altro giro effettuato in agosto, abbiamo deciso di pernottare in un rifugio quindi ho elaborato un percorso alternativo per arrivare al rifugio Segantini in val d'Amola, guardando la cartina ho scoperto che il sentiero
SAT 216 parte da Ossana in val di sole e finisce proprio al rifugio.
Dall'abitato di
Ossana si segue la strada veicolare fino al parcheggio prima del
rif. val Piana (1220m); da qui parte il sentiero che segue il torrente Foce dapprima pianeggiante, poi rimonta una estesa frana ricoperta dalla fitta vegetazione per entrare nella suggestiva valle dell'anziana (Genziana) che porta alla piccola conca del
baito di Bon (1680m), lasciato sulla sinistra il sentiero della val Caldura, il tracciato continua nella val di Bon e porta al
"Baito Venezia" e al vicino lago omonimo (2048m) che ormai è ridotto a palude, proseguendo nella valle si diparte il sentiero per il
bivacco J. Canali sito nel ramo occidentale della val di Bon, mentre il nostro itinerario sale nel ramo orientale, superando un lungo e faticoso ghiaione, tra massi morenici senza nessuna traccia di passaggio si arriva infine al
passo di Scarpacò (2617m); La discesa sul versante sud è anche qui poco segnata, comunque abbastanza intuitiva; si scende fino al
lago di Scarpacò (2470m) poi finalmente su pendii prativi passando dal Pian delle Marmotte si giunge al
lago Cornisello (2116m) dove arriva dalla val Nambrone la strada costruita per scopi idroelettrici.
Costeggiato il lago , il sentiero riprende a salire su balze granitiche fino alla
bocca de l'Om (2350m); da qui il sentiero con numerosi saliscendi ma senza perdere quota compie un ampio giro alla testata della valle ed arriva infine al rifugio Amola, dedicato a
G. Segantini (2373m)Il rifugio Segantini è molto accogliente, c'era poca gente e non abbiamo avuto problemi sia per il pernottamento che per la cena.
Il giorno dopo abbiamo ripercorso il sentiero in andata fino alla bocca de l'Om, e siamo scesi al
rifugio Cornisello passando dal lago Nero; da qui, tagliando la strada asfaltata attraverso un ripido sentiero poco segnato
(SAT 238) passando dalla diroccata Mandra dell'Orso (1863m) e dalla cascata di Cornisello siamo giunti al
ponte Canavaccia (1450m). Abbiamo poi proseguito per strada asfaltata fino in fondo alla valle e quindi a
S. Antonio di Mavignola.Da qui con i mezzi pubblici siamo ritornati ad Ossana.
La mia guida, che rispetta i tempi SAT mette per questo giro 8 ore il primo giorno fino al rifugio e quasi 6 ore il secondo giorno, considerando il bel pezzo di strada asfaltata (quasi 9 km) necessari per arrivare a S.Antonio di Mavignola; senza contare le dovute pause
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