Salendo all'Angelo Grande, vista su Cima Vertana
Molti anni fa salendo al
Dossobello - Schöneck m 3128 sopra Solda, ero rimasto affascinato dal profilo dell’
Angelo Grande m 3521. A distanza di tanto tempo, torno per tentare la salita. Dopo eterno trasferimento da Piné, arrivo a
Solda intorno alle 7.30, dopo aver dormito appena 4 ore
. Cerco un bar per un caffè. Con la seggiovia al “Pulpito” potrei risparmiare 500 metri di dislivello ma, finché la gamba tiene, cerco di evitare gli impianti e così
parto direttamente da Solda m 1860.
Di fronte all’Hotel Post c’è un comodo parcheggio gratuito, quindi col
sentiero n 5 mi inoltro nella bella
Val di Zai (Zaytal) e salgo progressivamente di quota per facilissimo sentiero risucchiando in un fiato gli
800 metri di dislivello fino al Rif. Serristori 2721, dove prendo un té. La vista su
Ortles,
Zebrù e
Gran Zebrù e i ghiacciai è già strepitosa.
Val di Zay
Zoomata sull'Ortles m 3905
Vedo in lontananza l’Angelo Grande: il ghiacciaio è ridotto al lumicino rispetto a come lo ricordavo. Mi faccio rapidamente illustrare dal gestore del rifugio la salita. Apprendo con sorpresa che
ci sono dei tratti attrezzati (credevo di no) e passaggi su roccia di grado II. Mi preoccupo un po’ perché non ho imbrago.
Laghetti si Zay, al centro l'Angelo Grande
Col sentiero n. 2 mi inoltro verso la grandi morene. Il sentiero inizialmente è ben tracciato,
costeggia i laghetti di Zay poi diventa confuso con selve di ometti e troppi segni gialli sulle pietre che indicano direzioni diverse. Arrivato sulle morene la marcia diventa più faticosa su pietraie, la traccia non sempre evidente anche se la direzione è intuitiva: un cartello aiuta con l’indicazione “
Rainstadler Route”, che in sostanza rimonta la
grossa dorsale di NO. La Kompass induce in confusione perché riporta ancora la vecchia via verso Passo dell’Angelo, caduta in disuso negli anni recenti per il ritiro del ghiacciaio e per le frane. Sulla
OpenStreetmap invece la traccia è mappata correttamente.
Rifugio Serristori con lo sfondo dell'Ortles
Attraverso i torrenti che scendono dal ghiacciaio di Cima Vertana
Le morene con la Croda di Cengles a dx
Angelo Grande a sx, a dx il Passo dell'Angelo dove c'era la vecchia via ora caduto in disuso per frane
All'attacco della dorsale
La parete coi tratti attrezzati
I cordini di sicurezza sono nel tratto più ripido, poi bisogna arrangiarsi
Superati i roccioni della parete iniziale, la dorsale spiana un po'
Senza difficoltà arrivo sotto la parete della dorsale NO, che fa un po’ di impressione perché piuttosto ripida e accidentata. I segni gialli stavolta servono: si rimontano degli sfasciumi e
dopo un traverso su una cengia un po’ esposta, ecco
i primi cordini che salgono verticalmente lungo la parete.
Incrocio una guida con due clienti, che scendono in conserva
Vista verso Cima Vertana
Lascio i bastoncini in un anfratto. Gli appigli sono molti e la salita abbastanza facile, ma senza imbrago conviene stare molto attenti perché una caduta sarebbe fatale. Dopo aver superato il tratto più ripido i cordini spariscono e si procede “in libera”
arrampicando su sfasciumi e roccioni, talvolta un po’ esposti.
Eccomi sulla dorsale, sguardo indietro verso la Croda di Cengles
Quota 3300, si fiancheggia il ghiacciaio
Ultimo tratto ripido
Sono ormai vicino alla cresta del Passo dell'Angelo, spuntano all'orizzonte Zufall e Cevedale
Guardo in basso la dorsale appena salita
Infine si sbuca sulla dorsale dove la pendenza diventa più modesta. Ora si sale
per tracce e su pietraie scomode,
fiancheggiando il ghiacciaio lungo il quale scorrono torrenti gorgoglianti per il gran caldo. A quota 3300 accuso un po’ la quota con un leggerissimo “rimbambimento”, rallento un po’ e rifiato meglio. Questa per me sembra essere la soglia fatidica: mi accade quasi sempre quando raggiungo questa quota, sento come una specie di “rimbombo” interno, poi per fortuna passa rapidamente e non ho problemi a salire più in alto. Cosa che accade anche stavolta, riprendo la marcia e non ho più problemi, mentre la pendenza aumenta progressivamente fino a raggiungere la prossimità della cresta.
Si sale per sfasciumi e roccioni, affacciandosi di tanto in tanto verso il ghiacciaio
La dorsale verso la cresta: il ghiacciaio in forte ritiro permette di camminare sempre sulle rocce
Vista verso Vioz, Zufall e Cevedale, in primo piano al centro la vedretta del Rosim
Ormai è quasi fatta! Mi resta il traversone e sono in vetta. Mi affaccio sull’esposto versante sud dove si apre la grandiosa vista sopra la
Vedretta di Lasa. Tenendomi a ridosso della cresta
traverso arrampicando su roccioni e aggirando da sopra il ghiacciaio ripido che precipita a valle. Infine per la facile cresta finale arrivo alla grande croce dell’
Angelo Grande m 3521.
Ultimo traverso e sono in vetta!
Una grande soddisfazione, con dei panorami sconfinati che non ci si stancherebbe mai di guardare. Per fortuna il tempo che era bigio a metà mattina sta migliorando e i temuti temporali pomeridiani sembrano scongiurati così ne approfitto per fermarmi in cima per guardare un bel po’ di cime e fare foto.
Lo stato dei ghiacciai appare davvero catastrofico: il colore è grigiastro o addirittura giallognolo, spesso emerge il ghiaccio vivo scuro, che privo di copertura nevosa si scioglie rapidamente.
Vedretta di Lasa
Grande Angelo, il confronto con la foto sotto del 1990 fa impressione
Stesso ghiacciaio nel 1990, foto di Francesco Candiz
Inizio la discesa
Eccomi di nuovo sulla morena
Ritorno ai Laghi di Zay nei pressi del rifugio
Poco prima delle 15 arriva l’ora di scendere, mi attende una lunga discesa fino a Solda ed è meglio che mi dia una mossa. Per la stessa via dell’andata calo di quota con calma ed attenzione fino al tratto attrezzato, che scendo con prudenza ma senza difficoltà. Arrivato sulla morena la traccia dall’alto si vede molto meglio e ripercorro il tragitto fino al rif. Serristori dove faccio una pausa tè all’esterno.
Di ritorno al rif. Serristori (a dx)
Tira un vento quasi gelido. Dopo mezz'ora assieme a un gruppo di tedeschi che ridono ininterrottamente per tutto il tempo, senza capire cosa dicessero, tolgo il disturbo.
Inizio la discesa a valle, con qualche bel scorcio fotografico del tramonto, concludendo una giornata bellissima da mettere in cornice
Sguardo indietro all'Angelo Grande appena disceso
Rientro a valle
Conclusioni: magnifica escursione nei grandiosi paesaggi dell’Ortles coi suoi quasi 4000 metri. Itinerario non troppo difficile ma da non prendere sottogamba, fisicamente impegnativo se si parte da Solda. Sviluppo 19 km, dislivello 1800, passaggi di I e II grado senza protezione.
Il percorso