Autore Topic: TransLagorai, oltre 3,6 milioni di euro per riqualificare il percorso  (Letto 84982 volte)

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Offline pianmasan

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Buongiorno,
come socio pluridecennale e lagoraista di lunga data desidero manifestare la mia netta opposizione al progetto di "valorizzazione della Traversata del Lagorai".
Nello stesso tempo esprimo il più vivo rammarico per la presa di posizione della SAT.


Per completezza d'informazione.
Ovviamente, nome, cognome e sezione di appartenenza.

Non me la sento di negare il mio modesto obolo (bollino). Non mi interessa l'aspetto assicurativo, poiché già da alcuni anni sono con Dolomiti emergency.
Considero la quota annuale una forma di sostegno alle sezioni dentro le quali tanti soci lavorano con umiltà e dedizione.

Offline kobang

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Ed è proprio da quei soci che è lecito attendersi qualche segnale.....

Offline pianmasan

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Preannuncio che la presidente (o presidentessa o... presidenta? boh, che confusion!) ha già risposto. Attendo il suo assenso per farvi conoscere ciò che mi ha scritto. Pazientate!

Offline AGH

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Preannuncio che la presidente (o presidentessa o... presidenta? boh, che confusion!) ha già risposto. Attendo il suo assenso per farvi conoscere ciò che mi ha scritto. Pazientate!

a noi puoi dirlo  ;D
Comunque bisognerebbe che i satini, come ha fatto Pian, scrivessero a valanga.. forse sarebbero convinti meglio a fare marcia indietro da questo progetto assurdo
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Offline pianmasan

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Ecco la risposta della presidente SAT Anna Facchini:

Buongiorno Lorenzo.
ti ringrazio per aver espresso la tua opinione, che accolgo come spunto di  riflessione.
Posso informarti che la Giunta esecutiva della SAT ha incaricato le proprie commissioni tecnico-consultive Tutela Ambiente Montano, Rifugi e Sentieri di vagliare il progetto 'Translagorai" e l'accordo di programma tra gli enti nella versione definitiva approvata dalla Giunta Provinciale lo scorso 10 agosto. L'attività, appena assegnata, ha lo scopo di considerare i presupposti su cui era stato  costruito l'accordo di programma correlato all'ipotesi di progetto.
La Giunta valuterà come rendere pubblici i risultati di questo lavoro.
Vorrei pensare che l'attenzione, interna ed esterna alla SAT, che viene riservata a tale progetto possa costituire in un futuro prossimo un contributo verso una pianificazione territoriale ragionata e accorta. E questo è un impegno che sento forte come nuova presidente.
Grazie ancora della tua attenzione.
A risentirci!

Offline AGH

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Sei soddisfatto della risposta?
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Offline pianmasan

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No.
Mi sembra un ottimo esercizio di elegante linguaggio politico. Ho avuto questa impressione dopo la prima lettura e la conservo tuttora.
Che poi la SAT stia ancora vagliando il progetto in più di una commissione, è informazione che mi giunge del tutto nuova.

Offline kobang

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Politichese che sottintende "intanto facciamo la porcata",poi ne riparliamo per le future!
La signora è il prototipo dei parac... nostrani e con me la SAT ha chiuso per sempre.
La presidente viene da istituzioni di alto profilo etico:banche....sicuramente non interessate a attività speculative!
Certo aspettare 146 anni per avere la prima presidente dopo la storica egemonia maschile,ed avere questo risultato, è davvero un bel traguardo.
Questo la signora riporta nel suo curriculum "Ho poi ideato i corsi di Pianificazione e governo delle aree montane realizzati nel triennio 2011-2013, guidando il gruppo di coordinamento SAT e Università di Trento."Un lungo percorso per fottere la montagna come la intendiamo noi,un plauso alla lungimiranza di chi la ha eletta,un ulteriore sollecito alla base del sodalizio per manifestare un minimo di dissenso

