Autore Topic: [LAGORAI] Cima Coltorondo m 2530  (Letto 4272 volte)

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Offline pianmasan

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[LAGORAI] Cima Coltorondo m 2530
« il: 24/07/2017 21:34 »
L’escursione di cui vi parlo è una delle più frequentate del Lagorai.
La possibilità di salire con l’automezzo a malga Valmaggiore rende il dislivello accettabile ad ogni buon camminatore, i pittoreschi laghetti che il percorso accosta ed avvicina danno un tocco scenografico al paesaggio, le difficoltà, infine, sono elementari. Noi l’abbiamo resa solo un pochino più impegnativa aggiungendo la salita, comunque non banale, alla cima del Coltorondo, 2530 m.
La bella mulattiera militare che sale dalla Valmaggiore verso malga Moregna è piuttosto ripida e sconnessa, altrimenti che mulattiera sarebbe?  ;D


Dopo aver attraversato la verde radura della Busa dei Slavazi


raggiungiamo gli aperti pascoli di malga Moregna.
Breve sosta senza poter visitare il bivacchetto (ci dorme una comitiva)


e avanti fino a superare la Corona delle Pozze.


Da qui parte verso sud-est la lunga dorsale di c. Moregna. Appare in basso il lago delle Trutte


e noi giriamo decisamente a est, imboccando il vallone del lago Brutto.


Subito incombe l’alta forcella Moregna ed il cupo lago ne riflette nitidamente il profilo.


Questo è il tratto più ripido e faticoso dell’escursione. Sentiero ben segnato, anche da numerosi ometti, ma fondo molto irregolare: chissà quante valanghe hanno spazzato quel pendio.


La forcella è accarezzata da uno zefiro che invita ad indossare la felpa. A nord il ripidissimo pendio erboso che muore ai roccioni terminali della Moregna, a sud la traccia che conduce al Coltorondo. Qui cominciamo a salire. Sotto le prime rocce, guidati da ometti (e dalla indicazioni di Agh che mi ha rinfrescato la memoria) aggiriamo sul versante nord – lato lago Brutto – il fianco della montagna: qui il sentiero è leggermente esposto ed è il tratto più impegnativo. Si giunge sotto un marcato cocuzzolo


senza toccarne la tondeggiante cima: è una specie di anticima del Coltorondo, ben visibile anche dal basso. Passando nei pressi di una fortificazione,


attraversiamo in leggera discesa sotto un’ampia forcella di cresta,


per arrivare alla base del versante nord del Coltorondo.


Si guadagna senza grosse difficoltà la cima con la sua croce sbilenca


lungo un’ancora eccellente scalinata di pietre sovrapposte, lavoro magistrale. Brevi tratti di sentiero pianeggiante raccordano le rampe della scala.






Il tempo uggioso non permette soste prolungate. Con attenzione e passo misurato scendiamo alla forc. Moregna.




Caliamo ora a est verso la testata della Valbona. Avevo messo in preventivo un rientro lungo questa valle ma i miei compagni di escursione (figlia e moroso) intendono proseguire fino alla forc Valmaggiore. Pensiero: verrà un giorno nel quale sarò io a dire se intendo allungare o accorciare…
Valbona, con frana sul fianco sinistro


Passiamo sotto cima e forcella Valbona,


aggiriamo il tormentato versante nord di c. Valmaggiore,


superiamo la forc. del Doss Caligher (da qui parte il sentiero segnato che scende in Valbona)


 e con breve risalita siamo al biv. Paolo e Nicola. Non troppo traffico, tempo grigio, venticello che sparpaglia le nuvole.

Pian col sachet del pan.


Il dislivello negativo che ci separa da malga Valmaggiore è inversamente proporzionale alla temperatura, più cala quello e più cresce questa. Come si stava bene su creste e forcelle!
Decine di macchine nel parcheggio e tavoli affollati alla malga ci accolgono all’arrivo. Come si stava bene al bivacco Paolo e Nicola!
« Ultima modifica: 24/07/2017 21:39 da pianmasan »