Giovedì scorso,giornata libera e meteo ok, così con Rolando partiamo per la Val di Pejo.
Qui mappa e percorso,con ritorno ravanante nella prima parte.Questa alternativa consentirebbe di risparmiare un'ora anche in salita
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Arriviamo al "Fontanino" e non c'è nessuno,ottimo per riempire qualche bottiglia di quest'acqua particolare.Temperatura mite e gran silenzio.
Il sentiero sale verso il L. di Pianpalù e prosegue a lungo a mezzamontagna,offrendo scorci sul lago e le cime intorno.
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Superiamo il ponte tibetano in acciaio,costruito ne 2013 e saliamo fino al bivio dove proseguiamo per Forcella Montozzo.
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Più in alto si apre la splendida prateria in quota,punteggiata di laghi e rigata dai torrenti.Un'ambiente di gran pace,con gli unici suoni dell'acqua che scorre,il lontano tintinnio dei campanacci ed il fischio delle marmotte.
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Finito il prato ci inoltriamo nell'aspro vallone di sfasciumi,anche questo ingentilito da laghi e pozze.Qua e là affiorano spezzoni di granate e palle di schrapnell,triste memoria di chi percorse questi passi con ben altri pensieri nel cuore,rispetto alla nostra serenità...
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Saliamo faticosamente fra pietrame sconnesso ed osservo Maya particolarmente interessata ad una balza sovrastante e, solo quando a pochi metri, ci accorgiamo di una coppia di stambecchi in pieno relax:ci osservano con assoluta tranquillità e ci consentono di scattare foto a volontà!
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Siamo quasi a contatto quando si alzano pigramente e si allontanano senza fretta,seguiti dal piccolo branco che sostava poco oltre.Spettacolo!
La salita ora afronta uno sfasciume assai ripido e malcomodo che ci impegna non poco fino alla sovrastante forcella.
Da qui inizia l'estesa area di baracche,grotte,trincee e protezioni:una piccola città che avvolge e occupa tutta la cima,con propaggini sulle creste e le vicine antecime.
Muri a secco,costruiti con minuziosa perizia,travature ancora integre con gli incastri a coda di rondine,consentono di farsi una precisa idea di cos'era questa cittadella fortificata a 3000 m....
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La vetta ci accoglie con un mozzicone di croce lignea ed una temperatura piuttosto
rigida,malgrado il sole
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Lo sguardo spazia libero in ogni direzione,sui lontani ghiacciai e le aspre creste,fin giù nelle valli del versante lombardo.
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Anche Maya si gode il meritato riposo:incredibile la gioia che mi da la sua presenza in montagna e vedere quanto se la gode e come prende sempre più confidenza anche sulle rocce.
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Il freddo ci spinge a scendere e superato il primo tratto sullo stesso percorso,decidiamo poi di scendere molto più a sinistra,puntando al bel lago che brilla più in basso.
Il terreno è agevole,evitiamo la pietraia,e l'orientamento è elementare.
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La discesa prosegue fino al lago successivo,un vero giardino zen...
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Ora siamo tornati sul sentiero normale,vicino ad una malghetta (?) col tetto piatto in cemento.
Da qui ripercorriamo lungamente le nostre tracce:il sentiero sembra non perdere mai quota,alto sul lago di Pianpalù e piuttosto monotono.
Finalmente passiamo accanto a ciò che resta di Malga Celentino,l'ultimo tratto scalinato e siamo al parcheggio.
Partenza a 1670m,1565m di dislivello per toccare la vetta a 3070m
Sviluppo complessivo di 18,5 km per un tempo totale di h7e30' comprese soste.
La gita è lunghetta ed offre il meglio una volta all'altezza degli ampi pascoli e poi su per le crode,dove l'interesse è catturato dagli estesi e numerosi manufatti bellici,oltre che dall'ampia visuale.