Rifugio Cima Fiammante, un nome evocativo e suggestivo che mi ero segnato durante gli "studi" invernali come meta per un'escursione estiva. Così approfittando di un intero finesettimana libero dal lavoro e con il meteo finalmente positivo per festeggiare la fine della scuola materna ed il passaggio a quella elementare di Matilde decidiamo di dedicarci all'esplorazione di questo angolo del parco naturale del Gruppo di Tessa.
Percorso Parcines-rif.LodnerhütteGiunti a
Parcines, dopo esserci fermati in paese per rifornimento di: pane, speck e kaminwurzen, seguiamo le indicazioni
per la suggestiva cascata poco più in alto.
Cascata di ParcinesLa
cascata di Parcines è raggiungibile dal paese anche percorrendo uno splendido e facile sentiero che segue il tipico canale per l'irrigazione altoatesino: il waalweg; passeggiata che merita soprattutto nel periodo della fioritura dei meleti di cui la campagna di Parcines è ricca.
Lasciata la macchina al parcheggio della cascata (900 m s.l.m.) saliamo lungo la strada fino ad arrivare ad un ridente alberghetto dove rimaniamo sorpresi alla vista del "tipico" mezzo agricolo sudtirolese per lo sfalcio rapido dei prati (i forumendoli veneti farebbero benissimo a lamentarsi con gli schützen, loro per fare la rivoluzione si erano dovuti accontentare del cosidetto
Tanko ).
Da qui parte il
sentiero 8 che con un susseguirsi di gradini si inerpica in mezzo al bosco ed ai prati fino a giungere al punto di ristoro della
malga Nassereith Hütte/rif. Nassereto (1520 m s.l.m.), il rifugio vero e proprio è chiuso dal 2010.
Rif. NasseretoIl tempo di rimpiangere la pausa-sambuco per Mati vista la "calda" accoglienza tedescofila e ci incamminiamo addentrandoci nella
Zieltal: la valle scavata e modellata dal torrente Zielbach.
Torrente ZielbachTorrente ZielbachVista sulla valle di TalTorrente SchrambachSentiero 8: verso il rif. LodnerhütteIl percorso sale lungo i ripidi ed assolati pascoli della vallata incrociando numerosi torrentelli che con alti salti vanno ad immettersi nel Zielbach.
Giungiamo e superiamo l'
alpeggio Gingglalm (1944 m s.l.m.)
Erano anni che non vedevo una gerla Sentiero 8: verso il rif. LodnerhütteLa foschia ci nasconde le alte vette del gruppo di Tessa la maggior parte delle quali supera i 3000 metri: cima Rosa, Cigot, monte Rosso, cima Tessa e di Tel; niente da fare, la cappa di aria umida rimane sospesa a rovinarci il panorama.
Superiamo una bella edicola posta su un magnifico balcone panoramico e dopo un'altra rampa e l'ennesima curva ecco comparire la
malga Zielalm (2196 m s.l.m.), punto di arrivo della teleferica che risale la valle partendo dal rif. Nassereto.
Malga ZielalmOramai siamo arrivati, ancora 5 minuti alla meta quindi tiriamo dritti senza fermarci e dietro l'ultima curva ecco apparire il
rifugio Cima Fiammante/Lodnerhütte (2259 m s.l.m.) .
Rif. LodnerhütteRif. Lodnerhütte: un tetto evocativo
Rif. Lodnehrütte: la piccola cappella nei pressi di rifugioIl tempo di un'ottima fetta di torta, una tazza di thè e la mamma ci saluta per tornare sui passi appena percorsi, domani per lei è giorno lavorativo e cosi deve tornare a casa mentre noi ci godremo il fresco che c'è quassù.Passiamo il pomeriggio tra letture, interminabili partite a memory e pinco-panco, provo a convincere Mati a salire su una piccola altura li vicino per goderci lo spettacolo del torrente Lafaisbach che si immette con una serie di salti nel Zielbach ma non risulto essere convincente, oramai gli scarponi sono sulla scarpiera e li resteranno fino all'indomani.Il torrente Lafaisbach
Dopo un'ottima cena diamo una sbinocolata ai prati ed ai pendii delle montagne ma gli unici animali che riusciamo ad vedere sono le onnipresenti marmotte. Il cielo è plumbeo e le nuvole basse mettono un po' di timore per il giorno successivo.La vetta del monte Rosso nascostaAl risveglio però la situazione è completamente differente, il cielo è di uno splendido azzurro e finalmente possiamo ammirare tutte le vette attorno al rifugio.Panoramica sulle cime attorno al rifugioL'ipotesi iniziale per l'itinerario di oggi prevedeva la salita tramite il sentiero n°7 al passo di Lazins (2800 m s.l.m.), passando dai laghi di Tabla, quindi spostarsi alla forcella dei Laghi, la discesa al lago di Latte, quindi ai laghi di Sopranes ed infine il lungo trasferimento verso Merano tramite il sentiero 6 (qui l'itinerario descritto da nantes: http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php?topic=4742.msg62950#msg62950).La sera prima però confrontandomi con il gestore del rifugio ed avendo visto nel pomeriggio le espressioni di alcuni escursionisti tedeschi provenienti da quello stesso itinerario e che arrivavano stravolti a causa del metro abbondante di neve marcia ancora presente al passo, decido che tentare la sorte da solo con Mati anche se attrezzato di tutto punto sarebbe stato troppo rischioso.
