Alla fine sono andato... Siamo partiti con una corda singola da 50 mt, ma se dovessi rifarla, partirei anche con lo spezzone da 20, forse hanno aggiunto fix, o forse non abbiamo ritenuto necessario assicurarci in alcuni tratti dove i fix erano distanti...
Si prende la stradina che sale a Pregasina, dopo il tunnel c’è una baracca in lamiera, un tempietto votivo e su una curva un punto panoramico denominato “regina mundi” con una statua della Madonna. Qui si parcheggia l’auto e dal punto panoramico si scende per un sentierino, che in pochi metri si collega alla strada del Ponale, la si percorre scendendo per circa un km e a un tornante che svolta a sinistra caratterizzato da alcuni cipressi si prende una stretta via a destra dove qualche buon’anima ha eretto un omino di pietra. Inizia il sentiero vero e proprio che dopo una ventina di minuti passando per una ripida e non troppo larga crestina ci porta ai primi tratti attrezzati da fix e alla tabella che indica l’inizio della parte alpinistica. Si presenta un bel corridoio scavato nella roccia, che passando dietro alle reti di protezione crea un curioso effetto, il corridoio è in leggerissima discesa è completamente fornito di fix per assicurarsi, nei punti più stretti c’è un cordino. Noi proseguiamo senza tirare fuori l’armamentario ma dopo un’altra ventina di minuti arriviamo al passaggio chiave e siamo obbligati a imbragarci e ad assicurarci con la corda. Il passaggio chiave consiste in una fenditura che taglia il corridoio per 2,5/3 metri con un cordino di acciaio dove attaccarsi di peso con le braccia... In alternativa, per fare meno fatica, si potrebbe anche appendersi a due rinvii e farsi scorrere.
Proseguiamo assicurandoci qua e la senza grossi problemi, se non una scaletta in corda traballante che scende di 2/3 metri. Dopo un paio d’ore dalla partenza arriviamo al secondo passaggio impegnativo; un tratto strapiombante che aggira un angolo di una ventina di metri scarsi. Per fortuna qui c’è un grosso e rassicurante cavo di acciaio, dove ci si può appendere e assicurare con il kit da ferrata, noi però siccome eravamo ancora legati ci siamo doppiamente assicurati. A questo punto si può dire che le difficolta siano finite e si ritorna al tranquillo tram tram di assicurazione occasionale... Giunti in vista degli hotel sul lago scorgiamo un cartello che indica Pregasina. Lo prendiamo. E’ veramente brutto!! Ripido e chiuso dalla vegetazione, sudiamo come bestie per poi spuntare più alto del punto di partenza. Dovessi rifarlo, cercherei un rientro alternativo.
Il sentiero Massimiliano Torti (o dei contrabbandieri) è paesaggisticamente stupendo. Raccomandato ali amanti del silenzio e della solitudine (abbiamo incontrato solo 5/6 persone che formava un unico gruppo).
Leggendo qua e là le relazioni su internet non si capisce bene la difficoltà effettiva, giustamente i vari relatori avvertono sull’esposizione e sui metodi d’assicurazione e ciò induce ad averne un po’ troppo timore. Io, se avete intenzione di provarlo, consiglio di andare... al limite data la brevità e la struttura del percorso potete sempre permettervi un dietro front tattico.
I nostri tempi di percorrenza sono stati: Dalla macchina al sentiero di rientro 2 ore e 40 minuti.
Ritorno 40 minuti.