“Cime e Sentieri”, Volume Secondo, Itinerario n°1.
Ieri, come prima uscita della stagione, Gino ed io abbiamo scelto questa escursione che prometteva bei panorami ed assenza di neve.
Partiamo dalla chiesetta di Pregasina non molto presto, con un tempo un po’ incerto. Insieme a noi si incamminano anche una dozzina di escursionisti di una qualche SAT
. Noi, però, seguiamo il giro riportato nel libercolo nel senso in cui viene riportato, mentre loro fanno il giro inverso. Ci incontreremo di nuovo in cima.
Saliamo per strada carrabile nel bosco, con squarci di panorama sul Garda; si arriva a Punta Larici da dove si può godere di una bella visuale del sottostante lago. Si continua a salire fino a sbucare nella conca erbosa di Malga Palaer. Adesso la mulattiera diventa un sentiero più stretto, ma pur sempre comodo e si sale con più decisione fino a giungere a Passo Rocchetta. Splendido il colpo d’occhio sul Garda, si vede anche la penisola di Sirmione, e maestosi i severi bastioni rocciosi che ci circondano. Si prosegue lungo il sentiero 422/b, che si sviluppa a sinistra, tra ruderi di fortificazioni belliche. Il sentiero prosegue pianeggiante, in quota, fino a raggiungere Passo Guil. Poi si prosegue a destra, nella cresta boscosa, paralleli ad una impressionante trincea sospesa sul Garda
, fino a raggiungere Passo Chiz. Di qui si rimonta la cresta verso Cima Nara. Sotto la cima si può scegliere di proseguire per il sentiero EEA in cresta oppure di percorrere un facile
(ma un po’ esposto) sentiero in costa che si ricongiunge con l’altro risalendo in cresta tra Cima Nara e Cima al Bal. Proseguiamo per Cima di Bal per la cresta, qui non troppo sottile, per aeree roccette che consentono un bel colpo d’occhio. A destra il Garda, a sinistra la Valle di Ledro, con il lago e l’Adamello innevato sullo sfondo. L’esposizione non è marcata ma, per i paurosoni come me, basta ed avanza per procedere un po’ preoccupati
. Dopo Cima di Bal si inizia a scendere lato Ledro per ripido e un po’ scivoloso sentiero fino ad una selletta. Poi si prosegue verso nord in costa e si passa dal lato Garda continuando a scendere nel bosco, sempre per traccia ripida e scivolosa. Qui si deve fare attenzione in un paio di punti perché c’è da superare qualche roccetta in discesa e, col sentiero fangoso, il rischio di ruzzolare non è remoto
. Si cala infine al Nodice dove troviamo numerosi ruderi militari. Sempre giù per sentiero ripido fino a tornare a Pregasina.
Con vari saliscendi il dislivello totale percorso è di quasi 1000 metri, che abbiamo percorso in circa cinque ore, in accordo con le tempistiche riportate nel libercolo sella Sosat.
Il meteo ci ha concesso di finire il giro, con qualche goccia giusto lungo la discesa, in una giornata che non prometteva nulla di buono. Bene così.