Offline bandurko

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Politichese che sottintende "intanto facciamo la porcata",poi ne riparliamo per le future!
La signora è il prototipo dei parac... nostrani e con me la SAT ha chiuso per sempre.
La presidente viene da istituzioni di alto profilo etico:banche....sicuramente non interessate a attività speculative!
Certo aspettare 146 anni per avere la prima presidente dopo la storica egemonia maschile,ed avere questo risultato, è davvero un bel traguardo.
Questo la signora riporta nel suo curriculum "Ho poi ideato i corsi di Pianificazione e governo delle aree montane realizzati nel triennio 2011-2013, guidando il gruppo di coordinamento SAT e Università di Trento."Un lungo percorso per fottere la montagna come la intendiamo noi,un plauso alla lungimiranza di chi la ha eletta,un ulteriore sollecito alla base del sodalizio per manifestare un minimo di dissenso
Vorrei pensare che l'attenzione, interna ed esterna alla SAT, che viene riservata a tale progetto possa costituire in un futuro prossimo un contributo verso una pianificazione territoriale ragionata e accorta.

Concordo con te Kobang: è l'esatta intepretazione che avevo dato anch'io a queste parole.
A volte si ha l'impressione che chi occupa
una posizione tenda a trattare gli interlocutori come persone incapaci di intendere ma purtroppo per loro talvolta non è cosi.

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Offline AGH

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Appena raggiunti gli 8000 iscritti signori!  ;D
https://www.facebook.com/groups/giuelemanidallagorai/
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Offline AGH

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Superati i 13.000 iscritti sul gruppo FB! https://www.facebook.com/groups/giuelemanidallagorai/
Oggi abbiamo mandato una mail a tutte le sezione Sat.
-----
Translagorai, cara Sat ti scrivo
Questa lettera è stata mandata a tutte le sezioni Sat, in modo che nessuno potesse dire che non ne sapeva nulla (come abbiamo sentito un po' troppo spesso per la verità). Speriamo che qualcuna possa prendere posizione come ha fatto coraggiosamente la sezione "Sat - Carè Alto" contro questo progetto assurdo
(leggibile qui https://docs.google.com/document/d/1UtOvfQiTUonF5JKgPKllzUPDdYCZZ2hpt6omZVhzmj4/edit?usp=sharing)
« Ultima modifica: 06/10/2018 16:26 da AGH »
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Offline pianmasan

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Leggetelo come vi pare :)

