In vetta al Gioveretto, sullo sfondo il Lago VerdeDecido di provare il
Zufrittspitze Gioveretto m 3493, una cima in
Val d’Ultimo che tenevo d’occhio da alcuni anni. Sveglia alle 3, sono sul posto alle 6 a
Fontana Bianca 1978. Da qui ci vogliono 5 ore per la vetta. Sono partito con mille dubbi riguardo al tempo, ma la mattinata è serena è molto fresca. Meteo Bz parlava di tempo variabile e ventoso. Con il
sentiero 140 inizio la salita per bei boschi di larici in basso, poi per la tipica brughiera alpina d’alta quota. Verso i 2200 metri il paesaggio si apre maestoso, dominato dalla piramide di Cima Sternai.
Il sentiero 140Brughiera alpinaCima SternaiMolto bello e davvero ben tenuto il sentiero, lastricato di grosse pietre, che sale gradualemente con ampi zig zag. Il clima è fresco ma man mano che guadagno quota si alza anche il vento. Dopo circa 2 ore dalla partenza arrivo al R
if. Canziani 2561 spazzato da un vento gelido. Provo ad entrare ma le porte sono chiuse. Devo mettermi di corsa giaccavento e guanti, si gela! Guardo verso la cima del Gioveretto - Zufrittspitze che appare in mezzo alle nuvole come uno spettro, la grande croce illuminata da un raggio di sole. Mi pare di vedere sulla vetta un’imbiancata poco rassicurante, probabilmente la bufera di ieri ha lasciato neve e ghiaccio sulle rocce.
Rifugio CanzianiLa cima del Gioveretto appare tra le nuvoleLago VerdeRiprendo il cammino pensando che con questo vento e questo freddo sarà dura se non impossibile arrivare in cima. Vedo l’acqua che gela nelle piccole pozze lungo il sentiero. Il sentiero costeggia la riva settentrionale del
Lago Verde quindi si alza leggermente di quota dove si dirama: a ovest per Cima Sternai, a nord per il Gioveretto. Finalmente esce il sole e mi scaldo un po’. Stranamente non c’è in giro nessuno. Fortunatamente, dirigendomi verso il canalone, il vento cessa quasi del tutto. Attraverso una zona pianeggiante molto bella con pozze d’acqua e torrentelli, e con le marmotte che scappano a rotta di collo appena mi vedono.
La bellissima piana verso il canalone sud del GioverettoCima SternaiIn cima al vallone a quota 2800 la traccia piega decisamente a ovest. Inizia ora una lunga salita per sfasciumi, dove si attraversano con attenzione pietraie di grossi macigni. La via comunque è ben segnalata dai solito segni bianco-rossi e ometti di pietre. Vengo raggiunto e superato da alcuni gruppetti di escursionisti. Mi pareva strano di essere solo a fare la salita!
La pietraia del canalone sudSi sale attraversando faticose pietraie di grossi macigniA quota 3000 la traccia piega decisa a nord, si attraversa qualche nevaietto e si rimonta uno spallone detritico terroso e a tratti pantanoso. A 3150 metri si arriva a ridosso delle rocce, costeggiate da un nevaio ripido. Con qualche acrobazia per evitare il nevaio e la parete rocciosa, ci si infila nel canalone ripido di ghiaia instabile e franosa.
Il canalone detritico: la traccia passa a sx del nevaiettoQuota 3000... Tra le rocce, in un ambiente apparentemente ostile, splendidi fiori: Petrocallide dei Pirenei (credo)Ultimo ripido tratto del canaloneQuota 3200, sullo sfondo Cima SternaiIn alto vedo un pezzo di ghiacciaio, spero sia evitabile perché ho con me solo i ramponcelli. Arrivati sulla c’è un muro di neve alto circa 4-5 metri. Quelli davanti a me con gli scarponazzi lo superano piantando le punte nella neve dura, io con le scarpine basse faccio un giro più largo e sono finalmente sulla spalla pianeggiante dove arriva il ghiacciaio.
La spalla del ghiacciaioLa rampa finale alla cima per il canale detriticoIl ripido canalino rocciosoUna coppia incontrata mentre affronta la discesaIl breve tratto attrezzatoAttraverso il nevaio e attacco l’erta finale, un ripido canalone roccioso e ghiaioso abbastanza faticoso. A 3300 metri abbandono i bastoncini che sono di impiccio: bisogna arrampicare. Niente di che, sono
passaggetti di 1° grado. Arrivo nel tratto critico descritto nelle relazioni: un
traversino roccioso che si supera senza grosse difficoltà grazie a un cordino.
