Autore Topic: [LAGORAI] Doss Caligher 2273 - Traversata Cima di Valbona 2413 - 2 gg  (Letto 4805 volte)

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Dalla Cima del Doss Caligher, vista su Cima Cece, Palon di Cce, Forcella Valmaggiore
 
Sono partito senza grosse pretese, e invece è uscita una signora escursione, anzi due visto che poi ho pernottato in bivacco :) . L’intenzione era di esplorare il Doss Caligher partendo da Valmaggiore. E’ una montagna secondaria a NO di Cima Cece che avevo osservato molte volte dal sentiero e che mi aveva suscitato sempre una certa curiosità. E’ una cima isolata senza sentieri, che non sale nessuno, con versanti in gran parte dirupati. L’idea era di salire la bella e solitaria Val Boneta e poi provare il versante sud dalla forcella Dos Caligher, dove avevo individuato alcune vie di accesso che mi sembravano meno ostiche.


Il Doss Caligher visto da nord, dalla Valmaggiore

Quando arrivo a Valmaggiore però vedo il versante nord, e siccome non sembra troppo difficile decido di provarci. Guardandolo a vista, i dubbi sono i soliti: dirupi, salti di roccia, vegetazione impenetrabile. Dopo pochi minuti di marcia sulla forestale che sale a Moregna, prendo una deviazione sul versante NE che termina in una radura. Qui rintraccio i segni della mulattiera mezza distrutta da un torrente in secca che si inoltra nel bosco, quindi intercetto un imprevisto bel sentiero che svolta a NO e che mi permette di alzarmi di quota con poco sforzo.


Trovo una inaspettata traccia che sale per il versante nord

Rimonto la dorsale per arrivare in una zona disboscata: riesco a seguire una esile traccia nell’erba alta, che però con un traversone ha tutta l’aria di scendere verso la Val Boneta. Quindi l’abbandono e mi dirigo verso il crinale, dove trovo altre esili tracce, di cacciatori o forse di animali. La salita si impenna ma riesco a salire benino, poi arriva una zona ripida invasa dai rododendri alti un metro e mi dico “ecco, sono fregato”.


Molto bello e facile il bosco nella parte bassa

La zona disboscata ha cancellato la traccia

Punto al crinale e inizio a salire a intuito, facilmente

Invece insistendo e osservando bene la via migliore di salita, riesco a salire. La dorsale si restringe, a dx e sx ci sono dirupi ma il crinale resta ben camminabile seguendo l’esile traccia tra l’erba alta. Dal parcheggio in Valmaggiore pareva di percepire salti di roccia in alto, ma fortunatamente la traccia si insinua tra i rododendri e splendidi esemplari di cirmolo senza correre rischi inutili.


Ecco le micidiali barriere di rododendri alti un metro, sono fregato...

Qui si fa fatica, la traccia è sparita

Salendo per il crinale, che si restringe tra roccioni e grossi cirmoli

Intravedo il Palon di Cece e il Campanile a dx
 
Supero anche la fascia boscosa e arrivo su uno splendido tratto di dorsale meno impervio: il panorama diventa grandioso. Dei camosci corrono tra i cirmoli, sembra che stiano giocando a rincorrersi. Ormai è quasi fatta, resta un tratto di dorsale aperto ripido, ma senza serie difficoltà. Con grande soddisfazione arrivo sulla bella cima pianeggiante del Doss Caligher 2273:all’orizzonte si stagliano Cima Cece 2754 a SE e Cima Valmaggiore 2479 a Sud.


Man mano che salgo la dorsale diventa più facile e ampia

E' quasi fatta, vedo la cima in lontananza

Il panorama si apre: ecco Cima Moregna

La parte finale della dorsale appare abbastanza facile

Cima Cece e Palon di Cece

Sguardo indietro per la dorsale appena salita

Dalla Cima del Doss Caligher verso Valmaggiore, sullo sfondo i gruppi dolomitici di Latemar e Catinaccio

Faccio una doverosa sosta per rifiatare e fare il punto della situazione. Osservo bene la cresta della Cima di Valbona, che non ho mai fatto, e mi frulla l’idea di provare. Ora però il problema è capire come scendere, dall’alto è difficile valutare bene. Dopo aver guardato sia il versante est (canaloni pratosi ripidi) e il versante ovest (dirupi e salti di roccia notevoli) provo a scendere per il crinale sud. E’ piuttosto affilato e a tratti esposto, gli alberi mitigano l’esposizione e quindi con circospezione scendo lentamente seguendo il crinale per balze rocciose verticali, con stretti corridoi nella vegetazione e sull’erba che mi permettono di passare in qualche tratto ripido aggrappandomi ai rami. Un ultimo salto di roccia verticale, un paio di metri, lo supero grazie ad una grossa radice secca, quindi sono finalmente in fondo! E’ stata una bella sudata, ora mi sento più tranquillo, sarebbe stata una noia dover tornare indietro per la stessa via di salita.


Dal Doss Caligher verso Cima Valmaggiore e Cima di Valbona

Zoomata su Cima di Valbona, in rosso la traccia di salita; viola la mulattiera che serviva gli accampamenti sotto la cima, in verde il sentiero E349

Vista sul Latemar

La discesa dal Doss Caligher è ostica, con dirupi

Bisogna seguire il filo del crinale evitando i roccioni verticali

Ce l'ho fatta!