Non capisco la vostra ostinata avversione alla valorizzazione della Traversata del Lagorai. Resto sorpreso quando leggo critiche molto violente e fortissime obiezioni a questo progetto.
Mettiamoci per una volta nei panni del Traversatore del Lagorai (TdL), che è l’attore protagonista di tutta la vicenda.
Immaginatelo mentre spunta dalle creste del Manghen, presso la croce del passo, dopo aver percorso il primo tratto della traversata. E’ piuttosto stanco.
Egli sa che a pochi chilometri verso sud, direzione Telve, sorge una malga. E’ stata recentemente ristrutturata proprio per i TTdL. Offre ristoro, pernottamento, un comodo riposo. Altro che la dura notte in un bivacco, in tenda o nel sacco a pelo sotto le stelle! E allora, perché non approfittarne?
Passa una macchina con targa tedesca. Fuori il pollicione! La macchina si ferma.
“Mi darebbe un passaggio fino a malga Valsolero?”
Tofe essere cvesta malga Falsolero?”
“Qui sotto” e segna verso la Valsugana “pochi chilometri”
Ach, so,… bitte, salire prego…”
Così il TdL, felice e soddisfatto, scende fino al rinnovato alberghetto alpestre. Cenerà, dormirà in una confortevole cuccetta, si sveglierà al mattino, fresco wie eine Rose, pronto a riprendere il cammino. Beh,… il cammino… Altro pollicione, altra Deutschauto, passo e via verso la Ziolera!
Forcella del Frate, avanti, forcella Pala del Becco, avanti, forcella Montalon, forcella Valsorda, sosta.
Grat grat grat cantano gli scaponi sulle pietre del Lagorai…
Arrivato a forcella Lagorai, volgendo lo sguardo a nord, gli par di vedere, in ordine numerico decrescente: a) schiere di persone (turisti?) che dalla forcella del Macaco calano verso il Vallone  b) alcuni più ardimentosi che si spingono fino ai laghetti  c) pochi altri che eroicamente tentano di salire alle Sute.
Quando si blocca stupefatto davanti a quella desertotartarica visione, perché, dico io, volete negargli la possibilità di fondersi con questo popolo felice? Perché togliergli il piacere di immergersi nel calore della gente?
Per il TdL, che si è già sorbito alcune migliaia di metri di D+, che volete che siano altri cinquecento metri prima in giù e poi in su? Vale o no la pena di fare questo piccolo sforzo per trovare cena con primo, secondo, contorno, dolce, frutta e caffè corretto; connessione Uai-fai; possibilità di ricaricare lo smartfon,  linda cameretta profumante abete, lenzuola pulite? Una bella doccia calda, uno sciampooo e… guarda,… ci sono anche il saponino, la schiumina da barba e il rasoìno usa e getta!
Nella chiassosa sala da pranzo, tra volteggianti cameriere fiemmescamente agghindate, ha la possibilità di conoscere i cultori del nuovo alpinismo.
Eccolo quello che chiama casa: “Ahoooo, te chiamo dal resort Lagorai, c’ha connessione. Oggi me so’ fatto ‘a ferata de Bombàsel, bella bella bella,… mo’ vado a vedé la partita di Scempion Lig, ce sentimo, domani te uotsappo… Sciaooo.”
E’ una nuova, elettrizzante esperienza.
Al mattino, come consiglia qualcuno, non più ritorno a forcella Lagorai. Prima lungo il lago, per ammirare da altra angolazione la malga nella sua nuova veste, poi verso forcella Cadinello e infine su per il sentiero “G. Giovannini” che riporta diritto alle creste. Il tratto da forcella Lagorai al Lasteolo viene perso, certo, ma sì, dai... è solo un traverso sotto le Sute, quattro ferri per passare l’intaglio della cresta e tutta l’orrenda sassara fino alle forcellette delle Sute e dei Pieroni, quei ventosi camini che succhiano sul volto del TdL una gelida carezza dalle profonde gole sottostanti.
Via, via, via… Lasteolo, Copolà, Litegosa, bivacco Teatin?… bleahhhh, che schifo! umidità, acqua che gocciola… fuga, via di corsa, per quanto le forze lo permettono. Sui versanti a sud, sotto i severi gendarmi del castel delle Aie, sente già nell’aria il richiamo della baita Monte Cauriol. Quando, calando dal passo verso Sadole, scorge il camino che fuma, quello sopraelevato con le recenti modifiche, il cuore gli si allarga, il passo stanco riprende vigore e senza quasi accorgersene, è là! Cameretta pulita, cuccetta comoda, pasto caldo, che bellezza! Nel prato della malga sono montate alcune tende di suoi colleghi TTdL. Egli li guarda con sufficienza e con una certa pietà: lui se ne starà al calduccio, senza pericolo di bagnarsi se fa un temporale, scarponi asciutti, magari doccetta, indumenti stesi ad asciugare sulla stufa!
