La dorsale del Mandriccione, a dx la torre del Castel delle Aie
Continuo la serie di esplorazioni di cime secondarie sul versante settentrionale del Lagorai. Stavolta voglio provare a
seguire per la cresta che dal Beco dei Slavaci si inoltra verso sud fino alla forcella sotto Castel delle Aie. Cresta che sembra fattibile in buon parte, che culmina in altre due cime: il Mandriccione e il M. Camin. Anche se ho grossi dubbi nella parte finale che presenta dei roccioni isolati, a occhio difficile da passare.
Rifugio Cauriol in Val Sadole, sopra Ziano di Fiemme
La storica fontana della Grande Guerra, costruita dagli Standschuetzen di Primiero a Malga Sadole, risalente al 1915
Vista sul Cardinal
Il bel sentiero che sale al Bivacco Slavaci
Squacio su Canzenagol e Busa Alta
Dal rifugio Cauriol prendo il sentiero, stranamente con nessuna indicazione, che sale ripido al meraviglioso
Bivacco dei Slavaci (o Slavasi) m 1955. Di qui per facile sentiero e belle balze boscose con radure fino alla cima del
Beco dei Slavaci m 2151, coperto di rododendri in fiore.
Eccomi al Bivacco Slavaci m 1955
Uno dei piu bei bivacchi, sempre aperto, con acqua corrente, legna (da usare con parsimoni), tavolacci per dormire
Vista su Busa Alta e Cardinal dal Bivacco Slavaci
Bivacco Slavaci, una vera baita da trappers
I bellissimi interni, con stufa e tavolacci per dormire (con materassi)
Il bel sentiero che sale alla cima del Beco dei Slavaci, circa 40 minuti dal bivacco
Finalmente vedo la dorsale del Mandriccione, piuttosto preoccupante...
Queste cime secondarie del Lagorai hanno una morfologia molto simile: digradano abbastanza dolcemente verso nord, hanno dirupi sui lati est ed ovest e salti di roccia sul versante sud, più o meno difficili da affrontare.
Dal Beco dei Slavaci in poi è territorio ignoto per me. Seguo una esile traccia lungo il crinale, dapprima pianeggiante poi in discesa tra facili rocce riesco a calare senza problemi sulla selletta sottostante. Qui ci sono vari trinceramenti e una caverna.
Provo a cercare la vecchia mulattiera militare della Grande Guerra che saliva dal fondovalle. La trovo, si vede ancora il fondo selciato nell’erba e i cordoli, ma è impossibile seguirla perché dopo 100 anni sono cresciute cortine di mughi che devo continuamente aggirare.
La bella dorsale che sale al Beco dei Slavaci
La torre del Castel delle Aie svetta all'orizzonte
Vista su Predazzo con il Latemar sullo sfondo
In vetta al Becco dei Slavaci: da sx Busa Alta, Busa Alta italiana, Cardinal, Cauriol
Sguardo verso la dorsale che devo percorrere, verso il Castel delle Aie
In ogni caso raggiungo senza difficoltà per facili placconate di roccia anche la
Cima Mandriccione m 2180. Panorama fantastico sulla Val Sadole, la forcella omonima, il mitico
Cauriol e, più est, le pareti impervie e maestose di
Cardinal e
Busa Alta. A ovest svetta la spettacolare torre isolata del
Castel delle Aie.
Trinceramenti sotto il Mandriccione
Trincee con vista sul Cauriol
I meravigliosi costoni dal Mandriccione verso Bec dei Slavaci
Poco sotto la cima del Mandriccione scopro dei grossi trinceramenti che proteggono una grande caverna scavata nella roccia. Entro con circospezione e resto a bocca aperta: dopo un secolo ci sono ancora la travature di grossi tronchi che sostenevano la volta! Mi affaccio dalla feritoia, sospesa sul baratro, con vista sulla zona del Cardinal.
Caverna della Grande Guerra, con ancora le travature che sostenevano la volta!
Dalla caverna vista verso Busa Alta e Cardinal
Dentro la caverna della Grande Guerra...