La scelta non è ampia se vogliamo andare a prendere il treno a Merano: o scenderemo di nuovo al rif. Nassereto per poi prendere il comodo sentiero 24 in direzione rif. Hochganghaus oppure raggiungeremo quest'ultimo percorrendo il sentiero alpinistico Franz Huber Steig n°7B.Ovviamente scelgo quest'ultimo.
Itinerario verso MeranoDopo la prima timbratura sulla carta-timbro del giro dei
13 rifugi, un'ultima controllata al pinco-panco da parte di Mati, non vorrai mai che le marmotte ci si siano divertite troppo durante la notte, ci incamminiamo sull'esposto sentiero salutati dai numerosi fischi delle marmotte.
Rif. Lodnerhütte e malga Zielalm
Marmotta ancora insonnolita, si accorgerà di noi solamente quando saremo a pochi passi Il sentiero è davvero aereo, stretto e scavato sui fianchi ripidissimi quando non verticali della montagna invita alla massima prudenza, le due lapidi commemorative che si trovano lungo il percorso ricordano che un attimo di distrazione potrebbe risultare fatale.
Sentiero Franz HuberNumerosi ruscelli attraversano il sentiero rendendo a volte viscide le pietre mente cascatelle e salti di acqua invitano a guardare in basso per seguirne il percorso.
Il sentiero è un continuo saliscendi e le numerose svolte per seguire il fianco frastagliato della montagna impediscono la vista della fine del sentiero.
Una persona adulta ed abituata a muoversi in montagna non incontrerà grosse difficoltà tecniche, le numerose catenelle aiutano a salire e scendere dai balzi di roccia, mentre un'unica scaletta permetterà di risalire una breve paretina rocciosa.
ScalettaCatenelleDopo la breve salita alla croce del Sattelspitz (2428 m s.l.m.) vediamo più in basso malga Tablander Alm e dopo poco incrociamo il sentiero n°1 che permette di raggiungerla togliendosi dal sentiero alpinistico. Abbiamo il tempo contato per non perdere la coincidenza a Bolzano e poter tornare a casa, mi domando se non sia meglio scendere di là e proseguire su un sentiero che permetta a Matilde un'andatura più rapida e sicura ma un'occhiata alla mappa mi convince del contrario, i passaggi più critici sono già alle nostre spalle. Proseguiamo e dopo un'altra trentina di minuti finalmente giù in basso in lontananza vediamo l'alpeggioHochbodenalm e il rif. Hochganghaus/Casa del Valico.L'alpeggio Hochbodenalm e il rif. Hochganghaus/Casa del ValicoDopo un'ultima discesa in mezzo a roccie e rododendri in fiore arriviamo al penso disabitato alpeggio
Hochbodenalm (2063 m s.l.m.) quando dall'ingresso fa capolino una bella bestiola di qualche quintale e munita di un bel paio di corna.Alpeggio HochbodenalmAlpeggio HochbodenalmAlpeggio HochbodenalmEntriamo nel bosco e dopo una decina di minuti eccoci alla fine del percorso alpinistico, ci togliamo gli imbraghi (mi sono assicurato solamente nei punti in cui ho dovuto usare entrambe le mani per aiutare mia figlia a salire o scendere da salti piuttosto alti per lei, oltre alla salita lungo la scaletta), la fune con cui ci eravamo legati e in 5 minuti raggiungiamo il bel
rif. Hochganghaus/Casa del Valico[/size]
(1839 m s.l.m.).[/b][/size]
La meritata pausa per un'ottima fetta di dolce e per apporre il secondo timbro sul libretto (chissà che non si riesca a completarlo già quest'anno) e ricominciamo a camminare verso Tirolo lungo il sentiero n° 24 e quindi l'Alta Via di Merano: anche se il percorso si snoda nel bosco ed è molto frequentato rimane comunque molto esposto in diversi punti.
Rif. Casa del Valico
Vista sul fondovalle
Meraner Hohenweg
Raggiunta la funivia Hochmuth, visto che Mati è stanca opto per la "scorciatoia tecnologica" e cosi in breve tempo siamo a Tirolo.
Vista dalla stazione a monte della funivia Hochmuth
Il tempo corre e quindi mi carico Mati sulle spalle e per quanto consentitomi dall'afa scendo il più velocemente possibile verso Merano che raggiungo in breve tempo.Una bevuta alla fresca fontana del duomo, un dolce gelato per Matilde e non ci resta che raggiungere la stazione dei treni con una tranquilla passeggiata.
La prima giornata abbiamo percorso una decina di km per 1300 metri di dislivello, è possibile tagliare la fatica salendo con la funivia fino a Gibbelberg (1565 m s.l.m.) per poi proseguire fino al rif. Nassereto. Per quanto riguarda il secondo giorno a spanne il dislivello positivo è attorno ai 500 metri mentre la distanza percorsa vicina ai 18 km.