Giro adatto per chi cerca un percorso semplice ma vuole anche macinare un buon dislivello, senza trascurare l’aspetto panoramico.
Si parte dal paese di Praso, nel comune di Valdaone. Seguendo le indicazioni per il Forte Corno, si raggiunge dapprima il piccolo abitato di Sevror, dove si imbocca la stretta strada asfaltata che conduce al Forte. Si prosegue per questa finché non si giunge alla partenza del sentiero SAT per il Forte Corno che si inerpica nel bosco con numerosi tratti a gradoni di legno. Forte Corno fu eretto dagli Austriaci nei anni 80 del 1800, ma venne disarmato ancor prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e le artiglierie dislocate nelle vicine caverne. Il complesso fu realizzato su più livelli, assecondando la morfologia del terreno, e era dotato di cupole corazzate girevoli. L’edificio è stato risistemato in tempi recenti ed è visitabile (nel periodo estivo?).
Già da qui si può godere di begli scorci sulla val del Chiese che si spingono fino al Brenta.
Omaggio di una rosa al Brenta....
A monte del Forte si riprende il cammino in direzione della località Peschiera, percorrendo un primo tratto di sentiero e poi di strada carrabile, asfaltata fino alla fontanella di Peschiera e poi bianca. La salita in questo periodo è tutt’altro che noiosa perché ovunque si posi lo sguardo si è deliziati da una splendida e copiosa fioritura di rose di Natale (elleboro).
Dopo aver guadagnato quota con alcuni tornanti di strada si giunge all’incrocio col sentiero segnato per il Dosso Brullo e il Dosso dei Morti. Dopo pochi metri il sentiero si biforca: qui occorre mantenere il sentiero di destra, che risale il fianco del monte; il sentiero a sinistra è quello del cosiddetto “Giro delle malghe” e rimane a quote basse.
La copertura di neve inizia al limite dal bosco. Dal Dosso Brullo la vista sui monti circostanti comincia ad essere decisamente interessante e invitante.
La val di Bolbeno con la Piza e l’Altissimo, Cenglo Korf al centro e la Valle Gaverdina.
La dorsale dell’Archidù che conduce al Dosso dei Morti.
Le tracce degli escursionisti che mi hanno preceduto si mantengono sul crinale. Si cammina piuttosto agevolmente anche senza ciaspole: la neve “porta” abbastanza; anzi, in prossimità della cima, essendo il versante molto battuto dal vento, è talmente compatta che pare di camminare su un pavimento duro di neve.
In basso al centro la cima boscata del monte Stablel. A sinistra in ombra la val di Bondone. In corrispondenza della linea d’ombra orizzontale si distingue, a stento, malga Avalina, quasi completamente sepolta dalla neve.
Risalito tutto il versante dell’Archidù il sentiero piega decisamente verso ovest e conduce rapidamente alla cima del Dosso dei Morti, dopo aver superato con la dovuta attenzione un crinalino un po’esposto.
Il Doss dei Morc
Al centro il Corno Vecchio, a destra il Monte Corona.
Al centro, in ultimo piano, fa capolino il Carè Alto.
Le Alpi di Ledro col monte Cadria al centro. A destra in ultimissimo piano, il Baldo veronese.
Rientro con lo stesso percorso dell'andata e... per la prima parte di discesa, i ramponcini fanno decisamente comodo!