Da Malga Monte Corno, vista sul Lagorai
Con questa escursione concludiamo il trittico dell’esplorazione al bellissimo
Parco Naturale del Monte Corno. Dopo l’escursione a
Malga Cislon a nord,
Alle Malghette a sud, mancava il versante ovest col Monte Corno. Partiamo dalla idilliaca e isolata frazioncina di
Cauria - Gfrill m 1450 (BZ), che si raggiunge da
Salorno in Val d’Adige.
Le tre escursioni fatte nel Parco di Monte Corno
Vista sul Brenta da Cauria - Gfrill
La chiesa di Cauria - Gfrill; il cimitero accanto alla chiesa con vista verso il Brenta
Il crocefisso presso il cimitero
Qui il primo dilemma: portiamo le ciaspole? La strada forestale pare ben battuta. Temiamo però che le forestali secondarie non lo siano, ma decidiamo di rischiare e partiamo coi soli
ramponcelli seguendo il
sentiero E5 che ci porta al
Lago Bianco 1671, una delle frequenti
torbiere che caratterizzano l’altopiano.
Sentiero verso il Lago Bianco
Il "caldone" ha fatto cadere la neve dagli alberi: il paesaggio è bello ma non così fiabesco come nei giri precedenti
Lago Bianco
La spianata nella conca circondata dal bosco è coperta di neve, il paesaggio richiama le lagune del Grande Nord canadese. Proseguiamo per la forestale che con modesto dislivello attraverso bei boschi ci porta allo
spettacolare balcone panoramico di Malga Corno a m 1710, con vista strepitosa sulla Catena del Lagorai. Bello anche il baito bivacco sempre aperto (no brande). Facciamo sosta panini poco a monte della malga, in due comodissime “poltrone di neve” dove appunto poltriamo al sole con un caldo meraviglioso e senza un alito di vento.
Malga Monte Corno
Scultura presso la malga e Lagorai sullo sfondo
Dalla malga vista sul Lagorai
Nel tardo pomeriggio riprendiamo la marcia, tralasciamo la breve salitina alla cima con traliccio poco interessante per percorrere il
sentiero n 3 che porta al Lago Nero. Qualcuno ha percorso il sentiero con le ciaspole, pensiamo erroneamente che sarà più facile e invece è peggio. La marcia è penosa e faticossima, coi piedi che sprofondano nella neve pesante, crostosa e zoccolifera. Arriviamo alla bella conca col
Lago Nero m 1717, un’altra suggestiva torbiera incastonata nella foresta.
La neve umida e quindi zoccolifera rende abbastanza penosa e faticosa la marcia
Eccoci al Lago Nero
La torbiera è un ambiente difficile: l’acidità del suolo e la scarsezza di nutrienti impediscono o rallentano la crescita delle piante, che spesso sopravvivono a fatica in forma ridotta o “bonsai”. Alcune piante per sopperire alla mancanza di nutrimento sono
carnivore, come la pinguicola o la drosera. Le torbiere un tempo erano utilizzate come "cave" di
combustibile: la torba essicata ha un elevato potere calorifero.
La spianata del Lago Nero
La tabelle informative
Lo
sfagno a causa dell'acidità del terreno che ostacola la diffusione dei batteri è sterile nelle coltri inferiori, tantoché durante la guerra era usato addirittura nelle medicazioni di emergenza per tamponare le ferite.
Le torbiere sono degli eccezionali "archivi" di informazioni sulla storia della zona, in quanto conservano tutti i pollini che hanno caratterizzato il luogo nella varie epoche, offrendo agli studiosi un notevole quadro del paesaggio vegetale e delle variazioni climatiche che si sono succedute nel tempo.
Vista verso Pala delle Buse, Fregasoga e M. Cogne
Veduta verso la Val d'Adige, in basso al centro la spianata di Malga Cislon
Il sole sta tramontando, affrettiamo il rientro per una
lunga strada forestale che attraversa il Bosco Comunale dove la marcia nella incerta traccia delle ciaspole di chi ci ha preceduto è assai penosa e faticosissima. La meraviglia di un tramonto da “incendio” verso il Brenta, con una grande luna piena all’orizzonte opposto, ci allevia in qualche modo la fatica della marcia.
Sorge la luna piena alle nostre spalle
Tramonto incendiario verso il Brenta
Finalmente ci ricongiungiamo alla forestale dell’andata, con la quale rientriamo, ormai col buio incombente, a Cauria -Gfrill dove abbiamo la macchina.
Bel giro facile, senza alcuna difficoltà e con dislivello modesto, quasi da pensionati se non fosse per la marcia faticosa nella neve. Interessante la visita ai due biotopi del Lago Nero e Lago Bianco (numerose le tabelle didattiche). Spettacola la vista da Malga Monte Corno sulla Val di Fiemme e il Lagorai. Dislivello 350 metri, sviluppo 16 km.
Il percorso