Dalla cima verso Grande Angelo, in basso la vedretta di Rosim, a dx Punta dello Scudo
Un 3400 facilissimo, alla portata di tutti con un buon allenamento. L’itinerario percorre la meravigliosa e ampia
Val Peder. Dopo eterno trasferimento in auto alla
Val Martello, raggiungo il
rif. Genziana 2051, un casermone-albergo dove termina la strada con una serie di posteggi a pagamento: il costo del parcheggio è più che onesto, € 4,50 per tutta la giornata.
Una meravigliosa spianata con torrente, sullo sfondo i ghiacciai verso Punta Martello
Sbaglio subito per disattenzione il sentiero e raggiungo Malga Peder 2252: poco male, c’è un traversone che mi riporta nella
bellissima Val Peder, che sale con pendenze modeste verso NO. Superata la fascia boscosa la valle, percorsa da un fragoroso torrente, si sviluppa per balze con spianate invase da eriofori e torrentelli. Ho un grosso dubbio riguardo la nevicata della notte precedente, per la quale sicuramente troverò neve in quota per cui mi sono portato i ramponcelli. Quando avvisto la cima da lontano infatti è tutta bianca, anche se la neve non sembra molta. Sono partito con poca acqua per alleggerire il carico, conto di farla salendo e sfruttando qualche torrentello.
Distese di eriofori, in alto imbiancata Punta di Lasa, la mia méta
Arrivo al bivio a quota 2400 circa dove il sentiero si biforca: a dx per Punta dello Scudo - Schildspitze 3461, a sx Punta Laste. Ora la pendenza aumenta, il sentiero comunque è facile e comodo, abbastanza ben segnato coi segni bianco rossi. Come previsto rabbocco l’acqua da un torrentello.
Raggiungo una magnifica conca con uno specchio d’acqua con distese di eriofori. Man mano che salgo di quota spariscono i prati e il sentiero si arrampica lungo
facili sfasciumi. Dopo aver attraversato una valletta pianeggiante a ovest del Passo Peder arriva
la rampa finale, che da sotto pareva corta invece è lunghissima.
Una della tante pozze formata dai frequenti torrenti
Verso i 3000 metri inzio a pestolare le neve ma sono solo 5-10 cm discontinui. Il sentiero diventa una traccia un po’ vaga tra gli sfasciumi ma si riesce a seguire bene con un po’ di attenzione. Dall’orizzonte spuntano
Zufall e
Cevedale, a ovest la sagoma colossale e inconfondibile del
Gran Zebrù coi suoi 3851 metri. Con qualche sosta per rifiatare sulle ghiaie, arrivo sull'ampia dorsale di vetta senza problemi.
Vista sulla catena Punta Martello - Cima Marmotta
Spunta il Gran Zebrù
Punta delle Laste 3422 si affaccia sulla
Valle di Solda, la croce invece è spostata più a est verso Punta dello Scudo, dove la dorsale si restringe e diventa più affilata. Avevo una mezza idea di tentare la traversata ma alcuni punti esposti a precipizio sopra il
ghiacciaio del Rosim, ma soprattutto la neve che copre le “laste” rendendole scivolosissime, mi fanno desistere senza troppi rimpianti.
Vista verso Zufall e Cevedale
Sulla dorsale di vetta
La vista dalla cima è grandiosa: rivedo con piacere
Cima Vertana 3545 verso nord ma soprattutto l’
Angelo Grande 3521 che ho salito di recente dal rif. Serristori. Magnifico anche il colpo d’occhio sul già citato gruppo dell'
Ortles con la massima elevazione di 3905 metri, quindi verso il ghiacciaio del
Cevedale 3769, col
Vioz 3645 e
Punta Linke 3632 sullo sfondo.
La cima pianeggiante con la sua ampia dorsale, verso il Gran Zebrù
Vista verso Cevedale
Da sx: Cima Vertana, Angelo Grande, Punta dello Scudo, in basso la vedretta di Rosim
In lontananza la
Presanella 3556. Verso sud le vedrette di Cima
Marmotta 3300,
Cima Venezia 3386,
Punta Martello 3357. Più a sudest le cime di
Saent 3215,
C. di Rabbi 3250,
Sternai 3443, Gioveretto 3439,
Orecchia di Lepre 3257. Insomma sono circondato dai “giganti” e dai ghiacciai.
Panoramica 360° dalla vetta
In vetta
Gran Zebrù
Sulla cima pianeggiante, eccezionale punto panoramico
Dalla vetta vista sulla valle di Solda: da sx Gran Zebrù, Monte Zebrù, Ortles
Dopo adeguata sosta a guardare cime, fare foto e gironzolare sulla dorsale a studiare vette, arriva purtroppo l’ora di scendere a valle, stavolta un po' anticipata rispetto al solito per via del lungo ritorno in auto: non avendo potuto traversare a Punto dello Scudo,
devo tornare necessariamente per la stessa via di salita.
Si scende...
Mucca tra gli eriofori
Che vorrà questo rompiscatole?
Discesa verso valle...
Conclusioni: escursione di una facilità quasi imbarazzante, le uniche difficoltà sono lunghezza e dislivello che, unite alla alta quota, richiedono un adeguato allenamento. Panorami d’alta quota meravigliosi. 18 km di sviluppo, 1500 m di dislivello