Così in cuor suo si sente in dovere di ringraziare tutte le persone che si sono prestate alla valorizzazione della TransLagorai. Sono gli umili e sconosciuti filantropi, perennemente mossi da un inquieto, inarrestabile spirito umanitario. Grazie a voi, signori e grazie alle lungimiranti isitituzioni che vi hanno accompagnato e sostenuto in questa laboriosa e difficile iniziativa.
Da baita Monte Cauriol a forcella Valmaggiore soffre parecchio. Arriva a forcella Cadinon stremato. Sarebbe quasi tentato di fermarsi al bivacco Coldosè ma non può spezzare così il percorso della giornata. Non è un po’ inutile, questo bivacco Coldosè? Non è stato messo là per bellezza, per far scena, per fare… chalet? Però sarebbe vicino… le gambe sentono la fatica…
E invece? Decide di scendere alla malga Valmaggiore! Gli hanno riferito che è stata ammodernata, se magna e se dorme, ottimo! Giù, è tutta discesa dopo la Moregna!
Alla malga un’amarissima sorpresa. Tutti i posti letto sono già occupati, nessunissima possibilità di pernottamento. Il parcheggio è strapieno e il TdL capisce da dove nasce questo insolito sovraffollamento. Sta a vedere che arrivano in macchina e dormono alla malga. Non può essere che così. Qualcuno gli consiglia di portarsi fino al bivacco Paolo e Nicola, dove, secondo escursionisti scesi poco prima dalla forcella Valmaggiore, non c’è alcun pernottatore. Portarsi,… facile a dirsi! Beh… lassù devo andarci comunque, tanto vale mettersi il cuore in pace e partire.
Salita a passo di processione, anzi, di via crucis, appensantita, nel vero senso della parola, da un tronchetto “pro bivacco” caricato sopra lo zaino ai Laghetti, prima del micidiale rampone finale.
Arriva che è quasi l’imbrunire. Effettivamente non c’è nessuno: un silenzio agghiacciante e la fredda ombra della sera che sale lenta su per le coste erbose, mangiandosi il sole come una bestia vorace. Succede che gli tocca andar a riempire una pentola d’acqua - altri passi - spaccare la legna, darsi da fare con la stufa, gli tocca cucinare una minestra calda, e poi sazio ma stanco gli tocca stare ad osservare come inebetito la fiamma che va spegnendosi - dentro un altro stiz - e poi gli tocca coprirsi bene, uscire e sedersi davanti alla porta, dove gli tocca, gli tocca… guardare le cime perdersi nel buio della notte, contare le stelle che si accendono una a una e, quel che è peggio, scoprire che la luna sta sorgendo silenziosa dietro il Palon di Cece. Non lo farà dormire questa notte, con quella sua luce! E anche il venticello ci si mette e gli carezza la barba lunga di quattro giorni. Che sofferenza, ragazzi!
Al mattino si alza piuttosto riposato e ben disposto ad affrontare l’ultima lunghissima tappa: forcella Cece, bivacco Moro, Colbricon.
Sgrat, sgrat sgrat, cantano gli scarponi, ma in tono minore, adesso, sulle pietre del Cece.
Su e su, via alla forcella. Giù in basso, lontana lontana, brilla la lamiera del tetto nuovo di malga Miesnotta alta. Valorizzata anch’essa. Un lampo masochistico gli attraversa la mente e muore subito nei profondi recessi della mente, perché ormai la stanchezza prevale su ogni altro sentimento e la mèta è vicina. Per evitare altre tentazioni riprende a salire verso forcella del Valon. Via, via,… Coston dei Slavaci, bivacco Moro, Bragarolo, Ceremana, forcella Colbricon!
Eccolo tra i due Colbricon, il Rolle non è ancora vicinissimo ma neppure troppo lontano. Prima di iniziare la discesa, il TdL si ferma e volge lo sguardo alle cime del Lagorai. Solo allora… solo allora…
Perché Franzi Vitlacil, Achille Gadler e don Martino Delugan, perché i nostri Mau ed Ettore e tutti quelli che con loro hanno già camminato, non abbiano consumato invano le suole dei loro scarponi sulle rocce del Lagorai e invano lasciato tracce sulla neve, orme nel fango e tra l’erba.


