Da qualche anno in giugno la zona dei passi dolomitici vive un momento magico: la neve, almeno alle medie quote, è già sparita, le folle estive non sono ancora arrivate ma, soprattutto, una serie di manifestazioni ciclistiche comportano la chiusura parziale o totale delle strade per tre weekend di fila, e permettono di godere di questi spettacolari posti IN SILENZIO.
Così sabato abbiamo approfittato della parziale chiusura del passo Gardena per la Hero Dolomites per girovagare nel bellissimo altipiano del Puez, uno dei miei posti preferiti, dove dolomia, calcare e arenaria si mescolano in mille modi. La meta è stata la curiosa cresta che sovrasta un mucchio di sassi di arenaria, simile ad un vulcano, e si erge nel mezzo dell'altipiano calcareo, più volte adocchiata ma mai salita.
Di fatto il giro è una variante di altri percorsi già relazionati qui dentro.
Partiti da poco sotto il passo Gardena, siamo saliti alla forcella dei Cir e quindi al passo di Crespeina. Di qui, passando sotto al col Toronn, siamo saliti al Sas Ciampac. Scendendo da questo abbiamo notato la traccia che sale all'attiguo Sas Ciampei, ed abbiamo aggiunto questa cima fuori programma al nostro giro. Superato un tratto delicato nella parte alta, si potrebbe scendere agevolmente dalla cresta nord, ma questo l'abbiamo visto solo dopo. Sul momento, non abbiamo voluto rischiare dato che il giro era ancora lungo, e siamo tornati dalla stessa per proseguire lungo il sentiero fino alla forcella Ciampei.
La giornata promette bene. I Cir
Non ci lasciamo intimorire da gufi e corvi
Dalla forcella dei Cir la grande bancata del Sella
Tratto “valorizzato” verso il passo Crespeina
Sguardo in val Chedul, con il Sassolungo, i Cir, il mont de Seura
Panoramica verticale: fiori, lac de Crespeina, Puez e Odle
Panoramica dell'altipiano dal sas Ciampac
Il sas Ciampac salendo al sas Ciampei
La nostra meta, il col da la Sunela
Esplorando la discesa nord sul sas Ciampei
Verso la forcella Ciampei
Di qui abbiamo puntato a nord verso il rifugio Puez, ma prima di raggiungerlo abbiamo preso a destra il sentiero verso la forcella Gherdenacia, che passa proprio sotto il Col da la Sunela (col de la Sone, col da la Sonè, col della Sonea, a seconda delle carte). Una traccia sale ad un colletto a nord della cima, poi si sale per sfasciumi sul lato nordest, per ritrovare una traccia che supera alcune ripide zolle erbose ed arriva sulla cima, con croce e libro di vetta (incastrato nel suo contenitore). La cima non è delle più alte della zona, ma essendo isolata offre un panorama a 360 gradi.
Incontri sul calcare
Croce di vetta del col da la Sunela
Dopo il meritato panino siamo scesi verso sudest e, ripreso il sentiero, abbiamo raggiunto la forcella Gherdenacia e poi la forcella innominata che dà sulla val de Juel. Un tuffo verso la valle e poi una risalita (l'ennesima) alla forcella del Sassongher, da cui siamo scesi verso ovest. Altra risalita al rifugio Forceles da cui, seguendo un bellissimo sentiero con alcuni saliscendi, siamo tornati al punto di partenza.
Pecora intraprendente con la val de Mezdì sullo sfondo
Stiamo per abbandonare l'altipiano. Puez, piz Duleda, Odle
Il Sassongher svetta sulla val Juel
Rientro verso il lago di Ciampei
Stupende orchidee
Il bell'ambiente del sentiero di rientro
A grandi linee, il percorso
In tutto sono stati circa 1300 metri di dislivello per 9 ore di percorso, fatto con tutta calma data la giornata spaziale. Giro da consigliare anche nella versione breve, senza le cime.
PS: all'indomani gita in MTB nella zona di Pralongià, approfittando della chiusura di Campolongo e Falzarego