La spettacolare piana le Pozze nella Valle Cop di Breguzzo
Escursione meravigliosa nella
spettacolare Val di Fumo, nel
Gruppo dell'Adamello. Dopo meticoloso studio delle carte, ho concepito due possibili anelli: cosa abbastanza difficile peraltro in Val di Fumo, se non ammazzandosi di dislivello. Questa volta nessuna ascensione a qualche cima.
Val di Fumo col Carè Alto
Il 1° è un ipotetico anello Lago di Copidello - Val Danerba, porte di Manerba - Passo Breguzzo - Valle Cop di Breguzzo.
Il 2° anello ipotizzato: Valle Cop di Breguzzo fino alle spettacolari Pozze, traversone in quota alla Valle del Cop di Casa e discesa al rif. Val di Fumo.
Le varie ipotesi di percorso: alla fine faremo il 248 B, segnato in rosso
Al parcheggio alla diga chiedo lumi ai gestori sulla prima ipotesi. Sembra che dal
Lago di Copidello in poi il sentiero, praticato soprattutto dai cacciatori, sia così vago da essere
pressoché impraticabile a meno di non conoscere a menadito i posti. Questo giro quindi, vista la natura del terreno piuttosto difficile, è scartato.
Presso malga Breguzzo, "location" fotografatissima
Optiamo perciò per andare a vedere almeno
le Pozze in Val Cop di Breguzzo, poi da lì vedremo il da farsi.
Dalla Diga del Lago Bissina a quota 1800 percorriamo, intruppati in frotte di merenderos diretti al rif. Val di Fumo, la
strada sterrata pressoché pianeggiante che costeggia il versante occidentale fino a
Malga Breguzzo 1806. Qui lasciamo tutti i numerosi turisti, presi da raptus fotografico per la cascata, per deviare per il
sentiero 223, che si arrampica tortuoso per il versante ripido con rigogliosa vegetazione di erba alta e cespugli, con grossi larici nel bosco. In pochi minuti di cammino si entra in un paesaggio silenzioso e selvaggio.
La salita per il versante ripido con folta vegetazione
Le porte del paradiso...
Dopo aver rimontato facilmente la scarpata boscosa, ecco che
si aprono le porte del paradiso: in una magnifica spianata, su due livelli con pochi metri di differenza, il
torrente disegna tortuose serpentine nella pianura erbosa, con “piscine” naturali di acqua cristallina nella anse, adornate da
piccole spiaggette di sabbia bianca, un sogno ad occhi aperti!
Le piscine naturali con acqua color turchese e spiaggette di sabbia candida
Ora siamo presi noi dal raptus fotografico: ci fermiamo a lungo per esplorare ogni ansa e fare foto. Ci sono altri posti simili in Trentino, per esempio la
piana di Caldenave in Lagorai e il
Pradazzo nel Gruppo della Presanella, ma questo li supera decisamente per grandiosità del paesaggio.
Non resistiamo dal provare a mettere i piedi a mollo; l’acqua azzurrina e trasparentissima è invitante ma spaventosamente fredda: dopo 20 secondi esatti non si sentono più letteralmente i piedi! Però è bellissimo fare rapidi pediluvi entrando in acqua e uscire rapidamente per passeggiare sulle spiaggette sabbiose. Altro che percorsi Kneipp!
Acqua azzurrissima e cristallina inviterebbero al bagno... se non fosse che l'acqua è gelida!
Non resistiamo di mettere i piedi in ammollo, nonostante l'acqua sia spaventosamente fredda!
Arriva purtroppo il momento di ripartire, e decidere quindi come proseguire l’escursione:
al Passo Breguzzo mancano due ore, poi c’è il traverso alle
Porte di Danerba e la discesa per la
Val di Danerba, con l’incognita dell’esistenza o meno del
sentiero che dovrebbe salire al Lago di Copidello per tornare verso la diga. Se non ci dovesse essere, dovremmo scendere fino al
Lago Boazzo sulla strada e poi risalire lungamente, per 700 m di dislivello, sperando in qualche anima pietosa che conceda un passaggio in autostop. Troppi problemi, lasciamo perdere questa ipotesi.