Questa dorsale di seconda linea era diventata strategica dopo i ripetuti attacchi e la conquista del Cauriol da parte degli italiani nel 1916, che comportarono orrende carneficine in entrambi gli schieramenti. Il crinale del Mandriccione era diventato vitale per gli austriaci per controllare la Val Sadole e le montagne circostanti, anche con dei pezzi di artiglieria.
Trinceramenti sul Mandriccione
Postazione con vista su Busa Alta italiana, Cardinale, Cauriol
Facci sosta panini su un poggio panoramico, poi riprendo la marcia. Anche dal Mandriccione il solito dubbio: riuscirò a scendere? Seguendo il crinale verso sud, ecco un facile passaggio tra le rocce, che mi porta poco più in basso a una selletta erbosa, da dove risalgo facilmente senza tracce la
cima del M. Camin a m 2223.
Riprendo la marcia lungo la cresta, verso al spalla erbosa del M. Camin: a sx Cauriol, Piccolo Cauriol, Passo Sadole, Castel Aie
Trinceramenti e resti di baracche
Vista su Castel Aie
Salendo al M. Camin, vist sul Cauriol
Provo a proseguire ancora ma la faccenda come temevo si complica parecchio:
la cresta diventa affilata fino a diventare una serie di roccioni frastagliati e franosi, decisamente esposti. Potrei anche tentare di proseguire ma non riesco a capire come è il tratto successivo, visto che bisogna scendere e risalire altri due torrioni di roccia. Sono da solo, in un posto assai fuori mano, decido che è meglio non rischiare. Torno un po’ indietro e poi riesco a calarmi dal crinale per un ripido canalino erboso.
Sguardo indietro verso il Mandriccione, a dx il Cadinon
Vista su Cardinal e Cauriol
L’idea sarebbe di scendere per raggiungere il sentiero nella
Valle di Castellir sottostante, che conosco e ho già percorso in una escursione precedente. La discesa però si rivela subito molto più ostica del previsto: ci sono immani pietraie ripide da attraversare, con ammassi di macigni caotici. Scendere di là sarebbe sicuramente una sofferenza notevole.
Dove non ci sono le pietraie ci sono costoni ripidi coperti fittamente di rododendri alti un metro, che nascondono un'infinità di buchi e fossi.
Qui il crinale diventa impraticabile... una serie di roccioni franosi ed esposti
Sotto il crinale, il baratro
Potrei provare a proseguire ma non si vede quel che c'è dopo, e ci sono due torrioni da superare probabilmente molto ostici
Fatti due rapidi conti, decido che tutto sommato è molto meglio risalire e recuperare quei 100 m di dislivello persi, raggiungere di nuovo il crinale e tornare da dove sono venuto
. Faccio dunque un traversone ai margini della pietraia, scavalco una dorsale rocciosa e riguadagno il
versante ovest del Mandriccione, che attraverso senza grossi problemi tra cortine di mughi e rododendri fioriti. Quindi
riprendo il crinale che mi riporta al Bec dei Slavaci e poi giù al bivacco, quindi in val Sadole per la stessa via di salita.
Dal crinale scendo sui ripidi costoni sottostanti, ma raggiungere il fondovalle è una impresa...
Proseguire in cresta? Meglio di no... Ma anche il traversone sotto non invita...
Il possibile traversone per riguadagnare la cresta appare ostico, con vaste pietraie da attraversare...
Torno indietro, scollino in basso la dorsale rocciosa e riguadagno i crinale da dove sono venuto
Ritorno verso il Mandriccione senza danni, in fondo ho perso solo 100 m di dislivello e mi sono risparmiato le pietraie infami
Trincee verso il Cauriol
Vista verso Fiemme
Sguardo indietro al percorso fatto...
Resta la curiosità di sapere se il crinale era percorribile senza sfracellarsi. Magari ci riproverò in senso inverso, dove forse si vedono meglio i roccioni da affrontare. Se ci si limita fino al Mandriccione, è un percorso facile, in una natura a dir poco meravigliosa, con viste grandiosi sulle montagne circostanti. Sviluppo 10 km, dislivello 900 m
Rieccomi al Bec dei Slavaci
Di nuovo al bivacco
Un saluto al Bivacco Slavaci, a rivederci presto!
Ultima immagine del Cauriol dalla dorsale Slavaci-Mandriccione prima di tornare a valle
Il percorso