Autore Topic: Case sugli alberi? Il Cipra dice no: "Idea succube della cultura metropolitana"  (Letto 3220 volte)

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Offline AGH

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Oggetto: osservazioni di CIPRA Italia nel merito del disegno di legge n° 364 «Integrazione dell’art. 29 della legge urbanistica provinciale: realizzazione di case sugli alberi» di iniziativa del Consigliere Mauro Delladio PDL.
 
Alcuni sindaci trentini, politicamente schierati nei due principali fronti politici italiani, stanno proponendo la costruzione di case sugli alberi, dimostrando una totale assenza di cultura e sensibilità ambientalista. Oltre a tutto non valutano le conseguenze urbanistiche sul territorio di scelte tanto offensive verso il nostro patrimonio naturale e vegetale.
In modo opposto la scorsa legislatura nazionale si è conclusa con l’approvazione di una specifica legge che tutela le piante monumentali, siano queste portatrici di valori storici e culturali, o paesaggistici, o degne di particolare attenzione per la loro età e per le caratteristiche monumentali.
 
Da tempo in Trentino si percepisce la crescita del disprezzo verso il valore delle alberature e del bosco: è sufficiente leggere alcuni atti della recente legislatura provinciale. Ma in modo ben più concreto prima si è pensato di abrogare la norma della legge urbanistica che prevedeva una specifica attenzione per le piante che in ambito urbano superavano i 40 cm. di diametro. Poi si sono inventati i percorsi turistici imposti alla vegetazione: funi di acciaio sopraelevate che violentano i tronchi, gabbiotti in quota, percorsi spericolati fatti solo per attrarre, in zone anche pregiate (si pensi al lariceto di Molina di Fiemme) turisti che devono provare particolari ebbrezze. Piante che nel corso degli anni vengono strozzate dalle funi.
 
Anche la gestione delle alberature si manifesta con una sottocultura diffusa, le capitozzature sono sempre più violente. Protagonisti di questo agire sono in primo luogo le amministrazioni pubbliche, i comuni, ma anche il servizio viabilità della provincia che quando interviene sulle rive delle strade strappa letteralmente pezzi di tronchi, rami, dimostrando e diffondendo un disprezzo privo di limite verso le forme di vita del mondo vegetale.
Ultimamente sono poi arrivate le autorizzazioni a costruire in ogni bosco, pubblico o privato, altane per la caccia con risultati anche in questo caso aggressivi verso le piante: vedasi uno specifico esempio come è stato trattato un larice a Moena, in loc. Doss Budon.
E cosa si dice dei nuovi metodi di utilizzazione boschiva (macchine processori e tagli effettuati in funzione dell’esbosco con teleferica) che in pochi decenni stanno depredando le nostre foreste di tutta la vegetazione matura e stramatura presente?
 
Non soddisfatti di questo decadimento di sensibilità e cultura ora arriva il disegno di legge che propone la costruzione di case sugli alberi.
CIPRA esprime la più assoluta contrarietà alla proposta.
Innanzi a tutto perché ancora una volta ci si dimostra succubi della cultura metropolitana: pur di vivere qualche decina di minuti, o qualche giornata in modo insolito, si mette a disposizione una forma di vita (l’albero in questo caso) per il diletto dell’umano. Dimostrandosi così sempre più asserviti alla cultura e alle richieste di una presunta cultura ecologica proveniente dalle città.
Si fa passare la proposta come una richiesta di turismo ecosostenibile presente nella società moderna. Una iniziativa ecosostenibile non aggredisce una pianta, non si impone su di essa, non modifica il paesaggio: una scelta ecosostenibile è basata sul rispetto di tutte le risorse naturali e delle forme di vita.
Si dice poi che l’iniziativa offra risposta alle esigenze turistiche delle aree periferiche. E se invece il turismo del futuro venisse sostenuto da parole come rispetto, naturalità, biodiversità, queste aree non ne avrebbero maggiore beneficio? Le case sugli alberi rappresentano solo la ricerca di uno scimmiottamento di proposte avanzate in modo sperimentale da qualche bontempone in specifiche località.
Come vengono offerti i servizi idonei alla abitabilità di questi nuovi spazi? E quali sarebbero le norme di sicurezza da imporre per l’approvazione dei progetti? Nuova viabilità, accessi, sicurezza, servizi igienici, illuminazione…? Altro che ricerca di naturalità: solo rispondere parzialmente ai temi citati si mortifica la pianta oggetto di attenzione “naturale ed ecocompatibile” e l’insieme del territorio che la ospita.
 
In zone dell’Italia più attente verso il patrimonio arboreo si vanno proponendo corsi che promuovono gli alberi in modo opposto al nostro “Alberi, amici da proteggere” una campagna della LIPU. Gli alberi sommano funzioni ambientali, ecologiche, economiche, funzioni sociali (estetico-paesaggistiche, svago e attività culturali e sportive, ripristino di un contatto autentico, non artificioso con la natura, ruolo educativo e formativo), non sono giocattoli in mano all’uomo che pensa solo in modo egoistico e privo di sensibilità.
Invito i sindaci tanto sensibili verso l’ambiente a riflettre su una semplice frase del grande poeta indiano Rabindranath Tagore:
«Gli alberi sono l’estremo sforzo della terra per parlare al cielo.»
Non c’è nulla da aggiungere a quanto affermato dal poeta. Come è possibile violare in modo tanto aggressivo una energia spirituale profonda come quella che ci viene donata dalle piante?
 
Luigi Casanova
Vicepresidente di CIPRA Italia
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Offline Selvagem

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Mi sembra di aver letto sull'Adige cartaceo che la crociata di Casanova non ha avuto buon fine...
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Offline AGH

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Mi sembra di aver letto sull'Adige cartaceo che la crociata di Casanova non ha avuto buon fine...

non è proprio una "crociata di Casanova" ma del Cipra. Che comunque fosse destinata a fallire non mi meraviglia...  :-X
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