Il tratto attrezzato poco sotto la cimaL'ultimo tratto alla cima, con passaggi di 1° gradoPoco dopo sono in vetta allo
Zufrittspitze - Gioveretto 3439. C’è il sole e non c’è neppure vento, incredibile anche stavolta l’ho imbroccata.
Il panorama è grandioso, anche se le cime circostanti sono nascoste qua e là dalle nuvole. Faccio qualche foto e mangio mezza barretta.
In vetta!Incrostazioni di ghiaccio sui cavi della croce di vettaVerso SternaiVita sul Lago Verde dalla cimaTemendo un peggioramento non mi fermo molto sulla cima, circa una mezz’ora, poi inizio la discesa. Arrivato quasi giù in fondo sulla spalla del ghiacciaio mi ricordo dei bastoncini! Mavaff! Devo risalire a riprenderli, altri 80 metri di dislivello agratis! Recuperati i bastoncini, ridiscendo alla spalla e affronto la discesa per sfasciumi che è lunga, noiosa e impegnativa.
Si affronta la discesa con attenzione
Qua e là bellissimi fiori a 3300 metri di quota! Sono ranuncoli glaciali Torrentelli tra le pietreAncora splendidi fiori: Linaria alpinaMacchie di colore tra le pietre: Erba benedettaAncora bellissimi fiori: Sassifraga brioideIl tempo volge al brutto... ma ormai sono sceso Fioccano pallini di neveQuando arrivo sulle pietraie comincia a nevicare a “pallini” fitti. Meglio così, se dovesse piovere le pietre diventerebbero più scivolose. Arrivo al Rif. Canziani, entro e c’è una bolgia assurda. Resisto 20 secondi, mi si appannano anche gli occhiali quindi giro immediatamente i tacchi. Esco che piove e tira vento. Mi metto la giaccavento pesante e riparto. Su suggerimento di Gabi (grazie!) faccio il ritorno dalla zona dei laghi. Attraverso la diga e col
sentiero 12 raggiungo, con un lungo ma facile traversone, un meraviglioso vallone pianeggiante dove spicca il
Lago Lungo.
Il traversone con sentiero 12 verso la zona dei laghi, sullo sfondo Fontana BiancaPurtroppo la pioggerella non mi permette una sosta decente, quanto mai necessaria visto l’effetto “sacco vuoto” del mio povero fisico che ora reclama riposo e alimentazione! In tutto il giorno ho mangiato due gel e una barretta. Riprendo dunque il cammino per
sentiero 107 attraverso vasti e bucolici paesaggi con pascoli, cavalli e greggi di pecore. Complice il tempo uggioso e piovigginoso, sembra di essere in Scozia
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Cavalli al pascoloLago Lungo"Paesaggio scozzese"Altro paesaggio scozzese, o irlandese Ancora fiori: campanule
Fortunatamente la pioggia cessa e appare il sole proprio quando arrivo all’idilliaco laghetto presso la
malga “Oberweissbrunn Alm”. Mangio un’altra barretta e poi mi sparo una meravigliosa pennica ristoratrice di un’oretta in riva al lago. Sono le piccole gioie della vita
Il laghetto dove ho fatto una fantastica pennica Scendendo verso Fontana Bianca tra bucolici paesaggiParticolare dell'incastro di tronchi delle baite secondo l'antica tecnica blockbauLa vecchissima Kaser AlmKaser AlmRimesso ottimamente in sesto dalla pennica, scendo di quota attraversando altri notevoli paesaggi tra boschi, radure, laghetti. Bellissima la vecchia
malga Kaser Alm, sia pure cadente e quasi in rovina, con la caratteristica costruzione blockbau (incastro di tronchi). Alle 18 sono alla macchina, sano e salvo. Giro fantastico, aspro e selvaggio nella salita al Gioveretto, decisamente bucolico nella discesa verso i laghi. La salita non è troppo dura, chiaramente bisogna essere un po' allenati. Consigliatissimo, specie la parte finale dei laghi.
Disl. 1600, sviluppo 21 km.
Il percorso