13 - 15 agosto 2017
Stupenda traversata di alta quota sulle alte vie Stabeler e Kellerbauer. Permette di fare tutto il periplo della valle di Rio Bianco rimanendo per gran parte del tempo tra i 2300 e i 2700 metri di quota.
Conoscendo piuttosto bene la zona in veste invernale, ci eravamo sempre riproposti di tornarci d'estate.
Abbiamo fatto il giro in tre giorni, come i 'siori', con due ottimi pernottamenti alla Kegelgasslalm e al rifugio Porro, utilizzando gli impianti di monte Spico per scendere, risparmiando così 1000 metri di dislivello alle ginocchia. Alla normale traversata abbiamo aggiunto la salita a tre semplici cime, una al giorno, giusto per darci una meta di giornata.
Il tutto si può fare naturalmente anche in meno tempo, un paio di giorni.
Primo giornoLasciata l'auto al parcheggio degli impianti di Monte Spico prendiamo l'autobus – affollatissimo – che porta verso Casere. Una decina di minuti dopo scendiamo a Gisse, dove inizia il nostro giro. Saliamo per il sentiero al Kleinstahlhof e poi traversiamo verso Schachner, da dove seguiamo la strada fino al maso Stallila. Di qui prendiamo il sentiero 21 che, attraverso un ripido bosco, ci porta alla cresta che separa la Rotbachtal dalla Trippachtal, che seguiamo fino alla cima di giornata, il Kreuzkofel – Sasso della Croce. A dispetto del fatto di essere solo una delle tante elevazioni della cresta che porta al rifugio Vittorio Veneto, è una cima molto panoramica.
Di qui scendiamo, con tutta calma, alla sottostante Kegelgasslalm. Questa malga ha una camerata con una dozzina di letti nel sottotetto, e viene generalmente utilizzata come punto di appoggio per la salita al Monte Lovello. Sono circa 1400 metri in su e 300 in giù
Gli splendidi prat della valle aurina illuminati dalla luce radente
Lungo la cresta del Kreuzkofel. A sinistra il Sasso Nero
Ultime rampe per il Kreuzkofel. In basso Lutago
Molto particolare il Cristo sulla croce di vetta, appena abbozzato.
Pamoramica dalla cima: Sasso Nero, Trippachkopf e Lovello. Ghiacciai ormai ridotti ai minimi termini.
In basso, la Kegelgasslalm, la nostra meta di oggi.
Il catino glaciale tra Trippachkopf e Trippachspitze, antecima del Lovello
Dall'altra, il Sasso Nero. Si intravede il sentiero del giorno successivo
Secondo giornoLasciamo la Kegelgasslalm con un tempo non perfetto, che ci precluderà la vista della cresta di confine per gran parte della giornata. Iniziamo la traversata che ci porta a superare una serie di forcelle ed altrettanti maestosi circhi glaciali (anche se l'esposizione a sud ha ormai quasi completamente azzerato le vedrette), con qualche tratto più esposto assicurato da un cordino o da catene. Grosses Tor, Zu Törla, Schwarzenbachtörl, Gelenkscharte sono i nomi delle forcelle, per la cronaca. Dalla Gelenkscharte, una breve digressione ci permette di salire la cima di giornata, la Aussere Grüne Plate, sulla cresta del V Corno. Per finire, discesa nella bella valle che dalla Göge Alm conduce al V Corno o alla Turnerkamp, e breve risalita al rifugio Porro al passo di Neves. Sentiero solitario, in tutto il giorno abbiamo incontrato 4 persone. Tappa faticosa, sono circa 1400 in su e 1100 in giù e il terreno spesso è accidentato.
Salita al Grosses Tor
Nel circo sotto il Sasso Nero: il percorso è ben segnato ma non agevole.
Tratto attrezzato in salita al Zu Törla
Nel catino successivo, dall'altra si vede la prossima forcella
Salita al Schwarzenbachtörl
Quando si dice “valle glaciale a U”: questa è la Mitterbachtal
Panoramica dalla Aussere Grüne Plate: Turnerkamp, V Corno e a calare gli altri corni
La zona del Moos, in discesa verso la Göge Alm
Bellissima fioritura di erioforo al Goldbrünnl (fontanella dell'oro)
Ardito ometto
Sciabolate di luce illuminano la valle che sale al passo del Ponte di Ghiaccio
Terzo giornoLa cima di giornata è nella prima parte della gita. Seguendo le indicazioni del gestore, al Tristensee abbandoniamo il sentiero e saliamo un ripido pendio alla base della Tristenspitze (cima dei Covoni), di cui superiamo la cresta est, continuando a salire su erba nella valletta successiva. Da qui c'è una traccia vagamente visibile, e qualche sasso ha dei bolli rossi. La traccia si infila in un colatoio che sbuca tra la cima e la crestina rocciosa a sud della stessa. Qualche decina di metri di salita a gattoni su un primo grado e si raggiunge la cima. In discesa superiamo la crestina e raggiungiamo la forcella di Lappago, dove riprendiamo il sentiero. Questo sta a mezzacosta fino al Gornejoch, poi segue decisamente la cresta. E' d'obbligo una piccola digressione anche alla Henne, per poi proseguire fino sl Giogo di Selva. Qui ci immettiamo sul sentiero 18 (turisticissimo, sistemato in stile americano) che segue tutta la cresta a nord della stazione sciistica di Monte Spico fino al Dosso Piccolo, e poi scende alla stazione a monte dell'impianto, la fine della nostra gita. Sono circa 800 metri in su e 1200 in giù (1000 in più se non si prende la cabinovia per scendere).
Rifugio Porro con alle spalle la Punta Bianca
Il Tristensee. Quella a sinistra è la Tristenspitze. Si sale alla sua sinistra
Salendo per sfasciumi
Superata una sella, si punta all'intaglio più a destra. La cresta la seguiremo dopo.
Nel colatoio verso la spalla finale
Dalla cima, il Tristensee, i Corni e il Sasso Nero
Guardando verso la cresta che porta alla bella conca della forcella di Lappago
Alla base della Tristenspitze, panoramica
La cima del Ringelstein
Al giogo di Selva, sullo sfondo tutto il percorso del giorno prima
Il bel percorso di cresta a nord del Monte Spico, un po' troppo addomesticato
Le formazioni rocciose sono molto particolari, sembrano alberi fossilizzati
Dosso Piccolo, fine della traversata. Lovello e cresta principale delle Zillertaler Alpen