Oh, ecco, finalmente il meteo sembra essere entrato nell'idea che è ora di dare degnamente inizio alla primavera!
Quindi, approfittando che gli studenti sono in vacanza per carnevale, questa mattina ho portato la mia diletta secondogenita, che chiameremo scherzosamente "climbalittle", a fare il sentiero Torti. Non ho foto di oggi riguardo ai tre passaggi più "pepati" della via, perché ero impegnato a prendermi cura della giovinotta, per quelle rimedio con foto fatte in una precedente occasione quando ho fatto lo stesso itinerario con gli amici Alberto e Milo.
L'itinerario si può iniziare/terminare da Pregasina (nel qual caso si scende per arrivare al punto di inizio, e alla fine si risale per tornare al punto di partenza) o dalla Gardesana occidentale (nel qual caso si sale per arrivare al punto di inizio, e alla fine si scende per tornare al punto di partenza).
Gardesana, con vista su posto macchina:
Si sale dall'ex porticciolo, in corrispondenza del cartello "Ristorante Trota", per l'antico sentiero di accesso alla Val di Ledro, quello che si usava prima che fosse costruita la vecchia Strada del Ponale. Ad un tornante si devia a sinistra e si va a prendere il sentierino che scende su cresta erbosa per portarsi al punto di inizio:
Una volta imboccata la cengia del Sentiero Torti (targa all'inizio) si procede per un buon tratto sotto le reti paramassi, poi non più. Ecco un tipico passaggio dove "non più":
Lungo tutta la cengia (circa 2,5 Km), si procede di conserva, usando un tratto di corda di 20 - 25 m e sfruttando i frequenti chiodi presenti per disporre rinvii e passarci la corda.
A quanto ho letto, era uno scavo esplorativo per una strada che doveva congiungere Riva a Limone, solo che poi è stato deciso di costruire la Gardesana più in basso, poco sopra il livello del Lago, e quindi la cengia è rimasta così com'era.
Tecnicamente non ci sono difficoltà, si tratta solo di non temere l'esposizione.
Eccezion fatta per tre passaggi un po' più impegnativi, che però sono protetti da cordino metallico (utile cordini da ferrata). Il primo si trova in corrispondenza di un'ampia crepa che taglia verticalmente la cengia (foto della scorsa uscita):
Poi la scaletta di corda metallica, facile ma "antipatica" perché piuttoto lasca e quindi flessibile:
Infine un tratto dove la cengia si interrompe per 3-4 metri, e in un breve passaggio la parete strapiomba abbastanza:
La vista lago è sempre fantastica:
Ecco un controluce in un punto dove la cengia aggira uno spigolo:
E un'altra vista lago, questa volta verso nord:
E scusate per la scarsa qualità delle foto...