Autore Topic: [ALPI DI LEDRO] Traversata Cima D'Oro - Cima Sclapa - Cima Parì  (Letto 18202 volte)

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Offline AGH

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Alla fine della traversata ecco l'ultima meta: Cima Parì m 1990

Per festeggiare la Befana scegliamo di fare un giro come si deve: la traversata da Cima D’Oro a Cima Parì in Val di Ledro. Partiamo dal centro di Molina di Ledro m 633, prendendo un ripido sentiero non segnato al margine del paese, spesso pieno di rovi, che ci porta a congiungerci con la strada forestale che porta verso Barcesino e quindi col sentiero 451. Qui iniziamo a salire decisamente per boscaglia ripida.


Da Molina traversiamo verso Barcesino

L’intenzione sarebbe di abbandonare il sentiero ufficiale per prendere il vecchio sentiero della Grande Guerra che porta sui ripidi crinali trincerati del versante sud. Alla Sella di Val Giumella però scorgiamo una traccia che, anziché scendere in Val Giumella, sale diretta per il crinalino. Proviamo a seguire la traccia e, gps del cello alla mano, controlliamo costantemente la posizione, nella speranza di congiungerci col sentiero militare che sale dal basso. Superiamo vari trinceramenti e bunker, fino ad una forcelletta con un trivio.


Helleboro fiorito


Bunker vari; pezzo di granata

Decidiamo di prendere il sentierino verso est che traversa in costa, ma che non esiste sulla Kompass, confidando di intercettare comunque quello militare. Invece non intercetta un bel niente: il traversone diventa lunghissimo e si dirige verso Malga Giumella attraversando tutto il fianco est.


Malga Giumella Alta


Sulla micidiale rampa da Malga Giumella alla cima, sullo sfondo Cima Valdes


Panorama verso nord salendo a Cima D'oro: si riconoscono, da sx, Monte Misone, la dorsale della Paganella, la dorsale Bondone - Stivo con la piana di Arco

Del sentiero militare nessuna traccia. Poco male: raggiungiamo Malga Giumella 1496 e di lì affrontiamo 300 metri di durissima salita che, senza respiro, ci porta fino alla Cima d’Oro 1802. Scendiamo leggermente verso l’anticima sud dove c’è un rudere della Grande Guerra ma soprattutto un magnifico poggio erboso a sbalzo sulla Val di Ledro, dove ci fermiamo per sosta pranzo. Davvero impressionanti le trincee ovunque sui crinali, che si sviluppano per decine di chilometri.


Cima D'Oro con le trincee lungo i crinali


Dall'anticima verso il Monte Carone


Vista su Arco

Nel pomeriggio riprendiamo la marcia, caliamo all’ampia sella sopra Malga Dromaè a quota 1693 e attacchiamo un’altra rampa che ci porta su Cima Sclapa 1885. Percorriamo con prudenza il crinale che si affaccia spesso sui ripidissimi e vertiginosi costoni erbosi a sud (attenzione!), stando bene attenti a dove mettiamo i piedi perché ci sono frequenti tratti di neve ghiacciata lungo le creste. Basta uno scivolone e ciao.


Da Cima D'Oro vista su Cima Sclapa e Monte Parì


Monte Cadria e, sullo sfondo, il Gruppo dell'Adamello


La traversate per dorsali e creste che ci aspetta, in fondo a sx svetta cima Parì


Nei pressi di cima Sclapa, vista su Cima Parì


Superata Cima Sclapa, sguardo all'indietro


Salendo a Cima Parì, coi crinali percorsi, in fondo Cima d'Oro

Nell’ultima salita mettiamo i ramponcelli, comodi sulla neve e ghiaccio ma anche sull’erba stopposa e scivolosa come sapone. Con un ultimo strappo raggiungiamo infine anche la bellissima Cima Parì a 1990 metri, punto più alto dell’escursione. La vista del giro d’orizzonte a 360° è davvero grandiosa.


Cima Parì con la cresta appena percorsa


I segni delle granate evidenziati dalla neve che riempie i fossi sul Monte Caret e Tomeabru

Il tempo stringe e la discesa è ancora lunghissima. Dalla cima tagliamo fuori traccia giù per i ripidi costoni pratosi del fianco ovest, in direzione del M. Tomeabru: anche in questo caso i ramponcelli sono una manna per evitare scivoloni sull’erba alta a zolle.


Cima Parì col sole ormai al tramonto, iniziamo la discesa


Ultime luci prima di accendere le frontali :)

Intercettiamo il sentiero 453 e quindi con eterna discesa, alla luce delle frontali, caliamo fino a Pieve di Ledro, con il prezioso aiuto del GPS per districarsi nel dedalo di bivi, incroci, strade e stradelle. Ora ci tocca l’ultima fatica, i 5 km al buio per rientrare a Molina di Ledro, che per fortuna percorriamo prendendo la passeggiata lungolago che corre sotto la strada provinciale. Arriviamo alla macchina che sono ormai le ore 20, concludendo una giornata decisamente bella piena :) . Sviluppo 23 km, dislivello circa 1550


Il percorso
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Offline signoraaquilone

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Sviluppo 23 km, dislivello circa 1550

Una passeggiatina...giusto per sgranchire un po' le gambe...e smaltire i panettoni!

 :P