Da tempo, forse troppo, attendevo di poter scrivere questa relazione.
Da quando ho iniziato ad andare in montagna notavo questa cima, dove non è possibile andare da soli, o se lo si fà, bisogna essere incoscenti o particolarmente bravi e sicuri di se stessi.
Questo è il mio punto di vista.
Quest'anno che mi sento piuttosto allenato decido quindi di cercare un compagno di cordata sufficientemente preparato per venire con me a fare questa via, per me la prima in assoluto dove è necessario arrampicare sopra i 3000m con scarponi ed attrezzature varie.
Devo essere sincero, anche se da secondo un pò di tensione la si avverte, non essendo probabilmente abituato e non arrampicando più da tempo mi ritrovo a dover ripassare alcuni fondamentali.
Farlo con gli scarponi poi ancora più difficile per me.
Ore 4.00 siamo al
Pian della Sega partiamo alla volta del
Rifugio Carè Alto 2450m attraverso il classico segnavia SAT.
Due ore impieghiamo per arrivare al Rifugio, i cartelli ne indicano 3.30, secondo me un pò troppo larghi, un 3ore basterebbe...
Arrivati al Rifugio il figlio del gestore ci prepara un caffè, un the caldo e due fette di sacker torte.
Chiediamo due indicazioni al ragazzo il quale ci avvisa che una cordata di tre ragazzi è partita da un pò verso la cima e che hanno dichiarato di voler fare la nostra stessa via.
Sono le ore 7.00 precise e partiamo verso la
Bocchetta del Cannone 2850m dove arriviamo in circa 40minuti.
Li, raggiungiamo i ragazzi che stanno facendo una pausa.
Io e il mio compagno ci guardiamo e ci diciamo "bene, abbiamo chi magari ci indica la via senza troppe difficoltà", invece ci troviamo a dover aprire noi, per via della loro incredibile lentezza.
Sono partiti dal rifugio alle 5.30 e alle 7.40 circa erano ancora alla Bocchetta...
Proseguiamo a passo spedito ma senza correre, ci aspetta un tratto impegnativo da affrontare, l'ultimo, ma sempre cmq nuovo per me e quindi voglio mantere le energie.
Arriviamo dopo aver dovuto calzare i ramponi per effettuare l'ultimo tratto di calotta ghiacciata sulla base via Cerana.
Siamo carichi, io inizio ad avere qualche preoccupazione guardando in su, ma cerco di non pensarci e di non fasciarmi la testa.
Facciamo il primo tiro di corda, sino alla sosta, io parto per secondo, assicurato ma senza mai avere la necessità di fermarmi o altro, non posso dire "ah ma è una cavolata" perchè non sarei onesto...
Cmq l'esposizione, l'ambiente danno sicuramente un fattore di difficoltà in più, per me che non sono abituato.
Conscio delle mie capacità sò che potrei rifarla anche da solo, seppur proteggendo la salita ma comunque dopo un'attenta valutazione.
Sono comunque presenti due fettuccie dove si può attrezzare la paretina.
Il ragazzo dell'altra cordata che intanto ci ha raggiunto dice che la via vecchia partiva un pò più sulla sinistra e infatti agilmente riesce ad arrivare in cima addirittura prima di me, ha buona confidenza con l'arrampicata e si vede.
Recuperiamo il tutto e prepariamo la corda per la progressione in conserva.
Da qui la relazione dice che attraverso semplici passaggi si prosegue in cresta tenendo il versante Nord.
Noi troviamo una situazione completamente diversa, la neve caduta venerdì ha completamente ricoperto la parte Nord della cresta, e a tutti gli effetti quello che potrebbe essere l'evidente via di salita diventa un evidente ravanata di livelli quasi professionistici.
Sotto la neve il gentil vento che fino alla mattina soffiava incessantemente ha formato sui sassi quel dolce strato di ghiaccio di 1cm buono che ha reso il tutto ancora più difficile.
Devo ammettere che sono piuttosto teso, ma molto concentrato, io guardo sempre cosa fa il mio compagno e lui guarda me.
Dopo una lavorata d'altri tempi riusciamo a raggiungere dopo circa 2 ore le prime baracche.
Considerato che dall'uscita sulla cresta alla cima il ragazzo ci dice che in 1h e 30 saremo stati su, io e il mio compagno iniziamo ad essere un pò cotti mentalmente.
Aprire il varco nella neve e nel ghiaccio è piuttosto stressante, per me è un'esperienza nuova che comunque porta forte stress... Sono concentrato come mai lo sono stato...
Continuiamo verso la Croce che ormai è praticamente davanti a noi e superiamo i baraccamenti arrivando all'anticima.
