Sulle orme di un giro fatto da L'Arsène, siamo andati anche noi a Cima Parì, per farci un bel giro senza neve... ultime parole famose!
Trascorriamo la notte in un bellissimo B&B a Mezzolago (che tra l'altro è la località di partenza):
www.bbledro.com non sò se ve l'ho già segnalato ma è molto bello, tutto nuovo, la ragazza che lo gestisce è gentilissima e (particolare da non sottovalutare) la colazione è ottima, abbondante e con prodotti freschi di qualità. Per chi come me deve trascorrere la notte fuori casa per andare in montagna, questi posti sono il top (senza contare che preferisco alloggiare in piccoli posti come questo che in grandi alberghi, spesso la gente "mettendoci la faccia" cura di più i particolari e fornisce servizi di qualità).
La mattinata è bellissima, zero nuvole, sole che picchia... metto la crema ma... non servirà a molto!
Si parte dalla Val Dromaè, che da Mezzolago si raggiunge in auto fino al divieto (822m). Lasciata la macchina, prendiamo una sterrata che sale senza tregua fino ai
Fienili di Dromaè 1398m e poi alla
Malga Dromaè 1522m, veramente in pessime condizioni... piuttosto che mangiare sui loro tavolini, starei a digiuno per ore (che detto da me...
).
Proseguiamo fino al
Passo Dromaè 1693m, dove ci fermiamo almeno un'oretta a prendere il sole. Il prato è invaso da crochi bianchi e lilla, non si riesce a camminare senza pestarli e trovare un'area per sdraiarsi senza fare una strage è dura. Da qui il panorama è proprio esagerato: Stivo, Bondone, Paganella, Lago di Molveno, Arco, tantissime cime che non conosco, vicine e lontane (poi ve le posto, chissà se si vede qualcosa in zona Presanella/Cevedale, sarei curiosa di saperlo).
Dopo una bella ronfatina al sole, torniamo leggermente indietro per intercettare le tracce che salgono lungo la cresta a
cima Sclapa 1882m e da lì proseguiamo seguendo le trincee fino alla croce di
Cima Parì 1991m. Solo in alcuni tratti c'è neve, ma la traccia rimane ben visibile... certo, non c'è da allargarsi troppo, i pendii verso il lago di Ledro sono molto ripidi e quell'erba ha l'aria di favorire molto lo scivolamento dei turisti a valle
Iniziamo la discesa, e sbagliamo di grosso le nostre valutazioni. Il pendio che scende alla malga Saval è ancora coperto da un metro abbondante di neve molle; pensiamo di seguire delle orme che vanno un po' verso destra, invece che scendere diretti alla malga (come sarebbe stato più comodo). Sprofondiamo ad ogni passo fino alla cintola, tirando parolacce... io ho i pantaloni corti e le scarpette e non sento più le gambe per il freddo... ne esco dopo mezz'ora (in cui ho rischiato di perdere la scarpa incastrata in profondità nella neve) con alcune abrasioni sanguinanti
e un livido profondo sullo stinco che oggi, a 20 giorni, non è ancora riassorbito :'(
Raggiunto il fondovalle ci sediamo un po' a strizzare le calze e darci una asciugata, poi attraversiamo la valle fino alla
malga Saval 1692m, dove inizia uno splendido sentiero che attraversa un altro bel prato di crochi, si sente proprio che è primavera e la brutta digressione su neve ce la siamo già scordata.
Proseguiamo nel bosco in ripida discesa fino a raggiungere la forestale (sulla mappa c'è l'ndicazione di percorso per mountain bike) che taglia la montagna a mezza costa e ci riconduce al parcheggio della mattina (proseguendo verso il basso raggiungeremmo pieve di ledro, dovendo poi fare un bel pezzo (sia come distanza che come risalita) per prendere la macchina.
Insomma, giro stupendo (da fare non in piena stagione perchè secondo me vi trovano stecchiti dal caldo) ma la prossima volta non ci lasceremo più ingannare dalle tracce di qualcun altro e seguiremo le nostre intuizioni