Arriviamo a Pejo Fonti e prendiamo la strada per il lago Pian Palù. Dopo qualche curva strada chiusa con sbarra, impossibile arrivare al lago. Si può accedere solo a piedi e tramite sentiero. Dopo un consulto di famiglia, nonostante il giro sia già lungo di suo, decidiamo (la coraggiosa decisione l'hanno presa mia moglie e mio figlio, io ero abbastanza deluso dal dover aggiungere altri km),di incamminarci verso il lago (su asfalto perchè più corta del sentiero). Dal Fontanino il sentiero parte subito in salita senza tregua, ma meglio, così guadagnamo subito quota. Il sentiero è piacevole, prima tra i larici poi arbusti e infine erba e rocce, si passano dei torrenti uno dei quali con un bellissimo ponte su cordini di acciaio e legno nuovo di zecca. Dietro di noi la catena del Vioz-San Matteo coperte di neve e sotto in basso l'azzurro quasi indaco, lago Pian Palù. Saliamo ancora un po' e ci accoglie l'ampia Val Montozzo, lunga e con poca pendenza ci porta fino alla forcella di Montozzo. Percorrendo tutta la valle abbiamo visto tantissime marmotte, alcune di vedetta sui sassi, altre a spasso tra l'erba e addirittura di corsa tranquillamente sul sentiero davanti a noi. Dall'altra parte della forcella a venti minuti di strada in una conca c'è il rifugio Bozzi, e giù molto in basso la val Camonica. Noi saliamo a sinistra e prendiamo il sentiero degli alpini, attrezzato dagli alpini di Pezzo. E' un sentiero con qualche cordino e/o catena nei punti più critici ma niente di difficile per chi ha un po' di esperienza di montagna e sentieri attrezzati. Si sale lungo la cresta, un po' su un fianco un po' sull'altro, si vedono parecchie postazioni e ricoveri della Grande Guerra, fino a scollinare nuovamente sul lato della val di Montozzo. Si attraversa qualche ghiaione e ormai si è in vista del Torrione D'Albiolo, e sotto di noi in una conca i bellissimi laghetti D'Albiolo vicino ai quali passa il sentiero “facile” per l'accesso al torrione. Si prosegue la cresta comoda e sicura verso il passo D'Albiolo e si si dirige fin sotto la cima, qui un cordino aiuta l'ultimo tratto per arrivare alla croce di vetta. La croce monta sugli ultimi pezzi di cemento che costituivano il “fortino/postazione” Austroungarica presa a cannonate sia dagli Italiani che dagli Austriaci in vari momenti dei combattimenti. Dalla cima a quasi 3000mt la visuale è a 360°, davanti Presanella con relativa parete nord, le tre Lobbie con vedretta della Lobbia a sinistra e vedretta del Mandron a destra, Adamello e sullo sfondo Carè Alto, dietro che quasi sembra di toccarle si vedono quasi tutte le tredici cime del gruppo Adamello/San Matteo . Dopo una sosta panini scendiamo per un sentiero di guerra verso la val di Strino e nel pianoro ghiaioso in basso si vedono ancora le sagome delle casermette della “citta morta”. Seguiamo per un bel tratto il sentiero attrezzato che porta alla cima Tonale orientale, tutto il sentiero è stato sistemato e i cordini rimessi a nuovo. Lungo il percorso abbiamo un piacevole incontro, due maestosi stambecchi si stanno riposando al sole e con tutta tranquillità si lasciano avvicinare e fotografare. Per non allontanarci troppo dal percorso di rientro decidiamo di scendere per un canalino erboso verso la “citta morta” per poi risalire verso i laghetti di Strino e poi su verso il passo nei pressi del monte Redival. Qui sbagliamo e scendiamo nella valletta prima, accortisi in tempo dell'errore risaliamo verso una cresta laterale per poi prendere la giusta discesa verso la val Comiciolo. Giù in basso a circa 300mt da noi in mezzo ai ghiaioni a rinfrescarsi sugli ultimi nevai ci sono 5 bellissimi cervi, che appena sentono il rumore della macchina fotografica, saltano in piedi e corrono a tutta velocità giù per il nevaio e poi per il ghiaione verso valle. Una esperienza bellissima, anche perchè era la prima volta che li vedevamo in aperta natura. Gli sfasciumi sembra non finiscano mai, poi il terreno migliora e tra prati ripidi, qualche roccetta e qualche valletta ricominciano i cespugli e i larici. Dopo un tratto nel bosco ci ricolleghiamo al sentiero di andata e sotto di noi rispunta il lago Pian Palù. Qualche goccia d'acqua ci obbliga ad una sosta e a tirar fuori copri zaino e ventina, per fortuna dura poco e intanto siamo al Fontanino. Dobbiamo ripercorrere i tre km di asfalto per arrivare alla macchina, è stata più lunga del previsto ma ne è valsa la pena. In tutto 23km e 1800mt di dislivello positivo.
