Dal Monte Mezza, visuale sulla Valsugana
Prima uscita dell’anno 2015 in una splendida giornata di sole. Scelgo una sgambatella in una zona che non ho mai fatto: l’ignota dorsale del
Monte Mezza 1679, che si trova a est del più noto
Monte Lefre. Da Cinte Tesino mi destreggio nel reticolo di strade e stradelle grazie al gps del telefono, salendo fino agli incantevoli
Prati di Monte Mezza, delle bellissime radure erbose e soleggiate. Il clima in quota è finalmente mite. Mi dirigo in auto fino in località
Le Buse a circa m 1180, dove parcheggio.
L'edera spunta dalla neve
Ci sono i soliti 5 cm di neve, metto subito e i ramponcini e prendo il
sentiero 395, che percorre la falsariga di una strada forestale. Dopo qualche km la forestale termina in uno spiazzo e sparisce anche ogni traccia di sentiero, forse a causa dei tagli di alberi che ha fatto un discreto macello. Taglio su per il bosco ripido “a panza”, tanto so che, un po’ più in quota, intercetterò una forestale che mi porterà al
Col delle Bagole 1485. Così è.
Vista su Castel Tesino, sullo sfondo il Monte Coppolo e a sx il Gruppo del Pavione
Ora col
sentiero 395 risalgo a ridosso del crinale con molto tracce di trinceramenti e con un notevole precipizio a picco sul versante sud, in vista del
M. Cismon 1588. C’è un discreto sfacelo di piante schiantate nel bosco, il sentiero ogni tanto si perde, il terreno è abbastanza infido con fossi e buchi, ma con un po’ di attenzione il sentiero si trova grazie ai segni sugli alberi.
Monte Cismon
La strada militare che sale a Cima La Presa, sullo sfondo il Monte Fierollo e, dietro, Cima d'Asta
Cima di Monte Mezza con vista verso sud e M. Cismon
Si sale senza problemi grazie ai provvidenziali ramponcini sulla poca neve, circa 5-8 cm che ricoprono fogliame e ghiaccio parecchio scivolosi. Finalmente il bosco si dirada e arrivo alla cima, un piccolo poggio “aereo” con grande croce di legno: al di sotto, un
salto impressionante nel vuoto di oltre 1300 metri. Faccio una breve sosto al tepore del sole per le solite foto: grandiosa la vista sulla Valsugana e sulla
Catena di Cima 12; verso nord il
Gruppo di Rava,
Cima d’Asta, verso NO la
Catena del Lagorai.
La cima del Monte Mezza
Dalla vetta del Monte Mezza un pauroso balcone sul vuoto di oltre 1300 metri
Non conoscendo il percorso, preferisco non attardarmi e riprendere il cammino. Dalla cima c’è un breve tratto col “brivido” sul filo di cresta roccioso, sotto il baratro col
paese di Ospedaletto sul fondovalle: qui è necessaria attenzione, la neve copre le rocce e anche coi ramponcini è meglio andare cauti.
Passaggio delicato sul filo di cresta
In basso a dx il Monte Lefre, all'orizzonte la Catena del Lagorai: a sx si distingue Fravort, Gronlait, Cola
Tratto di discesa infida verso cima La Presa
Il sentiero piega poi più tranquillamente verso il bosco scendendo a ridosso del crinale, dove ogni tanto si aprono le trincee e le gallerie che si affacciano a picco sulla Valsugana in direzione nord. Calo fino a una specie di forcelletta, quindi con strada militare a zig zag salgo per il Coston della Presa fino a Cima Presa 1658, pianeggiante e boscosa, ma col versante ovest sempre letteralmente a picco sul fondovalle. Mi affaccio con prudenza ogni tanto per scattare qualche foto: davvero impressionante.
Gallerie della Grande Guerra
Feritoia con vista sul Lefre e sulla Valsugana
Salita per la strada militare a Cima La Presa
Da Cima La Presa vista sulla Catena di Cima Dodici e la Valsugana
A questo punto pensavo che il grosso fosse fatto, e mi aspettasse una tranquilla passeggiata per il rientro. Ma mi sbagliavo. La
discesa sul versante NE di Cima Presa inizia apparentemente tranquillo, ma su un terreno molto strano: ci sono roccioni ovunque in cui il sentiero si insinua tra indisiosi fossi. Lo sfacelo di piante schiantate confonde le idee ogni tanto, ma il sentiero è segnato molto bene.
Veduta verso il Tesino con le radure dei Prati di Mezza
La boscaglia su Cima La Presa
Il fianco orientale del Monte La Presa è disseminato di macigni e roccioni
Il percorso si posta gradualmente verso il crinale che diventa sempre più ripido e angusto. Una stretta traccia si infila giù per dei canalini quasi verticali, aggirando mughi e
sfruttando strette cenge con diversi passaggi esposti. Se non fosse per i segni qua e là, si direbbe di aver sbagliato strada, l’esile traccia scende ripidissima tra le rocce senza poter vedere cosa c’è sotto.
La ripida discesa del fianco nord di Cima La Presa
In alcuni tratti rognosi un provvidenziale cordino di sicurezza
Scendendo verso la Forca
Tratto in cengia
Ringrazio di aver portato i ramponcini, sarebbe molto pericoloso senza e, anche così, bisogna fare molta attenzione. Un piede in fallo e si rischierebbe di precipitare per centinaia di metri giù per le ripide balze rocciose. Per fortuna nei tratti più ostici ci sono dei provvidenziali cordini di sicurezza che aiutano non poco. Il sentiero sempre più ripido ed esposto e con la neve scivolosa, mi fanno dubitare se insistere o meno. Con molta calma e attenzione riesco a scendere fino ad arrivare finalmente alla base della parte, alla
Forca 1330, presso una forcella boscosa dove posso tirare il fiato.
Cima La Presa col ripido versante nordoccidentale: il sentiero scende per la spalla sx
Campigolo di Valle
Il sentiero ora è facile e con un lungo traversone nel bosco mi porta fino al
Campigolo di Valle 1343, una bella radura con alcune malghe in lontananza verso il Lefre. Ora prendo la
strada militare che con ben 13 tornanti, uno Stelvio in Miniatura, cala nel vallone ripido verso Dietro Castello, quindi con un traversone scavato nella roccia si congiunge col
sentiero 397 che mi riporta, dopo alcuni km in salita, a Le Buse dove ho la macchina.
La strada militare scavata nella roccia mi riporta verso Le Buse
Bel giro panoramico, poco battuto: incontrato nessuno, nessuna traccia sulla neve. Molta attenzione alla dicesa della Forca, decisamente sconsigliata senza ramponcini. Disl circa 900, sviluppo 14,5 km.
Il percorso