Finalmente oggi le previsioni rispecchiano la giornata, anche se, di prima mattina, una piccola nuvola davanti al sole, nel giro di poco, lievita come la pasta della pizza e ci fa arrabbiare non poco, facendo assomigliare Cristina a una pentola a pressione!
Pensando di fare un giro breve, lasciamo l’auto a Speckboden, i posteggi 100 m sotto la Gasserhūtte. Seguiamo la pista degli slittini e raggiungiamo la malga. Proseguiamo ora per strada asfaltata verso la Sella dei Sentieri. Fortunatamente il tratto asfaltato dura poco. Calzate quindi le ciaspole saliamo su un ampio pistone, il percorso è comune alla salita al Corno del Renon. Come dicevo la famigerata nuvola ci tiene al freddo, Cristina borbotta in continuazione e io me la rido! Giunti poco sopra la Sella dei Sentieri vediamo molto molto lontano la cima, la dorsale è però al sole, che meraviglia! Ma la nuvola non molla l’osso, più noi saliamo più la nuvola si espande e siamo sempre all’ombra, alla Fantozzi! Raggiunta la dorsale nei pressi di una cappelletta finalmente vinciamo la corsa con la nuvola che tra l’altro miracolosamente si dissolve regalandoci finalmente una giornata strepitosa! Fino alla Sella dei Sentieri il pistone, poi una buona traccia fino alla cappelletta, traccia che prosegue per la Totenchirchl. Verso il Villandro solo un debolissimo segno di passaggio, probabilmente cancellato dal vento. Risaliamo la lunghissima dorsale raggiungendo primo l’ometto di Cima Dodici. Perdiamo pochi metri di quota e riprendiamo a salire, qui bisogna fare un attimino di attenzione al breve traverso, niente di difficile o di pericoloso ma da fare con attenzione specialmente nel ritorno.
Raggiunta l’enorme croce di vetta, anche oggi da primi e da soli, abbiamo l’onore di inaugurare il libro di vetta portato su qualche giorno fa.
Cominciamo la discesa ritornando sui nostri passi, con la mezza intenzione di andare anche anche alla Totenchirchl. Dopo Cima Dodici ci sarebbe la possibilità di scendere, abbreviando il percorso, ma dando un’occhiata al pendio la cosa ci convince poco, il primo tratto è ripido e rimane sotto una cornice di neve che anche se non grande, se dovesse cadere mentre siamo sotto non ci farebbe piacere. Ci diciamo che è meglio evitare di fare cretinate. Torniamo quindi alla cappelletta. Da qui la Totenchirchl sembra lontanissima. Scendiamo quindi nel vallone, sulla prima neve farinosa dell’anno e raggiunto il traccione risaliamo alla Chiesetta. Non contenti proseguiamo sul dosso accanto e raggiungiamo la tipica croce atesina delle malghe dove facciamo sosta pranzo con una panorama mozzafiato sulle Dolomiti.
Scendiamo a capofitto dal dossone e andiamo a riprendere il traccione che ci porta prima a Malga Plun, che essendo aperta ci offre l’occasione per una sosta birra, e quindi la Gasserhutte e poi il posteggio.
Anche oggi quello che ci ha stupito sono le poche tracce di passaggio, in una zona così ampia e che offre veramente molto, soprattutto per le ciaspole, i segni di passaggio a parte i traccioni per il Corno di Renon e per la Totenchirchl sono pochissimi. La zona mi ricorda vagamente i nostri Piani di Artavaggio, questa molto ma molto più ampia. Lì dopo un fine settimana non c’è più un quadratino di neve intonso, qui è come se avesse nevicato il giorno prima!
Dati GPS: Dislivello 1236 m– 20,90 km
