Autore Topic: [CIME DI VIGO] Ferrata Burrone Giovanelli, la meraviglia naturale  (Letto 7944 volte)

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Nel Canyon del Burrone Giovanelli

Nei pressi di Mezzocorona (TN) si nasconde una delle più incredibili meraviglie naturali del Trentino: il Burrone Giovanelli. E' una grandiosa forra scavata dal torrente del grande impluvio delle Cime di Vigo Occidentali: nella sua corsa verso valle, ha eroso la roccia nel corso dei millenni quasi come fosse burro.


Nel cerchio il Burrone Giovanelli

In  questo canyon spettacolare con pareti verticali alte oltre 100 metri, dove la luce filtra a fatica, si sviluppa una via ferrata che si insinua nella montagna fin dentro le sue viscere. Si cammina nella semi-oscurità sul fondo del canyon, con le pareti di roccia che incombono altissime, veramente impressionante. All’uscita del canyon, già stupefacente, l’ultima visione primordiale: un’altissima cascata che precipita con un salto di quasi cento metri. Nessuno può rimanere indifferente a tante meraviglie!


La cascata all'uscita

La ferrata fu costruita nel 1906, dedicata a Tullio Giovanelli nel 1941, medico di Mezzocorona e promotore dell'opera. La salita è abbastanza facile, adatti anche ai novizi di ferrate purché non soffrano di vertigini. Obbligatoria comunque l'attrezzatura da ferrata con imbrago, casco e guanti. L’attacco è in località Ischia di Mezzocorona: la variante del sentiero (505A) permette di iniziare la ferrata un po’ più in basso entrando in un suggestivo antro roccioso con cascatelle, dove con due ripide scale si supera agevolmente il dislivello. Questo inizio è considerato il più impegnativo per i novizi, che possono però evitarlo prendendo il sentiero poco più a monte. Io comunque consiglio di affrontarlo perché è uno dei tratti più belli e caratteristici.


Si entra nel canyon oscuro...

Dentro il canyon

Superato questo primo sbalzo la ferrata diventa un sentiero attrezzato che si arrampica per il ripido costone con vari zig zag. Superato un crepaccio abbastanza impressionante, il sentiero prosegue per roccette e boscaglia fino all’imbocco del canyon vero e proprio. Si procede carponi per qualche metro per una cengia, per poi calare di pochi metri dentro la forra dove scorre rumorosamente il torrente il cui fragore rimbomba tra le pareti.


Si scala obliquamente per la parete tramite staffe

Tutta la via è abbondantemente attrezzata con staffe e cordini

Le impressionanti e altissime pareti

In questo periodo (primavera) è piuttosto gonfio e l’attraversamento saltando sulle pietre non è sempre agevole. Si arrampica quindi obliquamente sulla parete di circa 30 metri attrezzata con staffe e cordino. Superato lo sbalzo, una passerella permette di inoltrarsi nel canyon vero e proprio, davvero impressionante, con un grosso macigno incastrato tra le pareti rocciose. Ora il fondo della forra spiana e si cammina lungo il torrente in leggera salita, attraversandolo più volte. 


Le impressionanti pareti verticali

La parte alta del canyon

Il fondo della forra si percorre accanto al torrente che ha scavato questa meraviglia

Il canyon compie alcune svolte, con le pareti altissime a strapiombo sulle nostre teste, davvero impressionanti nella loro cupezza. Dopo circa 1 km siamo quasi fuori, ma la meraviglia non è finita: una cascata scroscia dalle rocce con un salto di 100 metri. Che posto spettacolare!


Uno scorcio del canyon

Proseguiamo ancora, risalendo il vallone con un’ultimo scalone, circondati da scroscianti cascatelle. Per un bel bosco di tasso (albero piuttosto raro) guadagnamo quota per facile sentiero fino al Bait dei Manzi (acqua e bivacco sempre aperto), dove facciamo una breve sosta. Quindi per strada forestale raggiungiamo l’abitato di Monte, dove abbiamo prenotato la ristorante "Ai Spiazzi" una “scofanata” di tortel di patate accompagnato da formaggi e salumi.


Ultimo scalone all'uscita del canyon tra le cascatelle

Sotto la cascata

Quasi all'uscita

Ultima scala

Il bosco di tasso, detto l'albero della morte per la sua velenosità

Mini giardino roccioso spontaneo ;)

Il bivacco dei Boscheri presso il Bait dei Manzi

Dopo una siesta sui prati del piccolo e incantevole altopiano, iniziamo a scendere a valle col sentiero 500 che parte dai pressi delle funivia. Il sentiero ha molti gradoni rocciosi e mette a dura prova le ginocchia. In circa un’ora e mezza, con grandiosi scorci sulla Val d’Adige, scendiamo fino a Mezzocorona, da dove per stradelle secondarie andiamo a recuperare l’auto lasciata alla partenza.


Scorcio sulla Val d'Adige col sentiero di discesa a Mezzocorona

Una escursione fatta tanta volte ma sempre bellissima ed emozionante, assolutamente raccomandabile. Una splendida e tutto sommato facile gita con cui si può coniugare lo sport con una sosta mangereccia :). Dislivello circa 700 m, sviluppo 10 km.
Blog di Montagna
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