi che conosco bene ma che spesso riservano piacevoli sorprese, quando si vogliono cercare.
Quando leggo le tue relazioni mi domando sempre perché non parti un po' prima :D.

Offline SPIDI

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Bel giro complimenti  :)….Guardando le tue foto i  posti sembrano ancora più belli che dal vivo ...forse perché riescono a catturare i particolari che di solito sfuggono allo sguardo distratto del sottoscritto.
Un ringraziamento è d' obbligo ai mappatori di OSM  ;)








La Cros de Mala in veste invernale
Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
ciò che pochi hanno visto

Offline AGH

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Bel giro complimenti  :)….Guardando le tue foto i  posti sembrano ancora più belli che dal vivo ...forse perché riescono a catturare i particolari che di solito sfuggono allo sguardo distratto del sottoscritto.
Un ringraziamento è d' obbligo ai mappatori di OSM  ;)
La Cros de Mala in veste invernale

sono di oggi? I mappatori di OSM vanno sempre ringraziati per il loro altruismo. Per Costalta uno va ringraziato in particolare: Spidi  ;D
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Offline AGH

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Quando leggo le tue relazioni mi domando sempre perché non parti un po' prima :D.

odio le levatacce, e ancora di più tornare a casa troppo presto :) E poi ravanare al buio mi piace  ;D
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Offline Gino61

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Bel giro, complimenti per le belle foto.
Io ci sono salito il 17 /12/17 partendo da S.Orsola seguendo il percorso della vertical n° 405, con poco allenamento è stata abbastanza dura.  Come al solito quando ci salgo io minimo qualche refol me lo prendo, ma quel giorno era bufera, il percorso era molto ghiacciato tanto che anche il cane qua e là scivolava, cosi nell'ultimo tratto nel bosco sotto la cima ho dovuto per forza indossare i ramponcini. Arrivato al cadinel bas mi sono infilato la giacca a vento e oltre al berretto ad un cappuccio della felpa mi son tirato su anche il cappuccio della giacca. Il risultato: vero stavo un po meglio, ma il vento non dava tregua ed entrava in ogni dove. Credo sia stato li che mi si è sfilato il contenitore dei ramponcini marca Nortech (se per caso lo hai visto è il mio). Arrivato in cima mi sono riparato dietro ai sassi accatastati, ma per pochi minuti troppo vento cosi sono ripartito in direzione malga Cambroncol, sono sceso tagliando  per i prati fino ad intercettare il sentiero (solo lì ho tolto i ramponcini) che porta verso la val del Broll, poi rientro a S.Orsola. Giro come detto duretto, ma fosse da fare senza vento deve essere molto meglio.

Offline AGH

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Bel giro, complimenti per le belle foto.
Io ci sono salito il 17 /12/17 partendo da S.Orsola seguendo il percorso della vertical n° 405, con poco allenamento è stata abbastanza dura. 

Da S. Orsola la salita è bella lunghetta e erta, bravo :)
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