Bivacco Jack Canali
Mercoledì 9 settembre verso le ore 8.30 saranno sicuramente fischiate le orecchie a quelli della Kompass -che il cielo li strafulmini- mentre ravanavo penosamente, tra bestemmioni paurosi e stridor di denti, cercando disperatamente tra ontani e ortiche il loro inesistente sentiero! Eppure la mappa sembrava chiarissima. Ma ho sbagliato anch’io a non prestare troppa attenzione ad alcuni campanelli di allarme: nessun segno, nessun cartello lungo il pur bello stradello. Da
malga Valpiana la carta riporta un sentiero che poi si ricongiunge con quello di fondovalle. Peccato che il sentiero “vero” sia dall’altra parte della valle! Il sentiero che ho preso io è svanito e mi sono ben presto infognato nel fondovalle con vari rami del torrente, su sassi scivolosi come il sapone, tra cortine di ontani impenetrabili, felci alte oltre un metro e ortiche a profusione. Ho vagolato per un un po’ in quell’inferno, cercando di intercettare il fantomatico sentiero, senza venirne a capo. Inutile e faticosissimo insistere, sono tornato alla Malga con le pive nel sacco, dopo una buona dose di orticate per soprammercato. Due ore perse per nulla
((
Val di Bon
Val di Bon alla confluenza con la val Caldura
L'incantevole Val di Bon, ultimo pascolo in quota
A quel punto l’escursione che avevo in mente era seriamente compromessa: il cartello dava il
Bivacco Jack Canali m 2480 a h 4,30, quasi impossibile completare il giro in giornata rientrando dal passo Montanel. Ho chiesto lumi al malgaro, che mi ha indicato la giusta via: il sentiero è sull’altro versante della valle! Con buon passo, secondo lui, in 3 ore e mezza ce la si fa. Sono dubbioso ma decido di partire comunque: se arrivo troppo tardi potrei anche fermarmi a dormire al bivacco, e completare il giro il giorno seguente salendo al Passo dell’Omet o Montanel. Il sentiero è facile ma si alza molto lentamente di quota, percorre tutta
Valpiana e inizia ad alzarsi a strappi imboccando la
Val di Bon. bello il
Stalon di Bon ristruttrato, con locale sempre aperto. La piana di Bon, alla confluenza con la
val Caldura, è spettacolare, con un bel torrente di acque limpide che scorrono gorgogliando tra sassi e prati. Altro strappo e mi inoltro nella valle avanzando lentamente tra pietraie e macigni, fino alla magnifica piana col
Lago Venezia 2050, ormai quasi del tutto intorbato.
Stalon di Bon ristrutturato, molto bello
Alta val di Bon
Val Caldura a sx col la cima omonima e il Passo Scarpacò
La piana del Lago Venezia, quasi completamente intorbato
Qui osservo lungamente il
ripidissimo canalone che sale alla Bocchetta del’Om o passo Montanel 2553: mi tornerà utile più avanti per capire dove attraversare. La traversata del costone non pare difficile ma neanche banale, bisogna passare alti sui costoni ripidi di prato, perché sotto ci sono dei brutti dirupi. Sopra i crinali volteggia altissimo in alto un’aquila, lo prendo come un buon auspicio.
Dal Lago Venezia guardando il canalone ripidissimo che sale al passo Montanel
Dalla piana del Lago Venezia risalgo una lunga e scomoda pietraia tra molti fischi di marmotta. Sembrava molto più corta a colpo d’occhio.... Avvisto i primi camosci che non si preoccupano della mia presenza, pascolando a debita distanza e alzando distrattamente lo sguardo ogni tanto. Sto salendo quasi di slancio su per la morena quando mi avvedo che il bivacco è alle mie spalle
Camoscio curioso...