Offline simonegirar

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Leggetelo come vi pare :)
In tutto questo, molto accattivante ci sono due tare, quanti soldi e quanto tempo?
Non leggo come mi pare, mi pare che leggo.....  8)
Libero come il software che uso.

Offline L

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Leggetelo come vi pare :)

Non capisco la vostra ostinata avversione alla valorizzazione della Traversata del Lagorai. Resto sorpreso quando leggo critiche molto violente e fortissime obiezioni a questo progetto.
Mettiamoci per una volta nei panni del Traversatore del Lagorai (TdL), che è l’attore protagonista di tutta la vicenda.
Immaginatelo mentre spunta dalle creste del Manghen, presso la croce del passo, dopo aver percorso il primo tratto della traversata. E’ piuttosto stanco.
Egli sa che a pochi chilometri verso sud, direzione Telve, sorge una malga. E’ stata recentemente ristrutturata proprio per i TTdL. Offre ristoro, pernottamento, un comodo riposo. Altro che la dura notte in un bivacco, in tenda o nel sacco a pelo sotto le stelle! E allora, perché non approfittarne?
Passa una macchina con targa tedesca. Fuori il pollicione! La macchina si ferma.
“Mi darebbe un passaggio fino a malga Valsolero?”
Tofe essere cvesta malga Falsolero?”
“Qui sotto” e segna verso la Valsugana “pochi chilometri”
Ach, so,… bitte, salire prego…”
Così il TdL, felice e soddisfatto, scende fino al rinnovato alberghetto alpestre. Cenerà, dormirà in una confortevole cuccetta, si sveglierà al mattino, fresco wie eine Rose, pronto a riprendere il cammino. Beh,… il cammino… Altro pollicione, altra Deutschauto, passo e via verso la Ziolera!
Forcella del Frate, avanti, forcella Pala del Becco, avanti, forcella Montalon, forcella Valsorda, sosta.
Grat grat grat cantano gli scaponi sulle pietre del Lagorai…
Arrivato a forcella Lagorai, volgendo lo sguardo a nord, gli par di vedere, in ordine numerico decrescente: a) schiere di persone (turisti?) che dalla forcella del Macaco calano verso il Vallone  b) alcuni più ardimentosi che si spingono fino ai laghetti  c) pochi altri che eroicamente tentano di salire alle Sute.
Quando si blocca stupefatto davanti a quella desertotartarica visione, perché, dico io, volete negargli la possibilità di fondersi con questo popolo felice? Perché togliergli il piacere di immergersi nel calore della gente?
Per il TdL, che si è già sorbito alcune migliaia di metri di D+, che volete che siano altri cinquecento metri prima in giù e poi in su? Vale o no la pena di fare questo piccolo sforzo per trovare cena con primo, secondo, contorno, dolce, frutta e caffè corretto; connessione Uai-fai; possibilità di ricaricare lo smartfon,  linda cameretta profumante abete, lenzuola pulite? Una bella doccia calda, uno sciampooo e… guarda,… ci sono anche il saponino, la schiumina da barba e il rasoìno usa e getta!
Nella chiassosa sala da pranzo, tra volteggianti cameriere fiemmescamente agghindate, ha la possibilità di conoscere i cultori del nuovo alpinismo.
Eccolo quello che chiama casa: “Ahoooo, te chiamo dal resort Lagorai, c’ha connessione. Oggi me so’ fatto ‘a ferata de Bombàsel, bella bella bella,… mo’ vado a vedé la partita di Scempion Lig, ce sentimo, domani te uotsappo… Sciaooo.”
E’ una nuova, elettrizzante esperienza.
Al mattino, come consiglia qualcuno, non più ritorno a forcella Lagorai. Prima lungo il lago, per ammirare da altra angolazione la malga nella sua nuova veste, poi verso forcella Cadinello e infine su per il sentiero “G. Giovannini” che riporta diritto alle creste. Il tratto da forcella Lagorai al Lasteolo viene perso, certo, ma sì, dai... è solo un traverso sotto le Sute, quattro ferri per passare l’intaglio della cresta e tutta l’orrenda sassara fino alle forcellette delle Sute e dei Pieroni, quei ventosi camini che succhiano sul volto del TdL una gelida carezza dalle profonde gole sottostanti.
Via, via, via… Lasteolo, Copolà, Litegosa, bivacco Teatin?… bleahhhh, che schifo! umidità, acqua che gocciola… fuga, via di corsa, per quanto le forze lo permettono. Sui versanti a sud, sotto i severi gendarmi del castel delle Aie, sente già nell’aria il richiamo della baita Monte Cauriol. Quando, calando dal passo verso Sadole, scorge il camino che fuma, quello sopraelevato con le recenti modifiche, il cuore gli si allarga, il passo stanco riprende vigore e senza quasi accorgersene, è là! Cameretta pulita, cuccetta comoda, pasto caldo, che bellezza! Nel prato della malga sono montate alcune tende di suoi colleghi TTdL. Egli li guarda con sufficienza e con una certa pietà: lui se ne starà al calduccio, senza pericolo di bagnarsi se fa un temporale, scarponi asciutti, magari doccetta, indumenti stesi ad asciugare sulla stufa!
