Autore Topic: Scorribande in Alpago 15-16/9/2012  (Letto 4150 volte)

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Offline Tabboz

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Scorribande in Alpago 15-16/9/2012
« il: 19/09/2012 21:33 »
La lunga cresta che divide la conca dell'Alpago e l'altopiano del Cansiglio dalla Valcellina si snoda da nord a sud, ed è interamente percorribile da sentieri selvaggi ed affascinanti, aspri, talvolta arditi e mal segnalati.
Sono prealpi, dicono, ma sono tutt'altro che addomesticate.
D'inverno è il paradiso a portata di mano degli scialpinisti, d'estate meta di pochi e caparbi escursionisti, amanti per lo più del silenzio e della contemplazione solitaria della natura.

L'Alpago offre la sua cima più alta con il Col Nudo (2471 m), lassù nell'angolino nord-orientale del gruppo, raggiungibile dopo una lunga risalita del Venal di Montanès, il passaggio su ghiaioni assolati e placche levigate dall'acqua, e lo scollinamento di una selletta erbosa e il passaggio di una crestina affilata, adatta solo al viandante con passo sicuro. La cima mi sfugge, la segnaletica mi inganna e mi conduce su di un sentiero alternativo, per mobili e faticose ghiaie fino alla vicinale Cima Secca e Cima Degnona, dalle quali il panorama verso nord (Dolomiti zoldane, cadorine e ampezzane) è a dir poco superbo! E i crinali erbosi sono l'habitat naturali di caprioli e camosci, individuati in quantità, mentre le conche rocciose il regno delle marmotte. Purtroppo non c'è più tempo per la cima 'vera', pazienza.. MA la prossima volta sarà mia!

All'estremo opposto, verso sud, ecco invece il Gruppo del Cavallo, periplo di una mezza dozzina di cime erbose-rocciose mai più alte di 2300 m. Su tutte il rilievo più alto è Cima Manera (2251 m), che non spicca nè prevale più di tanto sulle cime circostanti (Furlani e Palantina), poco più basse. L'avvicinamento scelto è dal versante alpagoto, precisamente da Pian delle Lastre. Un'ora e mezza circa divide il pianoro pascolivo dal grazioso rifugio Semenza (2020 m), un tempo e un dislivello sufficiente per cambiare totalmente ecosistema e clima, dal pascolo assolato al vallone detritico avvolto dalle nebbie, passando per una bella faggeta rassicurante e un crinale prativo a vegetazione rada. Al rifugio, nel suo ultimo giorno d'attività per questa stagione, c'è aria di casa, di legna che arde e di profumo di funghi e salsiccia. Fuori il nebbione, ma la cima è li sopra e siamo sicuri che la seppur breve ascensione ci darà grandi soddisfazioni... E così è. Dalla vetta (punto trigonometrico e madonnina) il cielo è azzurro e la vista encomiabile sopra il mare di nuvole circostante.
E' una bella emozione, quella di essere baciati dal sole, i soli nel raggio di qualche chilometro  :)

Senza essere ripetitivi o iperbolici, dirò che l'Alpago è montagna capace di regalare emozioni ed impressioni particolari, per chi le sa cogliere. Non posso che consigliarlo vivamente.

Ci risentiamo per la relazione del Messer e dell'Antander, quando ci andrò...


Qui le foto del Col nudo: http://www.flickr.com/photos/tabboz/sets/72157631569607425/detail/

Qui le foto di Cima Manera: http://www.flickr.com/photos/tabboz/sets/72157631575716116/detail/



Offline APO

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Re:Scorribande in Alpago 15-16/9/2012
« Risposta #1 il: 19/09/2012 21:42 »
Fico! In effetti non ho mai preso in considerazione l'Alpago... sicuramente a torto.

Belle le foto delle rocce striate, come ad esempio la seguente.


http://www.flickr.com/photos/tabboz/8000996807/in/set-72157631569607425

Offline Alan

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Re:Scorribande in Alpago 15-16/9/2012
« Risposta #2 il: 19/09/2012 21:48 »
mi ricordano molto il sentiero Rifugio Agostini - Rifugio Cacciatore

Offline Oma

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Re:Scorribande in Alpago 15-16/9/2012
« Risposta #3 il: 20/09/2012 00:34 »
Bellissimo l'Alpago!
Alcuni anni fa eravamo saliti al Dolada  :) anche da lassù bellissimo panorama e bel primo-piano sul Lago di S. Croce!  ;)

Offline southernman

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Re:Scorribande in Alpago 15-16/9/2012
« Risposta #4 il: 20/09/2012 20:47 »
Anni fa facemmo il Col Mat dal Dolada in novembre, e la cresta erbosa regalò molte emozioni .
Non una montagna da prendere sottogamba. Bello il panorama, in una limpida giornata autunnale

http://www.marc1.altervista.org/foto1.php?fotoAttuali=ColMat_061105

Offline Tabboz

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Re:Scorribande in Alpago 15-16/9/2012
« Risposta #5 il: 20/09/2012 22:00 »
Sì infatti, anche se non sono cime dolomitiche tipicamente alte e rocciose, gli occhi vanno comuqnue tenuti aperti.
E l'autunno in effetti parrebbe il periodo migliore per frequentarle, in virtù di condizioni termiche meno soffocanti e visibilità migliore. La zona Col Nudo - Teverono è infatti un noto 'pisciatoio' per cui arrivarci dopo le 10 equivale in estate a trovare sistematicamente nuvoloni in vetta >:(

