Autore Topic: [LAGORAI] Escursione sul Rio Brusago  (Letto 2655 volte)

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[LAGORAI] Escursione sul Rio Brusago
« il: 20/04/2019 12:51 »

Dal rio Brusago verso Sover

Ho voluto curiosare stavolta il Rio Brusago da casa mia fino alla strada provinciale sottostante in Val di Cembra. Non è una escursione particolarmente spettacolare dal punto di vista paesaggistico, ma comunque interessante da quello storico. La valle un tempo era abitata, c'erano vari masi circondati da campi, ma erano in attività anche mulini, segherie, fucine. Oggi è rimasto ben poco. I masi sono quasi tutti abbandonati e in rovina.


Visualizza mappa ingrandita

Infine il famigerato servizio provinciale dei "Bacini montani" ha dato il colpo di grazia paesaggistico, devastando la parte bassa della valle con ciclopiche briglie e artificializzazione del torrente Brusago, ridotto ora ad un triste canale senza passato né futuro.


Il devastante intervento di regimazione del Rio Brusago

La frazione di Calòneghi

Canali d'acqua

Ruderi a Moschi

Ripercorro in parte un tratto di percorso già fatto in una precedente escursione con anello ai Sveseri: arrivo alla frazione di Bortolai, che fino all'anno scorso era sepolta nel bosco. Ora sembra scoppiata una bomba atomica: tutto il bosco è stato raso al suolo, nella voragine spiccano i due masi isolati ridotti in ruderi.


Frazione Bortolai

La casa isolata nella voragine, ridotta in ruderi, fa impressione

Gli interni sconquassati dai crolli del tetto e dei solai

Il vecchio maso accanto all'abitazione

"Barbie" tra le macerie: il maso è stato abbandonato dopo l'alluvione del 1966, forse primi anni '70

I due masi a Bortolai

Il bosco è sparito

Scendo ancora lungo la strada forestale, dopo mezzo chilometro circa provo a guadare il rio: ci sono delle pietre ammassate a apposta. Dall'altra parte c'è una forestale che conduce, con una mia certa sorpresa, ad una falesia per arrampicata, poco a nord di Caloneghi. Tuttavia torno indietro e riprendo a scendere sulla riva dx orografica, che da qui in poi non ho mai percorso.


La falesia per arrampicata

Purtroppo man mano che scendo vedo la devastazione progressiva dei lavori di "sistemazione" per la regimazione del rio Brusago. La valle è stata sconvolta da scavi giganteschi per fare delle enormi briglie di cemento. Arrivo al Molin dei Stefeni: come dice il nome, qui anticamente c'era un mulino, di cui tuttavia è sparita ogni traccia. Scomparse le presa d'acqua, la ruota eccetera: ora è un anonimo casolare come mille altri.


I giganteschi scavi sul Rio Brusago hanno modificato il paesaggio della valle

Il Molin dei Stefeni

La devastazione è spaventosa: era davvero necessaria?

Proseguo tristemente per la forestale, in una situazione di degrado che mette davvero una gran tristezza. Torrente devastato, tagli del bosco, schianti, molti franamenti sui versanti spogliati dalla vegetazione...  Finalmente arrivo sulla strada provinciale, dove passo davanti alla vecchia segheria vista mille volte passando in macchina. Provo a entrare a dare una occhiata: tutto è in rovina, fracassato. Resiste solo una sculturina di una madonnina di gesso, appesa ad una trave. Il tetto è sfondato, il pavimento crollato. Si intravedono i vecchi rulli sui quali avanzavano i tronchi per essere tagliati. Sul lato opposto della strada c'era un'altra segheria: ma è stata demolita e oggi non c'è più alcuna traccia.

 
La Sega Vècia

L'ingresso sul retro

Sculturina in gesso

L'interno in rovina

Ora ho due soluzioni: provare a risalire verso Facendi o Sveseri per la valle del Rio dei Molini (ma non conosco sentieri, né sono riportati su alcuna mappa), oppure provare a risalire il rio Brusago sulla sponda opposta. Scelgo questa ultima opzione. Mi dirigo quindi al Pont dei Boioni poco distante dalla segheria: attraversato mlioni di volte ma... ecco che a piedi c'è una grande sorpresa! Una forra bellissima e profonda, dove il rio si incassa dopo uno scivolo naturale che forma una cascata. Per i ragazzini d'un tempo era un divertimento buttarsi in acqua dallo scivolo. Oggi non la fa più nessuno. Guliano Natali detto "Diaolin" di Sover, racconta di quel "Pomeriggio in piscina" in un interessante racconto che rievoca i bei tempi andati.


Vista verso Sover dal Pont dei Boioni

La forra vista dal Pont dei Boioni: purtroppo a monte, il Rio Brusago è stato totalmente devastato dalle regimazioni

Dai pressi del ponte imbocco una stradella che accede al fondovalle, sbarrato dalla rete del cantiere. La supero e inizio a risalire il rio tra ciclopiche e orrende opera di sbarramento. Devo cercare il modo di passare sull'altra riva, ma l'acqua anche se poca non permette un passaggio agevole sull'altra sponda.


La valle del Rio Brusago devastata dalle opere di regimazione

Le briglie enormi hanno distrutto totalmente l'ecosistema del torrente

Vagolando negli scavi dell'immenso cantiere trovo un passaggio e passo sull'altra sponda. Scendo per un po' e trovo la vecchia fucina, anche questa ridotta in ruderi. Che peccato. Tanta storia distrutta e persa per sempre.


L'antica fucina

La valle devastata

Della fucina sono rimasti pochi muri

Il desolante panorama delle muraglie "moderne" sul rio

Risalgo per un strada di cantiere fino all'altezza del Molin dei Stefeni, quindi proseguo ancora su stradella che diventa man mano sentiero, fino alla falesia vista durante la discesa. Di qui il sentiero si fa più vago, costeggiando il rio in fitte boscaglie di cespugli


Molin dei Stefeni

Una antica fornace lungo il rio Brusago

Disboschi e l'immancabile capanno dei cacciatori

Rivedo la frazione Bortolai dall'altra sponda

Il maso abbandonato ai Còleri

A un certo punto la traccia sparisce nella boscaglia fitta. Impossibile avanzare lungo il rio. Abbandono l'alveo e provo a risalire per il bosco, coi terrazzamenti sepolti nel bosco da mezzo secolo. Risalgo faticosamente la boscaglia, fino alla frazione semi abbandonata di Ghinello.


Frazione di Moschi, in alto Gabart, tra schianti e tagli del bosco il paesaggio è desolante e degradato

Frazione di Ghinello

Su un portone di un maso abbandonato, trovo la scritta: "In questa misera valle infelice". Tutto è andato perduto, in effetti, in appena mezzo secolo. Attività umane, masi, paesaggio. Tutto distrutto o quasi.


Maso disabitato sul Rio Brusago

La scritta sul portone del maso abbandonato

Portoni chiusi

Risalgo ancora lungo il rio Brusago per tracce, trovo un guado e guadagno la riva dx orografica, dove raggiungo il punto di partenza nei pressi di Brusago. Sviluppo circa 12 km, dislivello circa 300 metri.
Blog di Montagna
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