Partenza dalla Baita Velon (albergo) un quarto d'ora prima delle sette e subito mi accorgo di un imprevisto che condizionerà purtroppo ed abbastanza la mia giornata. Il gps del cello è completamente sballato sull'app mytrails, è fuori di almeno un paio di km rispetto alla mia attuale posizione ed in più non traccia, ottimo, si fa per dire ovviamente, in una zona che non conosco e dove non sono mai stato mi ritrovo col gps che da i numeri. Almeno la mappa offline funzica e quindi cerco il sentiero per iniziare la salita. Nel frattempo riavvio il cello varie volte senza gli esiti sperati. Questo il primo intoppo, il secondo molto più avanti, il carica batteria che mi porto sempre per ricaricare il cello, ovviamente entrambi carichi al massimo alla partenza non carica ed anche qui perdita di tempo per capire il perchè, poi ha ripreso a ricaricare, inutile nascondere la mia preoccupazione nel dover affrontare un lunga ed impegnativa escursione col cello scarico, non tanto per la traccia e le foto, quanto per una chiamata, spero mai accadrà, di emergenza. Ovviamente una volta a casa tutto funzionava a dovere, ebbene questo mi ha fatto perdere circa 2h e 30' di tempo, svariati km non previsti in più e circa 700 m di dislivello in più, più il giramento non previsto che per le prime 4h di marcia mi ha fatto schizzare come un pallino impazzito verso la cima. In più la consapevolezza che avrei fatto sicuramente molto tardi. Tra il resto il gps ha iniziato a funzionare ed a tracciare quando, finalmente, avevo trovato la via giusta di salita che avevo studiato a tavolino il giorno precedente, mai successe queste cose e comunque anche questa è un'esperienza, ci si muove lo stesso ma orientarsi in un posto sconosciuto non è sempre semplice ed il gps aiuta sicuramente, almeno secondo me. Tutto ciò ha comportato che mi sono trovato a salire con molte persone sul sentiero vista l'ora ed una temperatura un po' più elevata. La traccia risulterà poi molto spezzettata causa appunto i noti problemi. Attraverso il 206, sentiero della Scalaza, salgo e supero velocemente il rifugio Denza già molto affollato e rumoroso, molto più avanti mi interseco col 220 che conduce al Passo Cercen dove poco prima svolto in salita verso ovest per l'omonima cima. Raccolto informazioni telefoniche al rifugio il giorno prima riguardo la cima mi era stato detto di una facile cima ed assicuro che non è assolutamente così, anzi tutt'altro; salendo poi al Passo incrociando un gruppo di escursionisti che scendevano, finiti e stravolti, da Cima Presanella con a capo una guida alpina locale ho chiesto delucidazioni riguardo il Monte Cercen, mi ha spiegato molto bene la via di salita specificando di aggirare poco sopra il Passo la prima cima che incontravo sul versante sud-ovest, niente se seguivo il suo tragitto mi ammazzavo, un baratro nel vuoto, fortuna che ho fatto di testa mia e sono sicuro di aver capito bene sud-ovest. Senza rancore ma sarà stato fuso pure lui, mi vien da pensare così.
Salita estenuante e faticosa, l'ultimo tratto verso il Passo, comunque non breve, è tutto su roccia circondato spesso da ruscelli vivaci di fusione, assolutamente da evitare con brutto tempo. Da poco prima del Passo in poi, per la cima, si ravana su pietre molto instabili, molta pazienza e concentrazione, la caduta e l'errore sono in agguato, oltre al tempo impiegato che si dilata notevolmente, anzi la discesa è forse peggio. Nello salire ho affrontato alcuni passaggi su roccette di I e II grado leggermente esposte che in discesa ho saggiamente e prontamente evitato, salita ripida senza nessun tipo di traccia o segno, dubito fortemente che la rifarò se non con qualcuno di molto esperto e che la già fatta svariate volte. Purtroppo consistenti ed innocue nuvole basse erano presenti in loco con mia accentuata disapprovazione. Pausa flash e giù verso il Passo, voli rischiati ho perso il conto...Molto più sotto, senza riprendere il 206 proseguo col 220 verso il rifugio dove col 236 prendo verso l'ultima dura ed impegnativa salita per il Passo dei Pozzi, strappo finale veramente tosto. Poi altra ripida discesa con altri passaggi su pietre, qui non ci si può rilassarsi un attimo è tutto instabile. Molto più valle lungo traversone nel bosco, noto la colata di cemento al Passo del Tonale, un pugno forte in faccia, incrocio il 233 dove con altra discesa molto ripida, oramai è buio ma luce frontale sempre utilissima, nel bosco arrivo alla macchina esausto e noto i turisti che mi guardano come se fossi un marziano
. L'esperienza di osservare così da vicino il ghiacciaio della Presanella è unica, la fatica viene indubbiamente ripagata, ora non so come fosse lo stato del ghiacciaio, per me è stata la prima volta, ho avuto l'impressione netta di un'evidente sofferenza ed inarrestabile declino, purtroppo. Il fragore dei corsi d'acqua che praticamente mi ha accompagnato per tutto il giorno poteva essere paragonabile a quello di una grossa metropoli urbana talmente era intenso e forte. Escursione tostissima, solo per corpi e menti allenate, il ravanare su pietre stabili richiede ulteriore preparazione psico-fisica, in più, almeno per me, l'altezza fa la sua parte, dai 2900 m in su incomincio ad accusare qualcosa, quindi anche questo da non sottovalutare. L'escursione è comunque accorciabile e già fino al Passo Cercen è un bel vedere, sicuramente in me hanno pesato quella notevole perdita di tempo e circa 700 m in più, non previsti di D+ oltre ai km. Alla fine di tutto il dislivello sarà di oltre 3100 m e superiore ai 32 km percorsi, stando in difetto. Ora foto.
Sentiero 206, breve e semplice tratto attrezzato.
La chiesetta al rifugio Denza.
Verso il Passo Cercen.
Monte Cercen sulla dx.
La ravanata infame per Cima Cercen.
Alcuni reperti trovati salendo alla cima, qui fronte e retro, questo molto pesante anche se abbastanza piccolo, forse Agh e Rad sanno dirci qualcosa in merito. Numerosi i resti anche di baracche.
Calando dalla cima per il Passo.
Alcuni particolari su pietre granitiche erose che presentano una chiara colorazione verdastra, numerosissima la presenza.
Lago Denza.
La spietata salita al Passo dei Pozzi, al centro.
L'ultimo, a scendere dal Passo, dei 3 tratti attrezzati.
La traccia...