Da
Pozza di Fassa saliamo con gli
impianti del Buffaure fino a poco sotto il
Col de Valvacin 2372. Già qui affacciandoci sulla prima cimotta il panorama è a dir poco commovente. Un giro di orizzonte maestoso nel cuore dei principali gruppi dolomitici in zona:
Latemar,
Catinaccio,
Sassolungo,
Sella,
Marmolada,
Odle sullo sfondo. Iniziamo col
sentiero 613 una lunga ed entusiasmante traversata percorrendo i crinali verso il
sentiero attrezzato Lino Pederiva.
Sassolungo e Crepa Neigra
I crinali del Sentiero attrezzato Lino Pederiva
La traversata è caratterizzata da
continui ma modesti saliscendi intorno a quota 2400. La prima cima è dopo pochi minuti di marcia, il
Sass de Adam 2430. Siamo affacciati sulla meravigliosa
Val Jumela, che costeggiamo dall’alto con un lungo traversone fino a
Sella Brunech 2428. Anche la val Jumela purtroppo, tra gli ultimi angoli di paradiso rimasti intatti in Fassa, è stata fagocitata dagli impianti di sci realizzati qualche anno fa nonostante mille polemiche per salvarla. Almeno qualche angolo intatto lo si poteva lasciare, tutto si può dire infatti ma non che in Fassa manchino impianti. Ma non c’è stato nulla da fare, anche la Val Jumela è stata sacrificata sull’altare dello sci
Sass de l'Adam
ll
sentiero 613B per prendere il
sentiero attrezzato Lino Pederiva stranamente non è segnato, né abbiamo visto tabelle, salvo quella del
sentiero 613 che però
scende verso forcella Neigra. Comunque dalla Sella del Brunech basta rimontare 50 m di dislivello e salire in cresta dove il sentiero è sempre ben visibile. Facciamo una breve digressione per la
ultrapanoramica dorsale del Sass del Porcel con vista spaziale a 360°. Proseguiamo ora verso SE sopra la bellissima
conca del Ciampac, dove la cresta si fa più tormentata e affilata. Nulla di problematico ma bisogna fare attenzione, ci sono molti tratti esposti su costoni pratosi assai ripidi, un inciampo sarebbe fatale.
In marcia verso il Sentiero Pederiva, a sx la Val Jumela; sullo sfondo giganteggia la Marmolada
Lungo il crinale
Sentiero Pederiva, sullo sfondo Cima Uomo
Ora il sentiero sale leggermente di quota fino ad arrivare alla base delle pareti verticale del
Sass de Roces, dove iniziano dei brevi tratti attrezzati con cordino. Non serve imbrago, sono più dei corrimano ma, considerata l’esposizione, chi soffre di vertigini potrebbe avere dei problemi. Costeggiamo la base della parete fin sotto il
Sass Bianch e, con un ultimo traversone facile, raggiungiamo un costone dal quale si scende senza problemi nella
splendida conca del Ciamp de Mez, dove ci
ricongiungiamo col 613 che proviene dalla Croda Negra. Una breve salitella e siamo alla selletta dove ci affacciamo sulla magnificenza della
conca del Pra de Contrin, dove avvistiamo il
rif. Passo S. Nicolò. Prima di scendere visitiamo un bunker della Grande Guerra, arrampicandomi dentro un anfratto scopro un'iscrizione.
Bunker della Grande Guerra nei pressi del Passo S. Nicolò
Il sentiero scende alla base della parete prima dei tratti attrezzati
Colac e Marmolada
Il Sentiero Pederiva corre sopra la Val S. Nicolò
Uno dei brevi tratti attrezzati
Meravigliosa vista sul Passo S. Nicolò
Chiediamo notizie al gestore sul “
Sentiero della Grande Guerra” riportato sulla Kompass: ci risponde che è
chiuso da 10 anni per frane! Per lo spigolo NO ci sarebbe una impegnativa via ferrata ma noi ci dirigiamo col
sentiero 608 verso il rif. Contrin, che però
abbandoniamo subito per prendere una deviazione, senza indicazioni, che con un
lungo traversone su ghiaione costeggia il
versante nord del Col Ombert.
Vista sulla Marmolada
Rifugio Passo S. Nicolò e Col Ombert
C’è una vista epica sulla
Marmolada e
Gran Vernel,
Cima Ombretta,
Sasso Vernale e
Cima Uomo che non ci stancheremmo mai di guardare. Arrivati in fondo al traversone su ghiaione,
il sentiero si ricongiunge col 609 che va verso
Passo Pasché, che però abbandoniamo ben presto per prendere la traccia che risale il
ripidissimo canalone del Col Ombert sul versante est.
Vista da urlo sulla Marmolada
Verso Passo Pasche, sullo sfondo la Val Contrin
Resti della Grande Guerra
Abbandoniamo il sentiero per Passo Pasche per seguire delle tracce che salgono l'erto canalone del fianco est del Col Ombert
Salendo al Col Ombert, vista verso Passo Pasche (a sx) e Cima Uomo
La salita è veramente ripida ma la traccia è discreta e si segue senza problemi fino alla
cima pianeggiante del Col Ombert 2670, con un panorama incredibile da levare il fiato. Rimaniamo a lungo sulla cima a guardare i panorami sconfinati e scattare foto. Io preso da raptus ho superato ormai le 580 foto!
In vetta al Col Ombert con vista su passo S. Nicolò
Col Ombert 2670 con vista spaziale a 360°: grazie alla sua posizione strategica era un caposaldo della difesa austriaca in Val Contrin
Vista verso il Gruppo di Sella
Verso le 16.15 dobbiamo per forza, con enorme dispiacere, scendere a valle. Caliamo per il canalone per la stessa via di salita e
torniamo alla base del Col Ombert per
riprendere il 609 che ci porta a passo Pasché a 2498. Ultimi sguardi sulla Marmolada alla luce del tramonto, che spettacolo! Breve pausa e iniziamo la lunghissima discesa nell’
incantanta Val S. Nicolò che risplende alla luce del tramonto.
Discesa nell'incatata Val Contrin alla luce del tramonto
Ultimo sguardo all'affilato Col Ombert prima che faccia buio
La discesa è veramente eterna, arriviamo alla macchina che ormai è buio, sani e salvi anche stavolta. Giro grandioso, ultrapanoramico, con paesaggi solenni e maestosi, che non si dimenticano.
Da evitare col bagnato (il sentiero diventa fangoso e scivoloso), e anche per chi soffre di vertigini. Sviluppo 22,3 km, dislivello difficilmente calcolabile per via dei continui saliscendi, Google Earth dice m 1006, io penso intorno ai 600-700.
Il percorso