Buongiorno a tutti,
dopo un paio di mesi in dalla mia iscrizione in cui, complice la sessione estiva ho seguito il forum in maniera passiva, pubblico finalmente la mia prima escursione. Spero ne seguiranno altre!
In piena sessione di esami ho bisogno di una pausa, quindi visto che per il fine settimana del 16/17 luglio le previsioni danno un tempo molto bello decido di fare un giro di un giorno e mezzo nella selvaggia Val Daone. La vetta designata è il Re di Castello (2889 m s.l.m.).
Parto assieme a due amici nel tardo pomeriggio di sabato 16 dal parcheggio nei pressi della diga di Malga Bissina. Da li in una quarantina di minuti raggiungiamo il Lago di Campo (quota 1900m circa), dove piantiamo la tenda, mangiamo e passiamo la notte. Essendo in una zona dove potrebbero esserci orsi decidiamo di essere prudenti, quindi mangiamo e nascondiamo i viveri a una buona distanza da dove abbiamo deciso di dormire.
La mattina di domenica, dopo aver smontato la tenda e averla nascosta insieme ai materassini e ai sacchi a pelo per viaggiare leggeri, saliamo fino al Passo di Campo per un comodo sentiero che ci porta sul versante lombardo. Seguiamo il sentiero per il Rifugio Maria e Franco fino a un bivio da cui parte quella che ha tutta l'aria di essere una vecchia mulattiera della Prima Guerra Mondiale. La percorriamo finchè ad un certo punto non si interrompe inprovvisamente: siamo arrivati dove nel 1915 si trovava il limite della Vedretta di Saviore, ormai somparsa. Procediamo cercando di individuare il percorso migliore nella faticosa pietraia lasciata dal ghiacciao superando anche una piccola morena, probabilmente risalente all'ultimo impulso positivo avuto da alcuni ghiacciai negli anni '80. Nel tratto più alto dell'ex vedretta alcune lingue di neve residua si rivelano piuttosto insidiose, in quanto ogni tanto nascondono delle buche in cui si sprofonda anche fino al petto. Raggiungiamo finalmente la cresta che con un paio di passaggi un po'esposti ci porta in cima. Il paesaggio dalla vetta è grandioso e ripaga ampiamente la salita.
La discesa avviene nuovamente per la pietraia attraversata in salita, che in discesa si rivela micidiale per le ginocchia. Nel giro di un paio d'ore siamo di nuovo al Lago di Campo dove recuperiamo le cose che avevamo nascosto e torniamo alla macchina stanchi, ma felici.