La parte alta della valle dove torrente scivola tra le rocce
Torniamo giù al bivio per prendere il sentiero 248 B
Un altro sentiero, il
249, che conduce alle Porte di Manerba accorcerebbe il tragitto, ma non sappiamo nulla sulle difficoltà di questo sentiero che transita sotto
cima Bissina. Il paesaggio è molto aspro con pietraie e creste. Alla fine decidiamo per la via con meno incognite: ovvero il
238 Bis che con un traversone in quota va verso il rif. Val di Fumo.
Le Pozze viste dall'alto
Il traversone 238 B si alza di quota, sullo sfondo il Corno di Grevo e Cima di Molinazzo
Vista sul Lago di Bissina
Dalle Pozze torniamo quindi giù al bivio coi cartelli:
la tabella dice ben ore 3,30 al rifugio, cosa che ci deprime leggermente. Affrontiamo con pazienza la
salita ripida ma non difficile per belle balze pratose e rocciose, che ci porta al lunghissimo traversone con direzione NE, fino alla
quota massima di 2400 metri, per poi calare al rif. Val di Fumo.
Alta Val di Fumo, con M. Fumo a sx, Dosson di Genova, Corno di Cavento a dx
Vista su Cima Bissina
Il traversone è complicato da diverse pietraie ostiche con grandi macigni che rallentano parecchio la marcia. La vista sulla
Valle Cop di Breguzzo dall’alto è bellissima, così come la visuale verso la
magnifica Val di Fumo, dove troneggia la grande sagoma del
Carè Alto m 3463.
Il sentiero 248 B tra le pietraie compie un lungo traversone in quota
Le vaste pietraie, a tratti ostiche, da attraversare
Una prima pietraia infame è attraversata, ma ce ne saranno altre
Sguardo verso l'alto alla Cima Cop di Breguzzo
Vista verso il Passo di S. Valentino
Dopo aver completato l’attraversata in quota, e raggiunta la spalla di un costone affacciato sulla
Val di Cop di Casa, iniziamo finalmente la discesa. Prima per prati tra costoloni rocciosi, poi piuttosto faticosa e ripida tra vegetazione alta e scivolosa man mano che si scende di quota verso il macereto. Comunque il sentiero è sempre ben segnato con segni bianco/rossi.
Eccoci poco prima della discesa verso la Valle Cop di Casa e poi al rif. Val di Fumo
Vista sul Carè Alto
Sguardo indietro al versante disceso per calare al rif. Val di Fumo
Rifugio Val di Fumo col Carè Alto
Arriviamo affaticati e indenni al
Rif. Val di Fumo 1998 dove ci scoliamo una meritata birra e un tagliere di speck.
Quindi affrontiamo l’eterno rientro per tornare alla diga: prima percorrendo il lungo fondovalle pianeggiante della Val di Fumo, dove spumeggia fragoroso il torrente Chiese, quindi per la (noiosa) strada sterrata fatta all’andata: circa h. 1,40 dal rifugio.
Rif. Val di Fumo
Malga Val di Fumo
Le acque spumeggianti del Chiese
La lunghissima Val di Fumo verso la diga
Conclusioni: escursione in luoghi assolutamente magnifici. Per chi volesse non compiere tutto il giro che abbiamo fatto noi, evitando le pietraie faticose in quota,
può accontentarsi di raggiungere lo spettacolo delle Pozze, che da solo vale tutta l’escursione, con soli 350 m di dislivello, e tornare dalla stessa via dell’andata. Il giro completo che abbiamo fatto noi misura uno sviluppo 21 km, per 1100 m di dislivello.
La famosa cascata, ormai deserta, sulla via del ritorno
Ed eccoci finalmente alla diga, ormai all'imbrunire come da tradizione
Il nostro percorso