Escursione di domenica 13 ottobre 2013
L’ultima nevicata birichina mi spinge a cambiare i programmi ottobrini.
Da tempo avevo in serbo un giro in Val di Ledro e la scelta è caduta facilmente sul M. Corno, noto per il magnifico panorama sull’intera valle, sulla Catena del Baldo, dal Nozzòlo a Cima Parì, sull’ Adamello,…
Il meteo non prometteva una grande giornata ma pur di fare una sgambata andavano bene anche le nubi .
Ho trovato nebbia da quota 1300 m circa e per buona parte della giornata ho camminato con visibilità scarsissima . Ho raggiunto la montagna invisibile seguendo i cartelli Sat, ma solo all’ultimo momento ho visto la croce di vetta. Dalla Cima panorama nullo.
Questo il preambolo, veniamo ora ai fatti.A Molina di Ledro, lascio la S.S. 240 e costeggio la riva sinistra (sud) del Lago di Ledro, svoltando poi per la località Pur. Oltrepasso l’Hotel Maroni e proseguo ancora per poco lungo la valle del Pian del Pur, lasciando l’auto in un ampio parcheggio (q. 690 circa, poco meno di 3 km da Molina di Ledro).
M.Corno avvolto dalle nubiParcheggio (q. 690 circa)Per stradina asfaltata, in breve arrivo a Malga Cita (q. 747)
Malga CitaDa lì prendo il segnavia 457B che, in direzione sud, mi porta alla fatiscente Malga Corno (q. 1183). La salita in mezzo al bosco è tranquilla, senza grandi strappi. Presto attenzione al fogliame bagnato che rende abbastanza scivoloso il terreno.
Malga Corno (q. 1183 m).Poco sopra la malga, incrocio il segnavia 457 che sale da Passo Nota/Passo Prà della Rosa e lo seguo verso ovest per raggiungere Malga Tremalzo di Molina.
Salendo verso Malga Tremalzo di MolinaGli scarsi panorami della salitaSalendo di quota, la visibilità cala sempre più. Spero tanto che sia una cosa momentanea e che a breve arrivi qualche timida schiarita. Povera illusa! Da così a peggio. Non mi dò per vinta, unica parola d’ordine: seguire scrupolosamente la segnaletica e i segni Sat dal momento che non conosco la zona, non c’è anima viva in giro e c’è già un po’ di neve intorno ai 1400 m. A poco a poco il bosco dirada e tra le nebbie intravedo Malga Tremalzo di Molina.
Poco sotto la malga vedo improvvisamente delle tracce umane. All’inizio sono contenta perché penso che qualche locale abbia raggiunto la malga ravanando. Non scendo nei dettagli ma erano le “impronte”di cacciatori che, dopo la nevicata, avevano fatto caccia alla selezione e avevano messo in freezer un camoscio (ferito, inseguito e finito parecchie centinaia di metri dopo).
Nelle vicinanze di Malga TremalzoStallone Malga Tremalzo di Molina (1542 m)Arrivata alla malga bevo del tè caldo e faccio il punto della situazione. La visibilità è pessima, ci sono 10 cm di neve e mi chiedo se valga la pena avanzare. Mi convinco che la giornata non migliorerà affatto. Prendo un po’ di tempo e girovago intorno alla malga, seguendo delle evidenti tracce rosse di un animale ferito.
In una rara schiarita, s’intravede il Lago di LedroNel mio giretto riesco a vedere anche una simpatica viperetta.
Fauna localeAlla fine decido di andare avanti. I segni della Sat sono nascosti dalla neve. Salgo verso Bochet dei Albi e procedo lungo la Val Bella (bella o brutta non si vede niente). Mi calo verso una radura con una pozza d’acqua (q. 1580 o giù di lì).
Radura con specchio d'acqua
Guardo la cartina e vedo che, prendendo una traccia nel bosco in direzione nord-ovest, potrei evitare di perdere quota. Non voglio scendere a 1300 m per poi risalire a 1600. Appena mi allontano dalla pozza d’acqua, ricompaiono delle tracce umane. Escursionisti? Non mi faccio tanti problemi e le seguo. S’inoltrano nel bosco e, passando in leggera salita vicino ad un capanno per la caccia, arrivano ad un tornante della strada che sale dal Rif. Garibaldi. Ecco da dove partono i cacciatori per arrivare a Malga Tremalzo.
Prendendo la direzione nord (segn. 456B), in breve sono a Bocca Casèt (1603 m), dove vedo alcune reti per la cattura degli uccelli. Tiro un sospiro quando leggo questo cartello
La Bocca Casèt è un po’ un crocevia: una stradina (direzione est) scende a Malga Giù, una porta ad una casa, un’altra a Malga Casèt (direzione nord) e l’ultima va verso Cima Casèt (cartelli segnalano che proseguendo sulla forestale, s’incontra il sentiero attrezzato Moro-Pellegrini).
Peccato per la pessima giornata perché i panorami e il percorso sono molto belli (stando al “si dice”). Il percorso su dorsale, da Bocca Casèt al M.Corno, passa fra bocchette e pinnacoli raggirando dei cucuzzoli e cambiando versante. I punti più delicati sono attrezzati con funi metalliche. Ci sono anche due canalini franosi e umidi ma facilmente percorribili. La vista sul Lago di Ledro dovrebbe essere superlativa, meteo permettendo.
Verso Cima Casèt
Raggiungo Cima Casèt senza accorgermi, solo l’altimetro mi dice che sono a quota 1748 e vado avanti verso M.Corno.
Sul sentiero Mora e PellegriniLago di Ledro
Ancora sul sentiero attrezzato Moro-PellegriniVerso la sella di quota 1650 m
Finito il bel sentierino attrezzato, mi calo alla sella di quota 1650 e prendo la traccia evidente e ben segnalata che in breve mi porta alla croce di vetta. Non vedo niente
e dopo un po’ prendo la via del ritorno.
M.Corno (1730 m)Scendo alla sella e da lì alla Bochet di Spinèra (1347 m), dove incrocio il segn. 456 che in falso piano va verso Malga Giù. Prima della malga devio per la chiesetta di S. Anna e per Ca de Mez (1244 m). Quest’ultima è una costruzione ben tenuta, dove ci si può fermare. Ci sono 2 grandi stanze arredate, una bella tettoia e c’è disponibilità d’acqua. I locali sono aperti a tutti ma è fatto divieto di bivacco notturno (come recita un cartello all’ingresso).
S.Anna e Ca de MezS.AnnaCa de Mez Dalla casa, prendo un sentierino in mezzo al bosco che si raccorda più tardi con il 419 (Val Scaglia). Arrivo ad una sbarra dove comincia una stradina che conduce rapidamente a Malga Cita.
Malga CitaQui chiudo l’annello aperto al mattino
. L’auto dista a meno di un chilometro, che raggiungo su stradina asfaltata.
Cartina: Alto Garda e Ledro, Kompass 690
Dislivello: 1000 m circa più numerosi sali-scendi sulla cresta da Bocca Casèt alla vetta.
Distanza: 20 km circa (che possono essere ridotti scegliendo percorsi alternativi)
Nota dolente: tanta nebbia
Bel giro ad anello da rifare con il bel tempo
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Traccia