In vetta a Cima Pari
Dopo un mese di fermo causa trasloco devastante, posso finalmente riprendere l’attività escursionistica. Scelgo di esplorare due cime mai fatte con un giro ad anello:
Cima Sclapa 1885 e
Cima Pari 1990 sopra il
Lago di Ledro. Calcolo che su queste cime, percorse sul versante sud, non dovrebbe esserci neve, mentre ce n’è ancora sicuramente parecchia sui versanti nord. Dallal frazione di
Mezzolago su Lago di Ledro,
mi porto in auto fino a quota 800 in loc. Alla Valle dove c’è una specie di stalla diroccata. Pur avendo carte e gps (cello) vado su a panza e sbaglio subito direzione, facendomi attrarre dalle indicazioni del “
Sentiero Botanico” verso sud. Il sentiero abbandona presto la forestale e sale nel bosco fitto: non vedo neppure un fiore, in compenso guadagno quota tagliando verso loc. Ghinova e intercettando varie volte la strada forestale che sale sulle
Coste di Salò.
Verso Malga Dromaé
Vista sul Lago di Ledro dalle postazioni di guerra della Costa di Salò
Dopo un po’ mi accorgo di essere troppo a sud e quindi, raggiunta la forestale non segnata sulle carte, mi dirigo verso un crinale con grande vista panoramica sul Lago di Ledro e postazioni di guerra. Quindi perdo un po’ di dislivello per arrivare ai
fienili di Dromaè 1405. Sulla strada forestale incontro la seconda viperella della stagione: al mio arrivo si allontana senza fretta e riesco a fotografarla.
Viperella maggiolina
Verso la forcella
Seguendo ancora la forestale, cambio versante passando l’impluvio ostruito da una grossa valanga, quindi con un traversone su una nuova strada forestale con orrendo muraglione di cemento, mi dirigo verso la
Malga Dromaè. La parte finale della strada è stata investita da una valanga e la palizzata totalmente divelta. Ma che senso ha mettere una palizzata in un posto simile, quando è sicuro che sarà spazzata via dalle valanghe ad ogni inverno? Mah.
La valanga ha divelto 200 metri di palizzata
Vado fino alla
forcella tra Cima dell’Oro e Cima Sclapa, tra parterie quasi pianeggianti punteggiate da migliaia di crocus. Grandioso e insolito (almeno per me che non bazzico spesso questi posti) il panorama, soprattutto verso nord.
I prati in quota invasi dai crocus
Vista sul Carè Alto
Lago di Ledro
Siccome c’è un vento freschetto da nord, qui mi fermo al riparo per una sosta panini. Dopo il rapido pranzo salgo a
Cima Sclapa: non c’è un sentiero quindi vado su a panza per i prati ripidi cercand di guadagnare il crinale. E’ molto ripido ma nulla di preoccupante, arrivo poco sotto la cima e trovo le trincee: seguo quelle, che sono scavate praticamente lungo tutto il crinale. Mi compiaccio meco stesso di aver imbroccato le “previsioni neve”: tutto pulito sui versanti sud, ma appena si gira sul crinale verso nord ci sono anche due metri di spessore. Per fortuna è ben portante, quindi i brevi attraversamenti qua e là non danno problemi.
Differenza tra versante sud e versante nord: a nord sul crinale lo spessore supera ampiamente i 2 metri in certi punti
I versanti sud sono ancora pieni di neve
I versanti sud sono davvero ripidissimi, una scivolata non darebbe scampo. Il crinale è percorso da trincee pressoché ininiterrotte. Procedo con attenzione con vari saliscendi verso
cima Pari 1990, che raggiungo facilmente con un breve strappetto finale. Anche da qui il panorama è davvero vastissimo. Vedo anche il severo M. Cadria, fatto l’anno scorso, sullo sfondo l’inconfondibile
Carè Alto. Il Brenta troneggia verso nord. A sud invece splende il Lago di Ledro con le cime di Tremalzo.
Monte Cadria
In vetta a Cima Pari
I ripidissimi versanti sud verso Cima Sclapa
Ancora Caré Alto
Dopo una pausa per rimirare il panorama e studiare un po’ di cime, inizio la discesa. Aggiro dei nevai poco sotto la cima e quindi scendo per il ripido fianco sud, con qualche scivolone sull’erba ancora secca e pressata che pare sapone. Raggiungo la
valletta di Saval, invasa da alcune valanghe che hanno fatto strage di alberi, quindi intercetto il
sentiero 454 che mi riporta a valle.
Monte Tomeabru scavato dalle trincee
Helleborus
Scendendo verso il Monte Cocca
Alla
Sella di M. Cocca incontro un
insperato bivio che mi dovrebbe riportare verso Mezzolago accorciando il percorso.
Abbandono quindi il 454 e mi avventuro per una stretta traccia che scende ripida e zig zag per le impervie
Coste Bariolo con percorso abbastanza spaccagambe. Il fondo con fogliame e sassi è indisioso ma con prudenza scendo abbastanza rapidamente di quota indenne fino alla macchina.
Helleborus niger
Sella di Monte Cocca
Sosta al Lago di Ledro con le capanne su palafitte
Giro molto bello e superpanoramico, privo di difficoltà serie anche se c’è da prestare attenzione lungo i crinali su versanti erbosi ripidissimi. Il tratto da Cima Sclapa a Cima Pari non è segnato ma è molto intuitivo, basta seguire il crinale e le trincee. Incontrato nessuno sulle cime, 5 persone a bassa quota. Disl. 1250, sviluppo circa 13 km.
Il percorso