Offline Jader

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Re:Scorribande in Alpago 15-16/9/2012
« Risposta #6 il: 21/07/2017 13:51 »
Riprendo il post visto che se ne parla poco.
Usualmente, più che per vicinanza che altro, viro verso le dolomiti e l'alto adige, il bellunese, seppur sia affascinante e di poco (tempisticamemte) più distante..mi pare comunque ogni volta una traversata infinita ( secondo me è solo una questione psicologica di vedere i monti subito non appena  prendo l'a22 ;D ).
 L'altro ieri, il meteo mi da picche su tutto l'arco dolomitico e quindi inizio a cercare qualcosa tra l'estremo oriente e verso occidente… opto per il Col Nudo, una vetta che ho sempre rimandato appunto per la distanza e anche per la tremenda crestina che porta in vetta.

Giornata soleggiata, parto da casa alle 6 e alle 08:25 sono sulla curva della strada Stabali da dove parte la via normale per la vetta piu alta delle Prealpi Venete, principale motivo dell'averla sulla lista delle cime da fare.
All'altezza di un punto picnic degli alpini di Chies Posteggio su sterrato e dopo 150m attacco la rotabile in salita che si dirige verso il passo di Valbona, crocevia per attaccare poi la traccia al Col Nudo. La rotabile prosegue sull'alta via 965 fino a contrada Scalet Bassa (sorgente) per poi inoltrarsi nel bosco come mulattiera con qualche placcone dove aiutarsi con le mani fino a Scalet Alta, li il sentiero seppur recentemente e abbondantemente marchiato con bolli biancorossi, a causa del poco passaggio è letteralmente divorato dalla vegetazione, ortiche in primis. Da pendii erbosi arrivano i placconi aggirando lo sperone del Col Piero (che non ha vie di salita, una parete nord rocciosa e strapiombante e a sudovest un ripidissimo, quasi verticale pendio erboso) che rimando alla discesa (poi non lo scaleró visto il peggioramento metereologico e la stanchezza) e proseguo arrivando in 2,45h al passo di Valbona sotto Cima Lastei, la sorellina del Col Nudo divisa dallo stesso per la celebre crestina. La vetta è coperta da nuvole bianche, al passo becco il secondo essere umano incontrato (il primo in discesa a Scalet Bassa) che mi dice di non sentirsela avendo visto la crestina prima che si annuvolasse tutto e di attendere un compagno salito mezzora prima. Mi dico..che c..o, cosi tremenda sta cresta? Non vedendola mi dico, caspita..sveglia alle 5:30, 2,30h di strada, 50€ di spese e nemmeno la tento? Ma proviamoci!!!! Dal passo da 1,45 ma in 40 minuti si giunge per traccia ( poco battuta come quasi tutto il resto del sentiero ma comunque i bolli bianchi e rossi aiutano parecchio ) alla spoglia sommita erbosa di cima Lastei,  ovviamente la cresta di collegamento con il mio obiettivo è ancora coperta dalle nuvole e ancora non vedo a che inferno sto andando incontro,  poco prima incontro il compare dell'escursionista rimasto al passo il quale mi dà qualche dritta e mi dice che il tratto brutto è più brutto a vedersi che a farsi… Quindi prendo coraggio!

 Finalmente riesco a intravedere la via e dall'erbosità del sentiero attraversato finora si passa ad un paesaggio lunare caratteristico proprio del Col Nudo. La cresta è scenica,  bisogna fare attenzione ad un punto dove ad intuito andresti a sbatterci contro, un salto roccioso di circa 4 m che fortunatamente l'escursionista appena incontrato mi ha fatto deviare per la via corretta, circa 50 m prima di questo salto sulla sinistra  la traccia devia, purtroppo non ci sono né ometti nei segnali che indicano questa deviazione e per intuito si proseguirebbe tranquillamente su cresta fino al brutto salto. L'unico modo per notare questa deviazione è guardare la traccia su ghiaia battuta, dopo un po' riprendono i (santi) segnali biancorossi e portano ad un camino di II, molto basso, neanche 3m, da fare in aderenza, Superato questo si arriva a quei 6 m di crestina affilata che si consiglia di fare a cavalcioni; ovviamente il tratto è molto severo ma  personalmente l'ho affrontato in piedi con i bastoncini per tenermi in equilibrio, se dalla parete nord effettivamente il baratro è verticale per quasi 700 m, dalla parete sud è leggermente più docile anche se parliamo sempre di piu di 300 m di vuoto. Superata la parte critica si risale per facili sfasciumi arrivando alla cima. Dopo una mezzoretta di goduria inizio la discesa e appena 100m sotto Lastei inizia a tuonare...mannaggia..
Tre ore sotto acqua e grandine battente (vaffanbrodo pure al meteo), scivoloni su rocce e orticate per tagliare i tratti lisci e arrivo esausto alla macchina.

Sentiero isolato, poco frequentato e battuto ma ben segnalato, l'ambiente selvaggio, il tratto aereo (ma neanche troppo alla fine) e l'ambita cima fanno valere l'escursione...da contare peró che oltre al difficile orientamento ce un dislivello positivo non indifferente di 1500m!

Jader
"L’alpinismo è salire per la via più facile alla vetta, tutto il resto è acrobazia" (cit. B.Detassis)