Eccomi alla forcella di Doss Caligher, sullo sfondo Cima Cece

Ultimo sguardo verso il versante sud del Doss Caligher appena sceso, ora tocca a Cima di Valbona

Raggiunta la forcella mi dirigo verso forcella Moregna per il sentiero, che però abbandono presto per deviare per la traccia di una mulattiera che sale alla forcellina tra Valmaggiore e Cima di Valbona. Provo ad aggirare il torrione roccioso ma è troppo esposto. Torno giù e vagando tra le rovine della Grande Guerra (in una baracca c’è addirittura il rottame di una cucina) attacco il ripido costone est, tra trinceramenti e resti di baracche.


Percorso di salita a Cima di Valbona, non c'è un vero e proprio sentiero ma le tracce qua e là dei camminamenti della Grande Guerra tra i trinceramenti

Reticolati alla forcelle

Un grosso proiettile

La salita è abbastanza ostica ma non troppo difficile

Rottami, forse una vecchia cucina

Per tratti un po’ esposti cerco di seguire le tracce dei vecchi camminamenti, che sono discontinui tra frane ed erosioni del costone. Senza grosse difficoltà arrivo poco sotto la cima, dove ci sono notevoli resti di un accampamento, con rovine di baracche, scalinate, trincee e posti di osservazione a picco sulle vertiginose pareti rocciose del fianco sud, veramente impressionante ed emozionante.


Iniziano le scalinate...

Ecco i resti dell'accampamento in quota

Ancora le travature di sostegno dell'epoca

Lo spaventoso versante sud precipita verso il Vanoi

Accampamento a quota 2400, a sx il versante ovest di Cima Valmaggiore

Trinceramenti poco sotto la cima, sullo sfondo Conte Moro, Doss dela Cros, Forcella Regana e Cima d'Asta

In breve con una scalinata sono in vetta alla Cima di Valbona 2413, a picco su paurosi precipizi. Ora la preoccupazione è come proseguire: c’è una mulattiera militare che appare molto malmessa, in diversi tratti franata. Dalla cima dei segnali scoloriti sulle rocce indicano la via, calo in un canalino franoso. Sarei quasi dell’idea di buttarmi giù direttamente per gli sfasciumi di un canalone e raggiungere il sentiero più in basso, ma provo a seguire il camminamento di guerra, pronto a fare dietrofront se troppo pericoloso.


Spettacolare scalinata alla postazione di vetta

Eccomi in cima! Quota 2413. Sullo sfondo si distingue il Cauriol, il Cardinal e la Busa Alta, a dx l'ardita piramide del Coltorondo

Inizia la rognosa discesa per un canalino franoso che s'è portato via la mulattiera

Vista verso Coltorondo, forcella Moregna e Cima Moregna

Mi rendo conto di quanto sia più rischioso percorrerlo adesso, dopo 100 anni senza alcuna manutenzione e franato in più punti. All’epoca il sentiero era dotato di corrimano, come si vede bene dai resti dei pali che sorreggevano il cordino. Insisto con prudenza, il sentiero è un lungo traversone con leggeri saliscendi, è un po’ esposto ma si passa abbastanza bene.


Gli ancoraggi per i pali a sostegno dei corrimano che proteggevano la mulattiera

Vista sulla Val Boneta, a dx il Doss Caligher salito in precedenza

La mulattiera percorre in diagonale la dorsale di Cima di Valbona, sullo sfondo il Coltorondo

Postazione in caverna

La mulattiera percorre l'accidentata cresta

Sentiero scavato nella roccia con scalinata, sullo sfodno Cima Moregna e Latemar

Dopo aver superato altri canalini franosi, il camminamento scende verso un grande accampamento austroungarico, con imponenti resti di baracche, mulattiere, trincee, scalinate in pietra ancora intatte dopo un secolo!


Cima di Valbona nella fascia in ombra, dietro Cima Cece e Cima di Valmaggiore

Uno dei tanti barattoli di rancio dei soldati

Scalinata quasi intatta dopo 100 anni!

Altro scalone di servizio alle baracche sottostanti

Eccomi a Forcella Moregna, in vista del Lago Brutto

Trincea verso Coltorondo

Il lago Brutto, nome bizzarro per un posto così meraviglioso!

Sguardo indietro verso Forcella Moregna: a sx Cima Moregna, a dx Coltorondo

Ho attraversato tutta la cresta di Cima di Valbona, ora sono al sicuro e su sentieri stranoti. Faccio un po’ di foto, quindi salgo forcella Moregna 2397. A questo punto si fa largo l’idea: e se mi fermassi al Bivacco Coldosé? Se ci sono coperte, si può fare. Scendo al Lago Brutto 2207, quindi al Lago delle Trutte 2103, laghi incantevoli entrambi, poi salgo alla Forcella Coldosè 2183. Il bivacco è deserto, ci sono anche le coperte, è fatta! Sviluppo 12 km, dislivello 1000 m   


Eccomi al bivacco Coldosé

Foto notturna prima di andare a letto, buonanotte!

Il percorso

2° giorno - Sui Sentieri della Grande Guerra di Forcella Coldosé
« Ultima modifica: 27/06/2017 16:14 da AGH »
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Offline angela

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La prima volta che ho percorso il crinale di Valbona ho fatto il tuo stesso errore di scendere dalla cima per quel  canalino.....percorrendo il sentierino in senso inverso si trova modo di aggirare comodamente la cima una decina di metri di piu' in basso per poi risalirla; la si allunga un poco, ma e' molto piu' passeggiabile  :)
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Pyotr Ilyich Tchaikovskj

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Certo, avevo ben visto la mulattieria che aggirava i roccioni, ma mi sono fatto fregare dai vecchi segni bianco rossi sulle rocce che indicavano di scendere direttamente dalla cima. Pazienza, nulla di grave a parte una breve ravanata sul ripido...
« Ultima modifica: 25/06/2017 18:55 da AGH »
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