30 giugno - 1 luglio 2018
Questo è un giro stupendo che vi consiglio al 90%, poi scoprirete il perchè.
Fa parte della serie “Giri solitari in posti affollatissimi”, e permette di scoprire molti aspetti del parco di Fanes-Sennes-Braies. Abbiamo fatto tappa al rifugio Sennes (più un albergo che un rifugio), dove siamo stati benissimo.
Primo giornoPosteggiata l'auto a Schmieden - Ferrara, siamo saliti con il bus al lago di Braies, già abbastanza affollato nonostante fossero le 9 di mattina. Imboccata la val di Foresta (segn. 19) ci siamo ritrovati già quasi soli, poi del tutto soli dopo la malga. Risalito il fondovalle, abbiamo preso a sinistra per la val dei larici (segn. 25) fino a raggiungere il Ju dles Cacagnares (passo di val foresta), passando sotto le bellissime pareti della Seitenbachspitzen.
Di qui, su terreno vario e articolato, con varie doline e cocuzzoli (Munt de Gropes), abbiamo raggiunto il passo di Sennes (segn. 24). Scesi di poco verso l'alpe di Sennes, abbiamo tagliato a destra a mezzacosta (sulla Tabacco è riportata la traccia) per raggiungere il sentiero che sale al Monte Sella di Sennes. questo tratto è piuttosto frequentato, ma al pomeriggio erano già scesi tutti.
Sulla cima abbiamo notato l'indicazione per il rifugio Munt de Senes che seguiva la cresta SW passando dal Gran col de Mareo, non riportata sulle carte. Consigliatissima! Spettacolare la vista sulle creste NW del Sella di Sennes, che nella luce del pomeriggio ci ricordavano le formazioni del Bryce Canyon, nell Utah. Sotto il col de Mareo si attraversa un terreno carsico molto bello. Il percorso è molto ben segnato.
Siamo così arrivati al rifugio Sennes, quando ormai la folla dei gitanti giornalieri era scesa a valle.
Circa 1600 metri in salita e 950 in discesa.
Sul lago di Braies, verso il buco del Giavo
In val di Foresta
Salendo in val dei Larici, appare la Seitenbachspitze
Al passo delle Cacagnares, verso il Monte de Gröpes
In val de Ciastlins, all'inizio del traverso verso il passo di Sennes
Stupenda la Seitenbachspitze, sembrano 4 ferri da stiro impilati
Sul ghiaione verso il passo di Sennes
Il monte Sella di Sennes
Dalla cima, verso Croda del Beco e Croda Rossa
Il “Bryce Canyon” verso la val di Rudo
Si scende in un bell'ambiente carsico
Capre, Quaira di Sennes e croda del Beco
Arrivo al rifugio Sennes
Luci del tardo pomeriggio sulla Croda Rossa
Secondo giornoCi siamo portati al rifugio Biella (segn. 6), attraversando l'altipiano carsico e passando sotto le placche sud della Croda del Beco. Di qui abbiamo salito la Croda del Beco (questo tratto sì che era in ora di punta), col suo spettacolare panorama sul lago (e purtroppo sul nuovo megaparcheggio) di Braies. Tornati al Biella, di nuovo soli abbiamo seguito il sentiero di cresta fino alla forcella Cocodain (segn. 28), da cui siamo scesi verso nord sugli scalini naturali delle stratificazioni: la vista delle righe calcaree del monte Muro e del Forno da qui è quasi ipnotica.
Siamo risaliti per il Campo Latino all'Alpe Cavallo, sotto il Giavo Grande, da cui appare in tutta la sua ampiezza la gigantesca frana della Piccola Croda Rossa, che ha messo a nudo il suo colore più intenso.
Proseguendo verso nord abbiamo raggiunto la base del Campo Cavallo piccolo. Qui il panorama cambia completamente, le rocce sono candide e poco consistenti. Aggirata la cima del Campo Cavallo Piccolo (segn. 29) siamo arrivati al passo del Törl, da dove una traccia sale alla cima Campo Cavallo Grande da sud, per poi scendere a ovest fino alla sella dei Camosci.
Era quasi fatta: ora bastava scendere per “morbido ghiaione” (come riportato in alcune relazioni) nella Schadebachtal per uscire direttamente alla macchina. Peccato che il sentiero 28 non c'era più: è stato completamente dilavato dall'acquazzone che l'anno scorso aveva provocato l'alluvione a Schmieden.
Al suo posto, ghiaioni ripidi e compatti solcati da enormi rigole dalle pareti instabili; molto più in basso, dove la pendenza diminuisce, ancora solchi con massi enormi e foreste devastate. Insomma, quella che pregustavamo come una comoda e divertente discesa si è trasformata in una faticosa ricerca del percorso meno insicuro che ci ha richiesto un paio d'ore per calare di 800 metri, fino ad incontrare le forestali di media valle. Però l'ambiente severo era molto bello.
Inutile dire che questa discesa è sconsigliatissima, è opportuno invece scendere per uno dei sentieri che vanno verso Ponticino, e poi col bus tornare a Schmieden.
Probabilmente meno inutile è dire che su nessuno dei cartelli della zona, in entrambe le direzioni, era segnalata la situazione.
Ho segnalato la cosa a vari enti, perché se noi, essendo ravanatori, ci siamo quasi divertiti, qualcuno si sarebbe potuto fare male sul serio. Sia l'associazione turistica che l'ufficio Parchi della provincia mi hanno risposto ringraziandomi e dicendomi che avrebbero provveduto: spero l'abbiano fatto.
Circa 1200 metri in salita, 900 + 1200 (parte sconsigliata, verso Ponticino il dislivello in discesa è di circa 1000 metri)
Bellissime striature sul calcare
Frana sotto la croda del Beco
La stessa frana, appena caduta, nell'aprile di 10 anni fa. Il rosso della ferita è evidente
Dalla croda del Beco, il lago di Braies
Verso piccola Croda del beco e Sella di Sennes
Rfugio Biella e Croda Rossa
Stratificazioni meravigliose del monte Muro
L'enorme frana della piccola Croda Rossa
Sull'alpe Cavallo, verso la sella dei Camosci
Monte delle Rondini
La particolare croce del Campo cavallo grande
Dalla cima si pregusta il “morbido ghiaione”
Illusi! Fin da subito ripido e duro
Però l'ambiente merita
Ripidi rigoloni: difficile!
Meglio in basso, ma sempre infido
Tutto ok sui cartelli
A grandi linee, il percorso: in verde il primo giorno, in giallo il secondo giorno buono, in rosso la discesa da non fare.