Dopo l’interminabile e tortuosa strada che sale ai laghi di Cornisello, ci incamminiamo attraversando dapprima il Sarca di Nambrone che esce dal lago inferiore.
Intravediamo tra le nuvole l’elegante cima di Cornisello.
Il tempo sarà così per tutta la giornata: un alternarsi di deboli nebbie, improvvise schiarite, sprazzi di sole e temperatura sempre accettabile, ma non una goccia d'acqua.
Trascurando colpevolmente (questa è per me
) la traccia Gps, affrontiamo la prima parte dell’itinerario con una faticosa ascesa lungo un ripido canale erboso.
per entrare nel vastissimo catino triangolare, chiuso da due creste che si riuniscono alla quota 2855, a sud della cima.
A proposito di toponomastica, io sostenevo che la dizione esatta sia “Gìner”, così lo nominano le mie conoscenze solandre. Vedo però che sulla CTR della PAT è indicato come “Ginèr”, quindi chiamatelo come vi pare. L’importante è capirsi.
Al verde dell’erba
si sostituisce ben presto il granito che ci accompagnerà per tutta l’escursione.
Gli ultimi tornanti della strada di Cornisello dall’alto.
Dopo aver attraversato l’ampio mare di granito, seguendo i rari ometti puntiamo alla bocchetta del Giner, stretto intaglio che interrompe la cresta sud-est. La raggiungiamo con breve risalita su per un erto canale franoso.
La bocchetta del Giner, 2654 m
Dalla bocchetta la dorsale sud-est piega verso ovest per congiungersi alla cresta sud, delimitando così, a nord, un secondo catino superiore che guarda verso la val Nambrone. Mirando alla cresta orientale di questa seconda conca, la attraversiamo, sempre tra infiniti blocchi di granito di ogni dimensione.
La cresta dopo la bocchetta. Noi ne abbiamo percorso poco più della metà per poi annegarci nuovamente nel granito.
Ci portiamo ai pedi della scarpata finale. Sono sempre gli ometti e qualche bollo rosso a guidarci tra i granito.
Ci inerpichiamo lungo una breve paretina
e siamo in vista della minuscola croce di vetta.
Arrivi in vetta.
Kobang
Alessandro e Charly.
Anche la prima parte della discesa richiede impegno e attenzione.
Poco sotto la croce.
La discesa verso la conca superiore
L'atterraggio sui sassi
e l'inizio del primo attraversamento.
Tra la nebbiolina il Giner è al centro.
La bocchetta del Giner
Caliamo per il canale sotto la bocchetta,
e dopo aver riattraversato l'anfiteatro granitico inferiore
siamo in vista dei laghi di Cornisello,
raggiunti con "libere divagazioni personali", diciamola così.
Nonostante il dislivello contenuto e lo sviluppo non proibitivo, si tratta di un'escursione abbastanza impegnativa e faticosa per l'assenza di sentiero (non potrebbe essere altrimenti). Alcuni tratti ripidi esigono l'uso delle mani e passo fermo.
Ai compagni di escursione, compresa l'instanbile Maya, un grazie.