Domenica 8 luglio, ho rifatto un giro effettuato qualche anno fa questa volta coinvolgendo alcuni amici (ormai sanno cosa li aspetta
)
Con la macchina ci portiamo qualche chilometro dopo le cascate del Nardis in val di Genova,
in località “Pian di Genova” a circa 1100 metri; il percorso inizia appena dopo il ponte sul fiume Sarca e sale nel bosco passando al fianco delle belle cascate del Lares; prosegue con una lunga serie di zete e supera la ripida scarpata che delimita i fianchi della val di Genova.
Il primo tratto di sentiero si svolge nel bosco chiuso ed umido soprattutto per la presenza quasi costante del torrente e dei molti salti rocciosi che creano una serie continua di cascatelle più o meno grandi;
appena fuori dal bosco la vista si apre sulla parte alta della val di Lares, oltrepassato un ponticello si giunge sui pascoli della
“ex malga” Lares (1891m), ormai dismessa.
Parte della baita è chiusa, probabilmente privata, mentre un locale è attrezzato a bivacco, completo di focolare, tavola e brande; l’ho trovato abbastanza pulito e in ordine.
Qui troviamo le uniche persone incontrate durante la giornata.
Il torrente che fino ad ora era gonfio e impetuoso qui scorre con una serie di tranquille anse nell’ampio pianoro erboso.
Invece di seguire il sentiero segnato SAT 214, propongo di prendere una traccia che si diparte a destra poco dopo la malga, che ricordavo di aver percorso tempo fa; purtroppo probabilmente nessun altro ne è a conoscenza e quindi, dopo 15 minuti la traccia scompare tra cespugli di rododendri che ci flagellano le gambe (oggi tutti in braghe corte, evvai…
)
Io imperterrito proseguo e finalmente dopo un po ritrovo la traccia (per mia fortuna…)
come ricordavo, una serie di placche di granito attrezzate con qualche staffa ci permettevano di superare un risalto per giungere lungo la dorsale dei Riversi di Folgorida;
ora il percorso diventa aperto e libero e, seguendo la dorsale giungiamo alla
sella di Riversi di Folgorida; da qui la vista spazia sulla testata della val di Genova, verso la cima Busazza, la cima Cercen, la cima Vermiglio e più indietro la Presanella.
Dopo una pausa per goderci il panorama, seguendo un piccolo torrente ci portiamo verso la dorsale del Crozzon del Diavolo ed infine proseguendo per tracce e filo spinato, giungiamo nella
conca superiore della vedretta di Lares a circa 2800 metri dove un po più in basso si trova il lago omonimo.
Per me questo posto è magico, e lo intuisco anche dalle espressioni dei miei compagni; la fatica svanisce e si rimane incantati, tutti i sensi sono appagati… silenzio, aria fresca, profumi, e… un panino con speck formaggio e pomodori…
Il rientro avviene lungo il sentiero ufficiale, scendendo verso l’ex rifugio Lares (che è segnato sulla mappa ma che non ho trovato), del resto è stato uno dei primi rifugi costruiti dal sodalizio SAT, inaugurato nel 1882, e ormai solo qualche sasso ne ricorda la presenza. Incrociamo la carcassa di un larice che viene indicato come "Lares dal Gal" e che deve averne viste molte di stagioni...
In basso il sentiero percorre l’altipiano della valle prima di ritornare alla ex malga Lares e ridiscendere ripidamente verso il parcheggio.
E' un percorso molto bello e si svolge in luoghi selvaggi e a tratti quasi incontaminati; il sentiero dopo la malga richiede allenamento ed attenzione, sia per la ripidezza che per la possibilità di errori di orientamento, sopratutto in caso di nuvole basse.
Con passo regolare e con le dovute soste il percorso ci ha impegnati per circa 9 ore (questa volta penso siano attendibili per una gamba un po allenata). Il dislivello complessivo è di circa 1700 metri considerato qualche saliscendi. Secondo me la discesa è molto più pesante della salita, soprattutto gli ultimi 800 metri.