Alla fine della traversata ecco l'ultima meta: Cima Parì m 1990
Per festeggiare la Befana scegliamo di fare un giro come si deve: la
traversata da Cima D’Oro a Cima Parì in
Val di Ledro. Partiamo dal centro di
Molina di Ledro m 633, prendendo un ripido sentiero non segnato al margine del paese, spesso pieno di rovi, che ci porta a
congiungerci con la strada forestale che porta verso Barcesino e quindi col
sentiero 451. Qui iniziamo a salire decisamente per boscaglia ripida.
Da Molina traversiamo verso Barcesino
L’intenzione sarebbe di abbandonare il sentiero ufficiale per prendere il
vecchio sentiero della Grande Guerra che porta sui ripidi crinali trincerati del versante sud. Alla
Sella di Val Giumella però scorgiamo una traccia che, anziché scendere in Val Giumella, sale diretta per il crinalino. Proviamo a seguire la traccia e, gps del cello alla mano, controlliamo costantemente la posizione, nella speranza di congiungerci col sentiero militare che sale dal basso. Superiamo vari trinceramenti e bunker, fino ad una forcelletta con un trivio.
Helleboro fiorito
Bunker vari; pezzo di granata
Decidiamo di prendere il
sentierino verso est che traversa in costa, ma che non esiste sulla Kompass, confidando di intercettare comunque quello militare. Invece non intercetta un bel niente: il traversone diventa lunghissimo e si dirige verso
Malga Giumella attraversando tutto il fianco est.
Malga Giumella Alta
Sulla micidiale rampa da Malga Giumella alla cima, sullo sfondo Cima Valdes
Panorama verso nord salendo a Cima D'oro: si riconoscono, da sx, Monte Misone, la dorsale della Paganella, la dorsale Bondone - Stivo con la piana di Arco
Del sentiero militare nessuna traccia. Poco male: raggiungiamo
Malga Giumella 1496 e di lì affrontiamo 300 metri di durissima salita che, senza respiro, ci porta fino alla
Cima d’Oro 1802. Scendiamo leggermente verso l’anticima sud dove c’è un rudere della Grande Guerra ma soprattutto un magnifico poggio erboso a sbalzo sulla Val di Ledro, dove ci fermiamo per sosta pranzo. Davvero impressionanti le
trincee ovunque sui crinali, che si sviluppano per decine di chilometri.
Cima D'Oro con le trincee lungo i crinali
Dall'anticima verso il Monte Carone
Vista su Arco
Nel pomeriggio riprendiamo la marcia, caliamo all’
ampia sella sopra Malga Dromaè a quota 1693 e attacchiamo un’altra rampa che ci porta su
Cima Sclapa 1885. Percorriamo con prudenza il crinale che si affaccia spesso sui
ripidissimi e vertiginosi costoni erbosi a sud (attenzione!), stando bene attenti a dove mettiamo i piedi perché ci sono frequenti tratti di neve ghiacciata lungo le creste. Basta uno scivolone e ciao.
Da Cima D'Oro vista su Cima Sclapa e Monte Parì
Monte Cadria e, sullo sfondo, il Gruppo dell'Adamello
La traversate per dorsali e creste che ci aspetta, in fondo a sx svetta cima Parì
Nei pressi di cima Sclapa, vista su Cima Parì
Superata Cima Sclapa, sguardo all'indietro
Salendo a Cima Parì, coi crinali percorsi, in fondo Cima d'Oro
Nell’ultima salita mettiamo i ramponcelli, comodi sulla neve e ghiaccio ma anche sull’erba stopposa e scivolosa come sapone. Con un ultimo strappo raggiungiamo infine anche la bellissima
Cima Parì a 1990 metri, punto più alto dell’escursione. La vista del giro d’orizzonte a 360° è davvero grandiosa.
Cima Parì con la cresta appena percorsa
I segni delle granate evidenziati dalla neve che riempie i fossi sul Monte Caret e Tomeabru
Il tempo stringe e la discesa è ancora lunghissima. Dalla cima tagliamo fuori traccia giù per i ripidi costoni pratosi del fianco ovest,
in direzione del M. Tomeabru: anche in questo caso i ramponcelli sono una manna per evitare scivoloni sull’erba alta a zolle.
Cima Parì col sole ormai al tramonto, iniziamo la discesa
Ultime luci prima di accendere le frontali
Intercettiamo il sentiero 453 e quindi con eterna discesa, alla luce delle frontali, caliamo fino a
Pieve di Ledro, con il prezioso aiuto del GPS per districarsi nel dedalo di bivi, incroci, strade e stradelle. Ora ci tocca l’ultima fatica, i 5 km al buio per rientrare a Molina di Ledro, che per fortuna percorriamo prendendo
la passeggiata lungolago che corre sotto la strada provinciale. Arriviamo alla macchina che sono ormai le ore 20, concludendo una giornata decisamente bella piena
. Sviluppo 23 km, dislivello circa 1550
Il percorso