Bivacco Jack Canali
Il bivacco intitolato a Jack Canali, nella foto in alto a destra
Il bivacco dedicato a J
ack Canali m 2485 è bellissimo: pulito, ben tenuto e ben attrezzato. C’è addirittura un fornello a gas con le bombole di ricambio, caffè, pasta, pentolame e stoviglie. L’acqua corrente è a pochi metri dal bivacco, coperte e materassi sono in ottimo stato. Dubbio: sono appena le 15 e tirar notte mi pare molto lunga, oltretutto il giorno dopo il meteo non è un granché. Anche se stavolta non userò il bivacco, lascio 10 euri nella “musina” come acconto
. Sarà per la prossima volta.
Vista dal bivacco verso Cima Scarpacò
Il bellissimo bivacco intitolato a Jack Canali
Decido che ce la posso fare: dopo breve sosta per rifiatare riparto per
salire al Passo Montanel. Cerco inutilmente delle tracce ma non c’è assolutamente nulla. Procedo comunque con un lungo traversone per costoni pratosi, passando alcune scomode pietraie con massi instabili, mentre sono osservato con attenzione da piccoli branchi di camosci più in alto.
Il tempo peggiora...
Il traversone verso Passo Montanel
Il percorso dal Bivacco Jack Canali a Passo Montanel (o Bochet de l'Om)
Raggiungo una specie di spalla, dove l’attraversamento diventa più delicato: i versanti sono ripidi, l’erba stopposa è scivolosa e sotto ci sono salti di roccia. Con attenzione però riesco a passare a individuare il costone che accede direttamente al ripidissimo canalone che precipita giù verso il Lago Venezia. Qui indosso i ramponcelli, molto utili anche in queste circostanze per “mordere” meglio l’erba scivolosa e avere buona presa su terra e ghiaia. Dopo una dura rampata, mentre inizia una gaia pioggerella, sono al
passo Bochet de l’Omet o Passo Montanel 2553.
La dura salita verso il passo
Il canalone verso il Lago Venezia
Passo Montanel, verso la val di Barco
Ultimo sguardo indietro da Passo Montanel prima di scendere al lago Piccolo
L’affaccio non è proprio entusiasmante: la discesa appare subito rognosa tra sfasciumi di grosse pietre coperte da 5 cm di neve che rende il tutto scivolossimo. Eseguo quindi una accortissima e quasi funambolica discesa, sia pure al rallentatore, allungando plasticamente mani e piedi nell’ammasso caotico di macigni (altro che Pilates!).
La discesa da Passo Montanel verso lago Piccolo
Tengo ai piedi i ramponcelli e con molta prudenza calo a valle senza danni fino alla conca del lago Piccolo 2314, che conosco per averlo fatto nella escursione al
Pradaz.
Il canalone pietroso appena disceso
Lago Piccolo
Ora c’è finalmente il sentiero, tolgo i ramponcelli e inizio la discesa che mi porta giù al
Lago Barco 1903 e quindi, con
sentiero 204 per lungo traversone, fino a
malga del Dosso e a Valpiana dove arrivo poco prima che faccia buio. E’ andata anche stavolta.
Lago Barco
Il rientro verso valpiana col senrtiero 204
La bellissima Malga Daldosso con locali sempre aperti
Ultima foto della giornata a Castel Ossana
Sintesi: giro bellissimo in posti spettacolari e selvaggi, in tutto il giorno non ho incontrato nessuno. Grandioso paesaggi circondati da cime di 3000 metri. Fino al Bivacco è lunga ma non ci sono difficoltà salvo l’attraversamento delle pietraie che richiedono attenzione. Il tratto tra il bivacco e il passo Bochet de l’Om, o Montanel, bisogna inventarselo, mancando qualsiasi traccia o indicazione. I pendii sono molto ripidi e a tratti esposti, sconsigliati col bagnato. Dislivello e lunghezza complessivi, per la natura del terreno rendono questo itinerario abbastanza impegnativo. Dislivello m 1400 circa, sviluppo 26 km (togliere un paio di km di ravanamento a vuoto)
Il percorso