Sono le 13.00 ci abbiamo messo tantissimo, il mio compagno si gira e si complimenta per la mia tenuta mentale che ha provato molto anche lui.
Ci fermiamo un secondo per capire cosa fare, abbiamo davanti a noi l'ultimo tiro di corda da fare prima di raggiungere la croce, ma ci guardiamo negli occhi e quasi in contemporanea ci diciamo "andiamo giù?"!!
Io mi fermo un'attimo a guardare la croce e vedo davanti a me un sogno che sta per soffiarmi via senza che io possa far nulla...
Guardando le condizioni della cresta sommitale non ci azzardiamo a dover perdere altro tempo, la pala fessurata che contraddistingue la parte finale di questa cima è completamente rivestita di ghiaccio vetrato, noi non indossiamo neanche i ramponi perchè durante la salita erano quasi più fastidiosi che utili, inoltre le nebbie stanno salendo veloci e la nostra paura è quella di non riuscire poi a scendere o cmq di essere investiti dalla fitta nebbia che in questo momento delicato della salita sarebbe un'ulteriore fonte di stress, quindi facendo un paio di conti con i tempi preferiamo voltare a destra e ridiscendere per la parete Nord.
Una decisione difficile, abbandonare un sogno li, a 30metri, ma porto dentro di me comunque la soddisfazione di aver fatto la Cima, perchè sicuramente andrò a ripeterla, con condizioni migliori e magari non il giorno dopo una nevicata con vento!!!
La discesa dalla Nord è cmq laboriosa, non riesco a capire come certe relazioni la considerino facile, probabilmente la mia esperienza non è sufficiente per considerarla tale??? Sono perplesso...
Ridiscendiamo una 50ina di metri poi intercetto una fettuccia e lancio la proposta... DOPPIA???
Sotto c'è un bel saltino che porta al secondo terrazzino da dove c'è la vera e propria calata con sosta chiodata, il mio compagno dice di non fidarsi di quella fettuccia, io la testo un pò e mi sembra affidabile, quindi attrezziamo velocemente la doppia e ridiscendiamo fino al terrazzione che coincide con la pala ghiacciata che risale.
In questo momento sento che la tensione piano piano sta scendendo, inizio ad essere più rilassato anche se ancora non sono conscio di quanto fatto finora...
Ci caliamo sulla normale con qualche saltello quà e là su neve ben consolidata dopo di chè ci attrezziamo velocemente la cordata per il ghiacciaio e lo ridiscendiamo fino ad evidenti ometti sotto la vedretta di Lares.
Mettiamo via l'attrezzatura e scendiamo dai Pozzoni sino al ponte sospeso che attraversiamo.
La discesa verso il Rifugio è lunga e noiosa, questo sentiero non lascia un'attimo di riposo, sassi, di tutti i tipi e di tutte le forme, salti da uno all'altro mettono a dura prova le nostre gambe che tra la tensione e la lunghezza dell'itinerario iniziano a farsi sentire.
Arriviamo finalmente in rifugio dove ci mangiamo un buon piatto di minestrone condito con pane e grana.
I ragazzi che con noi stavano salendo non sono ancora arrivati e noi di loro non abbiamo più avuto notizie in quanto il nostro passo cmq era nettamente piu veloce anche nonostante la ricerca della via giusta in cresta.
Ci viene detto dal gestore che stavano iniziando a scendere dalla parate nord, proprio nel momento in cui noi stavamo iniziando a scendere verso la macchina...
Terribile direi.... non vorrei essere nei panni di quelle due ragazze che vedevo abbastanza indecise al momento...
Arriviamo dopo un'altro paio d'ore al parcheggio, finalmente.
Non ho portato con me l'orologio, ma il compagno dice che sono stati percorsi appena 19km con 2400m d+!!!
Cotti ma felici torniamo verso casa.
Ancora oggi mi sento un pò fuori dal mondo, probabilmente devo ancora elaborare bene il percorso fatto, anche perchè dal momento in cui ho messo il primo piede sulla neve in cresta fino a quando sono smontato dal ghiacciaio, ho ricordi ancora non del tutto chiari.
E' stata una gran scuola di vita, una gran scuola di alpinismo per me, fare il Carè Alto con queste condizioni quando per me la paura maggiore era la parete da arrampicare, mi ha fatto crescere molto.
Ho un piccolo conto in sospeso con lui, ma non i mporta, io sono orgoglioso di quanto fatto e anche di aver rinunciato a quella pala finale, perchè la cima resta li e io non sarà l'ultima volta che andrò a trovarla....
Magari il prossimo anno dal canale Est, che sembra davvero uno splendore e probabilmente la via meno laboriosa per la cima.