
In vetta al Fregasoga, sullo sfondo il M. Croce
Inizialmente avevamo in mente un giro molto più ambizioso in Lagorai ma, visto il meteo deprimente e nebbioso, e contrariamente alla previsioni in cui davano “prevalentemente soleggiato”, abbiamo ripiegato su qualcosa di più soft verso Valfloriana. Siamo saliti in auto fino a
Malga Sasso 1906 (strada aperta, con cartello di divieto “girato” e sbarra aperta) e di lì ci siamo incamminati a
Passo Mirafiori 2047, detto anche passo Vasoni.

Agritur Malga Sasso; passo Mirafiori
Fregasoga in una rara schiarita; in marcia verso il versate ovest
Qui ci siamo fermati perché nebbioni paurosi impedivano la visuale, a tratti anche a pochi metri. Abbandoniamo subito l’idea di salire direttamente per la Pala delle Buse, fatta anni fa in discesa e di cui ricordavo dei tratti esposti e rognosi su prati ripidissimi. Salire con la nebbia non era proprio il caso visto che ricordavo una traccia molto vaga. Alla prima schiarita decidiamo di provare a salire per il solito versante ovest. Le nebbie vanno e vengono, le atmosfere sono suggestive, il rosso dei rododendri in fiore spicca ancor più nel grigiume generale. Entriamo nella bella valletta sotto alla Pala delle Buse, qualcuno ha segnato qua e là la vecchia traccia con segni bianchi e rossi (pochi), qualche ometto ci aiuta a prendere la direzione giusta.

Veduta verso l'Altopiano di Piné

Il crinale della Pala delle Buse; vista su Passo Mirafiori e M. Cogne in una rara schiarita

Vista sul Lagorai nella zona del Manghen
Evitiamo i nevai superstiti nei canaloni e prendiamo il traversone su sfasciumi che ci porta sul versante ovest, che risaliamo senza difficoltà tra una schiarita e l’altra fino alla vetta del
Fregasoga 2452. Il grande ometto di pietre di oltre 2 metri è crollato, probabilmente per la neve e il vento. Facciamo sosta pranzo con un occhio ai nuvoloni neri che non promettono nulla di buono. I panorami sarebbero grandiosi ma le nuvolaglie nascondono le cime circostanti, salvo qualche schiarita verso il Manghen.

In vetta al Fregasoga; il grande ometto di pietre è crollato, probabilmente per il peso della neve e l'azione del vento

Dalla cima del Fregasoga verso la cima del Monte Croce

In marcia verso Pala delle Buse

In vetta alla Pala delle Buse

Vista sul Monte Croce
Appena arriva una schiarita più decisa iniziamo a scendere traversando per ll crinale fino alla
Pala delle Buse 2412, che raggiungiamo dopo aver perso circa 80 m di dislivello e quindi ripresi per arrivare fino in vetta. Proseguiamo dunque la discesa per il crinale principale
verso il Cimon del Tres, senza raggiungerlo, perché alla forcella sud ci buttiamo giù per una esile traccia che scende per il canalone molto ripido e scivoloso tra “zoppe” d’erba pungente e rododendri.

Muraglia di neve in una delle piccole forcelle rivolte a nord; scendendo dal crinale del Fregasoga verso il Cimon del Tres

Un cirmolo secolare
Al fondo della valloncello intercettiamo un sentiero che con un traversone ci porta nella bellissima località dei
Prati delle Fior, delle praterie punteggiate di rododendri dove pascolano placide delle mucche. Ora che siamo scesi spunta il sole dalla infame nuvolaglia: facciamo un’altra sosta in questo luogo idilliaco, poi alle 18.30 prendiamo la forestale che ci riporta i breve a Malga Sasso. Giro abbastanza facile, poco faticoso perché si arriva in quota in macchina, grandi panorami nebbie permettendo
11 km, disl. 550 metri

Loc. Prati delle Fior

Pala delle Buse all'orizzonte, versante nord

Il percorso