Ciao a tutti,
dopo la discussione aperta in precedenza sull'idea di un tentativo al Monte Serodoli, decido comunque, dopo l'entusiasmante salita del Monte Pin, di provare quest'escursione con le ciaspole.
Parto di mattina presto, da solo, dalla Malga Nambino e risalgo in velocità il sentierino ben battuto verso il Lago omonimo. Seguo ora, secondo alcune indicazioni su guide scialpinistiche, la via che porta ad una chiara vallata sulla sinistra che sale lentamente seguendo il ruscello. Ad un certo punto le tracce degli sci cominciano a salire ripide nel bosco sulla destra portandomi, dopo una bella tirata, in una zona più aperta e suggestiva. Seguendo sempre i segni chiari degl skialper, ciaspolo felicemente in questa landa fatta a larghi dossi e qualche sparuto albero, luminosa e maestosamente innevata
. Mi porto sempre più a nord quando vedo che le tracce attaccano più decisamente il pendio sovrastante a sinistra: seguendole, entro in un suggestivo canalino che in breve mi porta su di un largo dosso da dove posso vedere chiara la mia mèta. Con un fastidioso saliscendi, pervengo finalmente al Lago Serodoli ed al suo piccolo bivacco abbandonato.
Per quel che ne so, la via girerebbe a sinistra della cresta appena sopra, per poi portarsi in quota ma, avendo visto che il pendio dietro è molto largo e ripido, preferisco attaccare il crinale appena sopra al bivacco, facendo un breve tratto ripidissimo dove devo forzatamente cambiare ciaspole con ramponi
. Superata questa difficoltà, ricalzo le ciaspole e comincio a risalire i facili pendii verso la pala finale con la compagnìa di un vento tremendo che soffia con una violenza inaudita. La neve però è bella compatta e comoda da percorrere ed in breve giungo alla cresta finale: so che di norma si taglierebbe a destra risalendo poi dal pendio sinistro ma, non essendo mai certo dei pendii, punto diretto alla cresta assolata ma tormentata dal vento: utilizzando ramponi e piccozza risalgo, con un unico e ripido strappo, fino alla croce del Monte Serodoli.
Il panorama, che alle spalle già mi accompagnava da prima, ora si apre a 360 gradi: balza all'occhio la maestosa mole della Presanella, dopodichè a nord le sagome Maddalene; ovviamente ad est si stagliano le spettacolari Dolomiti di Brenta, in tutto il loro splendore mentre a sud il Carè Alto e l'Adamello. Il fatto che mi ha colpito è stato che, lontana, si vedeva la pianura, ma ancor più incredibile è stato il veder chiaramente la lontanissima sagoma del Monte Cimone
nell'Appennino Tosco-Emiliano (proprio nell'intaglio tra il Baldo e le cime bresciane).
Che giornata spettacolare, di enorme soddisfazione che ricorderò per sempre, anche per il vento a dir poco tremendo