In vetta al M. Caplone o M. Guardia
Dopo aver “esplorato” buona parte delle cime della
Val di Ledro l’anno scorso, mancava ancora la zona più lontana, quella verso sud al confine col bresciano, con le cime
Tombea e
Caplone. Con Signo decidiamo quindi questa lunga trasferta in zona
Lago d’Idro per andare a dare un’occhiata. Da
Baitoni, sulla riva nordorientale, saliamo a
Bondone e quindi per la lunga e tortuosa strada (asfaltata) che ci porta agli
incantevoli pascoli di Malga Alpo 1500, punteggiati di casette.
I pascoli di Malga Alpo
Monte Cadria all'orizzonte
Per la vecchia
strada militare della Grande Guerra raggiungiamo facilmente la
Bocca di Caplone 1775, dove c’è un’altra strada militare che sale dal fondovalle. Qui siamo al confine settentrionale del
Parco Regionale Alto Garda Bresciano. Facciamo una breve digressione verso ovest fino alla punta che permette di
vedere contemporaneamente il Lago di Garda e il Lago d’Idro. Proseguiamo quindi verso Cima Tombea seguendo la strada che corre a ridosso del crinale fortificato, con numerose gallerie scavate nella roccia.
Bocca di Caplone con la strada militare verso il Tombea
Vista sul Garda meridionale in lontananza
Veduta sul Lago d'Idro con Bagolino
Il sentiero Antonioli, segnato col numero 444, coincide con la strada militare che, con modesta pendenza, porta alla bella conca pratosa sotto il
Doss delle Saette. Pensavamo di crepare di caldo ma una nuvolaglia insistente oscura il sole e un vento freddo ci obbliga a indossare pile e giaccavento.
La strada militare - Sentiero Antonioli, con diverse gallerie
Interno di una galleria con le travature ancora conficcate nel terreno
Fortificazioni austroungariche
L'arrivo della vecchia teleferica; la fioritura è ancora assai scarsa....
Della celeberrima fioritura con specie endemiche rarissime, neanche l’ombra: la neve è andata via da poco e i prati sono ancora marroni o giallastri. Ci sono solo
crocus,
helleboro e poco altro. Da
Malga Tombea (piuttosto malmessa) saliamo per un facile camminamento fino alla vetta di
Cima Tombea 1947, con grandioso panorama a 360 gradi: peccato per la foschia e le nuvolaglie che limitano la visuale, col cielo terso si spinge fino al Monte Rosa!
Dal Dosso delle Saette verso Tombea e Caplone
In vetta a Cima Tombea, guardando verso Monte Caplone col versante nord ancora innevato
Fotografia di fidanzatini (?) d'epoca su Cima Tombea; l'osservatorio sulla vetta
Il vento freddo ci fa smammare veloci dalla cima, torniamo in basso al riparo dove facciamo sosta panini. La cima del Caplone ha il versante nord pieno di neve, sarà raggiungibile? Abbiamo i ramponcini, dopo pranzo ripartiamo e percorriamo la bellissima strada militare che si insinua nell’impervio vallone che sale a
Bocca Campei 1822, con alcuni passaggi arditi scavati nella roccia.
La spettacolare strada militare scavata nella roccia che sale a Bocca Campei, a destra il M. Caplone
Galleria; la strada militare, scavata nella roccia, si infila in un angusto vallone
La strada della Grande Guerra verso Bocca Campei
Dal passo alla cima la salita è meno ostica di quel che sembrava: calzati i ramponcini saliamo facilmente i pendii non troppo ripidi per gli ultimi 150 m di dislivello, seguendo la falsariga del sentiero fino in vetta del
Monte Caplone o Cima Guardia a quota 1976. Anche qui il panorama è grandioso, si vede il
Lago di Garda meridionale fino alla sponda sud, con la
penisola di Sirmione.
Corrugamenti geologici verso Tremalzo
Sguardo indietro verso il Tombea da Bocca Campei
Calziamo i ramponcelli e affrontiamo l'ultimo facile strappo alla cima Caplone
L'ultimo tratto a nord, sullo sfondo sbuca il Tombea a sx
Dopo una sosta e una dormicchiata al sole che esce saltuariamente regalandoci qualche momento di caldo agognato, arriva l’ora del rientro. Avevamo una mezza idea di
provare a fare un giro ad anello scendendo a NE ma il giro diventerebbe lunghissimo perdendo anche molto dislivello e data l’ora ormai tarda desistiamo.
In vetta al Caplone, guardando verso Cima Tombea
Vista verso la Catena del Baldo
Le poche fioriture... nessuna traccia invece della famosa Saxifraga tombeanensis, raro endemismo della zona
Torniamo quindi per la stessa via dell’andata. Raggiunta l’auto, facciamo un giretto
verso Malga Alpo per vedere il bivacco, un po’ male in arnese anche se stanno facendo dei lavori. Cerchiamo anche il luogo col curioso toponimo del “
Pozzo degli scongiurati”, senza trovarlo causa oscurità incombente. Dislivello m 700, sviluppo km 16.
Il percorso