Così in cuor suo si sente in dovere di ringraziare tutte le persone che si sono prestate alla valorizzazione della TransLagorai. Sono gli umili e sconosciuti filantropi, perennemente mossi da un inquieto, inarrestabile spirito umanitario. Grazie a voi, signori e grazie alle lungimiranti isitituzioni che vi hanno accompagnato e sostenuto in questa laboriosa e difficile iniziativa.
Da baita Monte Cauriol a forcella Valmaggiore soffre parecchio. Arriva a forcella Cadinon stremato. Sarebbe quasi tentato di fermarsi al bivacco Coldosè ma non può spezzare così il percorso della giornata. Non è un po’ inutile, questo bivacco Coldosè? Non è stato messo là per bellezza, per far scena, per fare… chalet? Però sarebbe vicino… le gambe sentono la fatica…
E invece? Decide di scendere alla malga Valmaggiore! Gli hanno riferito che è stata ammodernata, se magna e se dorme, ottimo! Giù, è tutta discesa dopo la Moregna!
Alla malga un’amarissima sorpresa. Tutti i posti letto sono già occupati, nessunissima possibilità di pernottamento. Il parcheggio è strapieno e il TdL capisce da dove nasce questo insolito sovraffollamento. Sta a vedere che arrivano in macchina e dormono alla malga. Non può essere che così. Qualcuno gli consiglia di portarsi fino al bivacco Paolo e Nicola, dove, secondo escursionisti scesi poco prima dalla forcella Valmaggiore, non c’è alcun pernottatore. Portarsi,… facile a dirsi! Beh… lassù devo andarci comunque, tanto vale mettersi il cuore in pace e partire.
Salita a passo di processione, anzi, di via crucis, appensantita, nel vero senso della parola, da un tronchetto “pro bivacco” caricato sopra lo zaino ai Laghetti, prima del micidiale rampone finale.
Arriva che è quasi l’imbrunire. Effettivamente non c’è nessuno: un silenzio agghiacciante e la fredda ombra della sera che sale lenta su per le coste erbose, mangiandosi il sole come una bestia vorace. Succede che gli tocca andar a riempire una pentola d’acqua - altri passi - spaccare la legna, darsi da fare con la stufa, gli tocca cucinare una minestra calda, e poi sazio ma stanco gli tocca stare ad osservare come inebetito la fiamma che va spegnendosi - dentro un altro stiz - e poi gli tocca coprirsi bene, uscire e sedersi davanti alla porta, dove gli tocca, gli tocca… guardare le cime perdersi nel buio della notte, contare le stelle che si accendono una a una e, quel che è peggio, scoprire che la luna sta sorgendo silenziosa dietro il Palon di Cece. Non lo farà dormire questa notte, con quella sua luce! E anche il venticello ci si mette e gli carezza la barba lunga di quattro giorni. Che sofferenza, ragazzi!
Al mattino si alza piuttosto riposato e ben disposto ad affrontare l’ultima lunghissima tappa: forcella Cece, bivacco Moro, Colbricon.
Sgrat, sgrat sgrat, cantano gli scarponi, ma in tono minore, adesso, sulle pietre del Cece.
Su e su, via alla forcella. Giù in basso, lontana lontana, brilla la lamiera del tetto nuovo di malga Miesnotta alta. Valorizzata anch’essa. Un lampo masochistico gli attraversa la mente e muore subito nei profondi recessi della mente, perché ormai la stanchezza prevale su ogni altro sentimento e la mèta è vicina. Per evitare altre tentazioni riprende a salire verso forcella del Valon. Via, via,… Coston dei Slavaci, bivacco Moro, Bragarolo, Ceremana, forcella Colbricon!
Eccolo tra i due Colbricon, il Rolle non è ancora vicinissimo ma neppure troppo lontano. Prima di iniziare la discesa, il TdL si ferma e volge lo sguardo alle cime del Lagorai. Solo allora… solo allora…
Perché Franzi Vitlacil, Achille Gadler e don Martino Delugan, perché i nostri Mau ed Ettore e tutti quelli che con loro hanno già camminato, non abbiano consumato invano le suole dei loro scarponi sulle rocce del Lagorai e invano lasciato tracce sulla neve, orme nel fango e tra l’erba.
Grazie mille!

Offline SPIDI

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Grazie Lorenzo sei mitico  :)
 Credo che il tuo pensiero sia in sintonia con chi il Lagorai ce l' ha nel cuore 
Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
ciò che pochi hanno visto